"Duro l'inizio,, dice Gimondi

"Duro l'inizio,, dice Gimondi "Duro l'inizio,, dice Gimondi A Moser piace il percorso, ma non gli arrivi in salita - Basso: "Poche occasioni per i velocisti" (Dal nostro inviato speciale) Milano, 29 marzo. I ciclisti azzurri, trionfatori con Gimondi nei mondiali di Barcellona, hanno ricevuto, in occasione della presentazione del Giro d'Italia, una medaglia d'oro ricordo dalla « Gazzetta dello Sport ». Oltre ai campione del mondo sono stati premiati Marino Basso, Marcello Bergamo, Fabbri, Colombo. Poggiali e Riccomi, mentre le medaglie di Bitossi, Paci ini. Zilioli e Battaglin sono state ritirate dai loro dirigenti. Era presente anche il C.T. Defilippis, cui il giornale organizzatore del Giro non ha ritenuto opportuno, con chiara mancanza di tatto, attribuire lo stesso riconoscimento toccato ai corridori che Nino ha guidato al trionfo in Spagna. Al campione del mondo Gimondi il volto del Giro piace abbastanza, anche se non può tacere qualche critica: « E' più che mai una corsa per scalatori, con pochissimo spazio per I velocisti. E' ovvio che questo è un parere disinteressato, che vuol essere una difesa di corridori dalle caratteristiche diverse dalle mie. Ritengo poi che l'avvio sia un po' troppo brutale: la terza tappa, quella di Agerola e del Monte Faito, è troppo difficile per arrivare così presto nel calendario del Giro. Non conosco poi i motivi logìstici che hanno indotto Torriani a fissare una giornata di riposo al quarto giorno di corsa, ma dal punto di vista sportivo essa non ha giustificazione. Debbo aggiungere infine un certo dispetto nei confronti di Torriani per non averci preannunciato per tempo almeno le salite della tappa di Sanremo. Negli allenamenti invernali in Riviera, avremmo almeno potuto conoscerle ». Ma quando Gimondi si allenava a Diano Marina, Torriani non aveva ancora alcuna idea di come avrebbe organizzato il Giro. Circa i favoriti, Gimondi ha aggiunto: « Se ci sarà Merckx, Il problema sarà risolto, perché Eddy verrà al Giro solo se si sentirà di poterlo vincere. Se lui non ci sarà, insieme ad Ocana e Fuen te mi ci metto anch'io, aggiungendo Battaglin, che ho già visto andar fortissimo l'anno scorso. Non posso giudicare gli altri giovani e temo che le salite siano troppe per loro ». Francesco Moser, capofila della « nouvelle vague » in assenza di Battaglin, cosi ha commentato il percorso del Giro: « MI piace, perché è tutto italiano, ma lo ritengo più adatto a veri scalatori come Fuente, Battaglin ed Ocana oltre che, naturalmente, a Merckx. Ci sono molti arrivi In salita che possono tagliar fuori parecchia nente. compresi Gimondi e me. Per la tappa a cronometro, avrei preferito un percorso più nervoso. Quanto alle salite, non è che lo mi ci trovi male, specialmente sulle Dolomiti che conosco a fondo, tuttavia mi sembrano troppe ». L'ex campione del mondo Marino Basso, rappresentante di una categoria, quella dei velocisti, piuttosto maltrattata nel tracciato del Giro, si lamenta: « Con un percorso del genere, come sì fa a vincere più di una tappa? ». Per G. B. Baronchelli, un altro rappresentante delle ultime leve, il percorso è molto bello ma duro: « Spero di arrivarci — dice II bergamasco — in condizioni di forma che attualmente non possiedo ancora. Stento soprattutto ad abituarmi agli scatti degli altri in salita ». Il C.T. Defilippis, infine, ritiene che il Giro 1974 sia una corsa ben congegnata, tale da favorire delle sorprese: « / favoriti — dice l'ex Cit — sono naturalmente gli scalatori, soprattutto Merckx, se ci sarà. Ocana e Fuente, senza dimenticare Battaglin ed il campione del mondo Gimondi ». g- Pig¬

Luoghi citati: Agerola, Barcellona, Diano Marina, Italia, Milano, Sanremo, Spagna