Risparmiatori disorientati di Renato Cantoni

Risparmiatori disorientati I nostri soldi Risparmiatori disorientati Una serie di provvedimenti ha sconvolto nelle scorse settimane i mercati finanziari italiani e confuso le idee dei risparmiatori. Un commento esplicativo è perciò opportuno. Il tasso di sconto è stato portato dal 6,5 al 9 per cento. Ciò significa che il denaro che riceveranno le banche presentando cambiali di terzi alla Banca d'Italia costerà assai di più. Inoltre, anche le anticipazioni su titoli a reddito fisso costeranno molto più care: dal 6,5 precedente al 9 per cento quelle normali e fino al 12 per cento quelle a « scadenza fissa », che servono agli istituti di credito per ottenere finanziamenti eccezionali a breve termine. Manovra dei tassi Le conseguenze di questa manovra dei tassi sono state immediate: le banche hanno elevato fino al 13-14 per cento gli interessi che i loro clienti devono pagare sui prestiti e conseguentemente hanno innalzato anche la remunerazione dei depositi che ora va dal 6 all'll per cento (al lordo s'intende, delle trattenute fiscali), a seconda dell'importanza del cliente, della durata e dell'ammontare del deposito. Sul mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato i corsi sono sensibilmente calati, con una perdita media del 4 per cento circa, stabilizzandosi poi sui livelli medio-minimi mediante un attento e assiduo intervento della Banca d'Italia. Sono rimaste assai stabili quelle cartelle fondiarie che mantengono da tempo inalterati prezzo e rendimento e, fra queste, quelle dell'Istituto San Paolo di Torino e della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde. Perdite minori hanno subito i titoli che hanno una « vita media » mollo breve. Vi sono ora delle occasioni interessanti per i piccoli e medi risparmiatori, come i Buoni del Tesoro novennali, che saranno rimborsati l'anno prossimo e che rendono oltre l'8,5 per cento netto. Passiamo ora alle misure valutarie. La limitazione dell'importazione o esportazione di banconote italiane a un massimo di 20.000 lire e l'obbligo di segnare sul passaporto la valuta ottenuta presso le banche per viaggi all'estero (la carta d'identità è valida solo per comprovati eccezionali motivi) hanno rarefatto la richiesta di valuta e messo in crisi il mercato nero dei cambi che deve ora trovare altri canali per riorganizzarsi. In un primo momento i corsi « liberi » del dollaro e del franco svizzero hanno segnato ulteriori massimi; successivamente l'abolizione del doppio mercato delle valute mediante la soppressione della lira finanziaria ha prodotto un piccolo terremoto. In concomitanza con i provvedimenti italiani si è registrato sui mercati internazionali un sensibile ribasso del dollaro e la valuta Usa contro lire è caduta ai livelli di oltre tre mesi or sono. Come il rialzo provoca un ulteriore rialzo, così avviene per il ribasso quando i movimenti sono dovuti a complessi mutamenti di tendenza e ad opportune misure delle autorità centrali. Anche questa volta non c'è stata eccezione alla regola e, sulla scia della ripresa della lira ufficiale, si è verificato un buon recupero di quella « nera ». Per averne una idea bastano poche cifre: il dollaro, che due settimane fa era pagato 830 lire costa ora 730. dopo aver segnato un minimo di 715 martedì; il franco svizzero ne ha seguito l'esempio, scendendo da 262 a 242 (minimo di martedì 237). La differenza è sensibile e ha preso alla sprovvista molti italiani che nei mesi scorsi avevano speculato contro la nostra moneta e che vedevano prossimo il traguardo di mille lire per dollaro. Una decisa perdita hanno subito anche quegli investitori che negli ultimi mesi avevano acquistato obbligazioni Ceca e Bei in dollari, pagando legalmente la valuta Usa 700-720 lire mentre ora costa poco più di 620; in sostanza hanno indovinato quei risparmiatori che sono rimasti « liquidi » o che hanno comperato azioni. Tentiamo ora qualche previsione. Fra non molto avrà inizio la stagione turistica che porterà nel nostro Paese la consueta fiumana di viaggiatori. Fino a luglio le entrate valutarie saranno cospicue e concorreranno a sostenere il valore esterno della lira. La Banca d'Italia, mediante i suoi continui interventi, farà certamente in modo da impedire eccessivi « scivoloni » della nostra moneta, aiutata nel suo compito dal ridimensionamento di parecchie operazioni speculative oggi molto costose per il forte aumento dei tassi d'interesse. Gravi interrogativi Gli interrogativi rimangono preoccupanti per il secondo semestre dell'anno. Se il deficit dei nostri conti con l'estero rimarrà agli attuali altissimi livelli e la spirale inflazionistica non sarà imbrigliata e ridotta, non saranno le misure monetarie e quelle fiscali adottate in questi giorni sufficienti a rovesciare la situazione. Grande importanza avrà anche quello che succederà fuori dai nostri confini. Per ora, sia pure in proporzioni più ridotte e con maggior possibilità di controllo, la crisi scatenata negli ultimi due anni è ben lungi dall'esser debellata, anzi si è notevolmente aggravata. Diminuisce così la possibilità per il nostro Paese di ricorrere alla solidarietà degli altri Paesi industriali. Renato Cantoni

Luoghi citati: Torino