I testi: "Bertolini in batta dei politici,,

I testi: "Bertolini in batta dei politici,,"Libri neri,, del Casinò I testi: "Bertolini in batta dei politici,, Un ex ispettore sostiene che assunzioni e promozioni erano gestite dai partiti (Dal nostro inviato speciale) Sanremo, 29 marzo. Giornata di testimonianze interessanti al processo di Sanremo per i «libri neri» del casinò che vede otto uomini politici sul banco degli imputati sotto l'accusa di concussione. Alcune deposizioni sono servite a confermare il contenuto del memoriale Bertolini, e cioè che l'ex presidente dell'Ata che gestiva la casa da gioco era oggetto di pressioni e taglieggiamenti. La testimonianza del dottor Giovanni Campanelli, segretario generale del comune attualmente in pensione, ha aggiunto poi alcune pennellate al quadro della corruzione amministrativa della città negli anni 1962-'63, e ne viene fuori una vicenda con aspetti quanto meno sconcertanti. A portar sostegno alla tesi d'accusa ha iniziato Raimondo Natta, ex ispettore comunale al casinò, oggi a riposo, il quale ha dichiarato senza tentennamenti come le assunzioni e le promozioni all'interno della casa da gioco fossero gestite dai partiti politici: «Chi faceva tutto era il tagionier Soma, capo del personale, vera eminenza grigia. Mi è impossibile riferire casi specifici, ma il Bertolini più volte mi ha confidato che subiva imposizioni dal Soma». Contrastata la deposizione del dottor Luigi Ameglio, dentista della famiglia Bertolini e segretario nel '62-'63 del psi a Sanremo. Il dottor Ameglio ha riferito alla corte che l'anziano gestore del casinò gli aveva confidato più volte come fosse oggetto di pressioni ed esose richieste di denari da parte dei- politici, Interessantissima, la deposizione del dott. Campanelli segretario generale del comune nel 1963, quando si procedette all'asta per la gestione della casa da gioco. Campanelli ha ricordato come in una seduta di giunta avvenuta tre giorni prima della gara d'asta, ci fosse stata divergenza di vedute: la maggioranza era favorevole ad ammettere (come poi avvenne) tutte le dodici ditte che avevano chiesto di poter partecipare; due assessori, Viale e Parodi, chiedevano invece che ne fossero eliminate sette. Il particolare è importante una volta spiegato che le cinque ditte che avrebbero dovuto essere ammesse erano l'Ata ed altre quattro fiancheggiatrici. Successe di tutto il mattino successivo alla riunione di giunta. Il segretario comunale trovò nell'ufficio del sindaco un dipendente del casinò, iscritto alla de, Lazzaro Bergonzo, il quale aveva già pronte in mano lettere di convocazione per gli assessori per una seduta che avrebbe dovuto annullare quella precedente.; Francesco Penna, capogruppo de, chiese al segretario ed al sindaco di modificare il verbale della riunione, mentre il segretario sanremese della de, Giacomo Perla, si rivolse al sindaco dicendogli: «Lei toglie i mezzi di finanziamento al partito». Il presidente del tribunale, dott. Romanelli, ha anche dato lettura della deposizione di Giovanni Birone, ex capo ufficio stampa del casinò deceduto un anno e mezzo fa. Birone, che aveva rapporti di amicizia personale con Bertolini, disse al giudice istruttore: «Credo di poter affermare che il gestore del casinò fosse completamente soggiogato dalla volontà dei politici e degli esponenti comunali. Gli consigliai di registrare tutti i colloqui e Bertolini cominciò a prendere appunti su foglietti di carta che in qualche caso mi diede in visione. So che Salluzzo e Soma erano in particolare gli addetti ad esercitare pressioni per le assunzioni e le promozioni al casinò». Vittorio Preve

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