Dal jugoslavo a un romagnolo

Dal jugoslavo a un romagnolo Cesare Cattaneo, da 17 anni dottore dei granata Dal jugoslavo a un romagnolo Sarà in campo il veterano del derby - Al suo fianco una sfilza dì allenatori - Con Fabbri si sente tranquillo - E' stato anche espulso - Ricorda la grinta di Rocco e Giagnoni L'indiscusso veterano del derby è lui, il professor Cesare Cattaneo, 17 anni di onorata panchina, terzino alla F-acchetti ai bei tempi studenteschi della natia Oleggio Grande, medico granata ma soprattutto - tifosissimo ». Non per niente è stato persino squalificato « avendo discusso con un arbitro a Cagliari di questioni non mediche », una licenza che si permise in un po- meriggio agonisticamente assai caldo ma che non si ripeterà più. Almeno lo spera. Fu l'alloro pre- sidente Rubatto ad ingaggiarlo quando era un medico alle pri- rne armi: » Sentire parlare del Torino, mia antica passione, ed accettare tu tutt'uno Sotto i suoi occhi si è snodata una lunga teoria di tecnici: Marjanovic. Baldi, Allasio. Elleno. Senkey, Santos, Rocco, Fabbri. Cade, Giagnoni ed ora an- cora Fabbri • il primo ritorno — dice — che si sia verificato nel Torino da quando anch'io siedo in panchina ». Il suo fu un esordio senza problemi. "Eravamo in piena incomunicabilità — dice sorridendo — Marjanovic parlava soltanto jugoslavo, accanto a noi c'era un interprete che cercava di intuire i suggerimenti tattici dell'allenatore. Se qualcuno si infortunava, l'Interprete non occorreva ». Il derby: cosa capita di diverso in questa settimana di passione nell'ambiente granata? - Una maggiore accentuazione dell'attesa — risponde — un senso di nervosismo, anche se ovviamente si tende a nasconder lo: da parte degli allenatori un evidente correttivo alla loro per sonalità, la ricerca della mas sima precisione nella prepara zione, cioè nel lavoro. Insomma una concentrazione generale ec- cezionale quasi impossibile per il resto della stagione ». Tanti allenatori, tanti tipi diversi. Da un jugoslavo ad un romagnolo: il professor Cattaneo pone al vertice di questa pira- mide, per il loro temperamento abbastanza infuocato. Rocco e Giagnoni e all'altra estremità Edmondino Fabbri. « La partecipazione di Rocco e di Giagnoni al derby — preci- sa — era davvero eccezionale: sembrava quasi che giocassero anche loro. Alla fine erano letteralmente distrutti, logorati fisicamente e mentalmente. Finivano per trascinare anche chi stava al loro lianco sulla panchina, in un ribollente movimento. Fabbri è l'opposto: anzi proprio nel derby accentua la sua caratteristica di ragionatore meticoloso. Spezzetta ogni dettaglio, il calore del derby non gli fa perdere la lucidità. Non credo che ora sia cambiato, anzi da questi primi giorni passati nuovamente assieme mi ha dato l'impressione di avere rinlorzato questa sua tranquillità ». Nell'esame degli altri tecnici nelle giornate del derby emerge l'inimitabile naturalezza di Santos « un trainer dalla mentalità lanciullesca, limpido, amato dai giocatori perché lo consideravano uno di loro. Senkey, un gen- tiluomo misurato, pacato, dalle parole sempre giuste. Cade, un tipo alla Santos, benvoluto dal giocatori, uno che non lasciava trasparire i suoi sentimenti ma che internamente forse soffriva più di tutti ». Il derby più caldo resta per il professor Cattaneo l'ultimo, quello della clamorosa lite fra Giagnoni e Causio « Non era mai successa una cosa simile in una stracittadina a quanto ricordo io: non abbiamo quasi latto a tempo ad accorgerci di quello che succedeva perché qualcuno ha provveduto a dividere i due rivali. E' un episodio, a mio avviso, che va legato relativamente al derby, lo delinirei in realtà ma parentesi personale fra I due. esplosa in una lite. Il derby più umano è indiscutibilmente quello successivo alla morte del povero Meroni. I giocatori erano sconvolti. Potetti più di <utti. In quella settimana vidi un Fabbri eccezionale sotto il profilo psicologico: riusci a dare equilibrio alla squadra, ad imprimerle quella scossa che l'avrebbe portata al successo. Fabbri quel giorno in panchina, nonostante il trionfo, rimase imperturbabile: guidò I giocatori con la tranquillità e la precisione di sempre. I gol li fece Combin, ma il miracolo fu indubbiamente suo ». Allora domenica con Fabbri in panchina non ci sarà sofferenza? « Quella non manca mai, ma sottriamo quando le maglie bianconere sono un simbolo di vittoria. Se stanno perdendo non c'è motivo per amareggiarsi. A parte il latto che io vedo soltanto quelle granata... ». Un pronostico medico per il derby non esiste: « lo devo lottara soltanto contro l'influenza che imperversa a Torino e che rischia di mettere fuori causa alcuni granata: il mio "training" consiste nel far raggiungere ai ragazzi una buona condizione lisica, al resto penserà Fabbri come sempre ». Il veterano del derby dunque non si sbilancia. Tanto per lui c'è soltanto una squadra. Giorgio Gandolfi

Luoghi citati: Cagliari, Torino