Piano '74: azioni pratiche per rilanciare l'economia di Giulio Mazzocchi

Piano '74: azioni pratiche per rilanciare l'economia Pronto per la trasmissione al governo Piano '74: azioni pratiche per rilanciare l'economia Il documento punta su due condizioni: frenare l'inflazione, creare una "garanzia di domanda" - Il "disavanzo petrolifero" supererà nel '74 i 3 mila miliardi; il deficit dello Stato e delle aziende pubbliche a oltre 9 mila miliardi - Proposte tre "linee" (Nostro servizio particolare) Roma, 28 marzo. Ben 3 o 4 anni saranno necessari per sanare gli aspetti negativi dell'attuale situazione economica. La Programmazione ritiene, quindi, che per quest'anno sia solo possibile impostare l'azione correttiva. Essa mira a realizzare subito due condizioni: fugare l'attesa d'una maggiore inflazione e creare una « garanzia di domanda ». Per tale scopo, d'accordo con Giolitti, quest'anno non viene presentata la consueta bozza di piano, bensì un documento tutto puntato a suggerire azioni pratiche, suddiviso in 5 capitoli, per 137 pagine, che s'intitola « difesa dell'occupazione e del reddito e rilancio degli investimenti ». In vista dell'imminente presentazione di questo piano al governo, oggi gli economisti del consiglio tecnico-scientifico della programmazione hanno espresso i loro pareri sul primo aspetto e martedì 9 aprile lo faranno sul secondo: anticipiamo di seguito i principali punti delle due terapie, di contestuale applicazione. Dalla « diagnosi » stralciamo i principali elementi. Il disavanzo petrolifero aggiuntivo quest'anno supererà di poco 3 mila miliardi. Il deficit dello Stato e delie aziende sarà sopra i 9 mila miliardi. Quello della previdenza e dei Comuni e simili sopra i 2 mila (totale di 11 mila miliardi abbondanti). Sono i postumi d'una malattia che dura da lungo tempo, ma che nel '73 ha portato, per la prima volta dopo 10 anni, a un disavanzo degli scambi reali con l'estero. Poiché gli attivi del precedente decennio non si sono accumulati nelle riserve, bensì sono andati all'estero sotto forma di fuga di capitali, si chiede di non adottare terapie che puniscano chi, lavorando, aveva creato l'attivo reale. Non si suggerisce però neppure di adottare misure disciplinari sul fenomeno della fuga di capitali (a parte il turismo), bensì di favorirne 11 ritorno (riforma della legge sulle società e sulle Borse, ritorno alla cedolare secca in un unico contesto). Nella logica « non punitiva » si chiede inoltre di non tagliare il deficit del settore pubblico e anche di non aumentare il peso reale del prelievo fiscale complessivo. Poiché il deficit è altissimo, si chiede invece di non più aumentarlo; poiché altrettanto si ritiene per il livello dell'inflazione 1974 ( + 11 per cento nei prezzi della contabilità nazionale e +14 nei prezzi al consumo), si chiede di frenarlo; poiché drammatico s'evidenzia il deficit con l'estero, peggiorato anche dal pagamento di 600 miliardi di interessi sui prestiti già presi e da prendere, si chiede di ridurlo. Le tre azioni si debbono svolgere nei seguenti modi. Il deficit si ridurrà perché andranno aumentando le entrate fiscali monetarie per la lotta all'evasione, per il recente rincaro fiscale sulle benzine, per l'innalzamento di alcune aliquote Iva, per l'anticipo delle imposte dirette su professionisti, imprenditori, imprese. Per i prezzi al consumo 11 freno va posto aumentando l'Iva sui beni non essenziali maggiormente importati e detassando invece i beni essenziali (zucchero anzitutto). Per l'importazione si suggerisce di mantenere, estate a parte, la circolazione domenicale a targhe alterne e i limiti di velocità, chiudere i centri urbani al traffico privato; razionare il gasolio per riscaldamento; impedire l'importazione di vitelli, impedirne la macellazione, chiudere le macellerie bovine in alcuni giorni. Si chiede di rifinanziare il credito all'esportazione e concludere accordi bilaterali per scambi contro petrolio. Le azioni sul commercio estero portano a oltre 600 miliardi di risparmio negli acquisti (circa 300 benzina, più di 150 gasolio, circa 200 carne). Quella sull'esportazione dovrebbe farne crescere dal 12 al 15 per cento l'aumento di valore reale (500 miliardi). La prima riduce d'un punto il taglio della « tassa estera petrolifera » sul prodotto lordo nazionale, la seconda aumenta il reddito di un punto, rendendone possibile una crescita 1974 superiore al 5 per cento contro l'aumento di quasi +6 nel '73. Si aggiungono la « selezione del credito » e le leggi fiscali per richiamare capitali d'investimento. La manovra descritta (riduzione dell'aspettativa inflazionistica) richiede poi la « garanzia di domanda », che la spesa pubblica tradizionale non riesce a mantenere per i suoi tempi troppo lunghi. La programmazione propone quindi che sia fatto un « piano d'emergenza » di opere so ciali da « affidarsi » per la realizzazione a grandi imprese pubbliche e private o a consorzi di imprese e coope rative. Per il Sud gli « affida menti » saranno fatti, in base alla legge di riforma del '71, dal ministero per il Mezzogiorno; per le centrali elettriche saranno fatti dall'Enel d'intesa con le Regioni, in base alla legge del dicembre ultimo; per il resto saranno fatti dal ministero del Bilancio, d'intesa con le Regioni e col Cipe. I campi d'intervento sono l'edilizia (residenziale, scolastica, universitaria, sanitaria, infrastnitturale al Sud, portuale e aeroportuale), i trasporti pubblici, la tutela dell'ambiente, il settore elettronucleare e quello agricoloalimentare. La preminenza assoluta è per il Sud. Una legge dovrà disciplinare l'istituto delle concessioni, sia per la sua durata nel tempo, sia per i precisi settori d'impiego, indicando anche i «progetti speciali ». Per il finanziamento si dovrebbe provvedere indicando le somme totali da spendersi in più anni, ma lasciando ai bilanci di Stato l'indicazione per il singolo anno. Gli « affidamenti » potrebbero iniziare in autunno (altrimenti occorrono i soliti due anni almeno), tenendo viva la desiderata « garanzia di domanda » per gli investimenti privati in atto che altrimenti cadrebbero verso fine anno. Sull'istituto della concessione ci sarà certo bat¬ taglia tra i centri di potere politico: se sarà vinta, saranno più che recuperati i ritardi ormai accumulati per i vari piani. Da alcune parti si prospetta l'ipotesi che entro aprile il governo giunga a presentare un superdecreto. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Giolitti

Luoghi citati: Roma