Vertenza più aspra per Alfa e Italsider di Giancarlo Fossi

Vertenza più aspra per Alfa e Italsider Vertenza più aspra per Alfa e Italsider Mercoledì sarà deciso uno sciopero dei 200 mila metalmeccanici delle aziende a partecipazione statale - Si fa strada anche l'ipotesi d'una agitazione di tutti i metalmeccanici (Nostro servizio particolare) Roma, 28 marzo. Uno sciopero dei duecentomila lavoratori metalmeccanici dipendenti dalle aziende a partecipazione statale sarà deciso mercoledì prossimo dall'esecutivo della Firn «come ulteriore pressione per lo sblocco delle vertenze Alfa Romeo e Italsider». Se questa astensione dal lavoro non fosse sutficiente, si attuerà subito dopo uno sciopero di tutti i lavoratori metalmeccanici. L'inasprimento dell'azione è stato annunciato oggi in una conferenza stampa tenuta dai dirigenti della federazione sindacale sugli ultimi sviluppi delle due controversie, sostanzialmente deludenti rispetto alle previsioni dei giorni scorsi. Insieme ai segretari generali Trentin, Camiti e Benvenuto, sono intervenuti Lettieri, Tridente e Mattina e il segretario confederale della Cgil, Marianetti, in rappresentanza della federazione CgilCisl-Uil. Il problema più difficile, hanno sottolineato i sindacalisti, è costituito dalla «posi- zione di diniego» assunta dalle aziende a partecipazione statale sugli investimenti nel Mezzogiorno, in palese contrasto con le recenti dichiarazioni dei ministri più direttamente interessati (Gullotti, Bertoldi e Mancini). Ricordando i tempi delle due vertenze (la prima riguarda 40.000 lavoratori, la seconda 55.000), Benvenuto ha osservato che mentre le trattative sembravano avviate a conclusione «tutto è tornato in alto mare dopo che le aziende a partecipazione statale hanno, nei fatti, affermato la loro totale indipendenza dal governo, rifiutandosi di assumere concreti impegni per gli investimenti nel Sud». Le direttive del ministro Gullotti, ha insistito Lettieri, sono state respinte dall'Alfa e dall'Intersind, le quali invece hanno ribadito i vecchi piani senza nessuna concreta garanzia per il Mezzogiorno. Le direttive del ministro prevedevano che l'occupazione dell'Alfa in Lombardia non dovesse registrare un incremento superiore ai 2500 nuovi addetti, mentre nel Sud l'aumento dovrebbe essere di 8000-9000 unità. «Grosse discordanze» si sono verificate anche tra le direttive del governo e gli orientamenti dell'Iri per la questione Italsider, in particolare per il quinto centro siderurgico di Gioia Tauro, di cui Petrilli ha sostenuto nelle scorse settimane la non economicità. Trentin ha osservato come le vertenze «si stiano caricando di aspetti politici». L'opposizione dell'Ili alla linea decisa dal governo «si configura come una sfida alle stesse prerogative del Parlamento: a questo punto la purtita non interessa più soltanto i metalmeccanici, ma chiama in causa le forze politiche e la loro responsabilità circa il ruolo e la natura delle aziende a partecipazione statale». Trentin aggiunge: «La presidenza Luraghi fu esautorata in nome del Mezzogiorno, mentre la nuova dirigenza dell'Alfa rifiuta qualunque impegno per il Sud. E' assurdo!». Giancarlo Fossi

Luoghi citati: Gioia Tauro, Lombardia, Roma