Marzolle chiede invano la libertà provvisoria di Giuliano Marchesini

Marzolle chiede invano la libertà provvisoria Si è iniziato a Venezia il processo del "crack„ Marzolle chiede invano la libertà provvisoria L'ex banchiere veneziano, in carcere da tre anni, non si è presentato all'udienza Assenti anche molti altri imputati - Il dibattimento, con l'avvio del concordato autorizzato dal giudice fallimentare, ha perduto parecchio del suo interesse (Dal nostro inviato speciale) Venezia, 26 marzo. Quanti aspettavano di vedere stamane l'iiuomo miliardo» in tribunale, sono rimasti delusi. Il processo contro Attilio Marzollo è cominciato senza Marzollo: l'ex agente di cambio veneziano preferisce rimanere rinchiuso nel carcere di Santa Maria Maggiore, almeno fino a quando non dovrà affrontare l'interrogatorio. Erano in parecchi ad attendere l'arrivo del finanziere protagonista del colossale «crack»; c'era molta più animazione del solito tra la gente al mercato, a due passi dal palazzo di giustizia. Ma non è apparso sul Canal Grande il motoscafo dei carabinieri che avrebbe dovuto trasportare il «mago della borsa» in manette. «Oggi proprio non me la sento di presentarmi in tribunale — ha detto l'ex agente di cambio ai suoi legali —. Se non è ancora il momento di parlare di fronte ai giudici, che cosa ci vengo a fare? Soltanto a farmi guardare dalla gente? Meglio che resti qui». Nell'aula della corte di assise, dove il tribunale s'è trasferito per ragioni di capienza, rimane dunque deserto il recinto degli imputati in stato di arresto. Ci sono dei vuoti anche nella fila degli altri accusati, tutti a piede libero. Manca Pietro Baldanello, funzionario dell'ufficio titoli del Banco Ambrosiano, che di recente è stato sottoposto ad un delicato intervento chirurgico. E non sono comparsi nemmeno Pierluigi Puddu, ex direttore centrale del Banco di Roma, Domenico Napoli, ispettore centrale del Banco di Sicilia di Palermo, ed il commerciante Paolo Maffioli. Il presidente del tribunale, Giuseppe La Monaca, dispone che nei loro confronti si proceda, per il momento, in contumacia. Tra l'altro, la complessa vicenda giudiziaria di Attilio Marzollo ha avuto un notevole ridimensionamento con l'avvio del concordato autorizzato dal giudice fallimentare: l'ex agente di cambio intende tappare una parte del gran buco con i 10 miliardi rimasti disponibili, e la proposta è statf «ccolta. Resisto) /, tenacemente, soltanto a uà costituzioni di parte civile, che sono state presentate stamane ai giudici. La prima è sostenuta da un socio del Banco San Marco, il quale ha perduto una cinquantina di milioni, nel turbine delle operazioni finanziario di Marzollo. La seconda è un caso piuttosto singolare: si riferisce ad una «disavventura» toccata ad una signora, che si vede applicare dal fisco una imposta di 29 milioni: dall'accertamento dell'ufficio delle tasse risultava che aveva acquistato da Attilio Marzoilo titoli per una somma molto ingente. Ma la signora afferma che quel pesantissimo accertamento derivò da false dichiarazioni dell'ex agente di cambio, per cui chiede il risarcimento. Sbrigate le questioni preliminari, con la riserva del tribunale di decidere sulle istanze di costituzione di parte civile, il presidente dichiara aperto il dibattimento. E, come era prevedibile, si accende subito la battaglia tra il p.m., Ennio Fortuna, e il gruppo fitto degli avvocati. La difesa di Attilio Marzollo compie il primo passo: presenta la richiesta per una perizia sui documenti che riguardano le attività dell'ex agente di cambio. L'intento è quello di smontare le accuse di bancarotta contestate al finanziere veneziano. «Sono dolente — dice l'avvocato Devoto — di dover imporre al processo una sorta di pausa iniziale, ma fin dal principio di questa vicenda noi abbiamo cercato di dimostrare che era necessario ricostruire il movimento patrimoniale della cosidetta impresa Marzollo. Adesso ripetiamo che un accertamento tecnico è indispensabile». Secondo il difensore Attilio Marzollo non aveva niente da sottrarre, né qualcosa da nascondere. «Invece — aggiunge — proprio per l'imputazione di bancarotta è in carcere da tre anni. Abbiamo chiesto più volte la concessione della libertà provvisoria e ci hanno risposto che non era possibile perché Marzollo aveva sottratto miliardi. Si sente ripetere che ha manovrato tutto quel denaro, ci sono le accuse di truffa e di falso. Ora noi diciamo: si faccia almeno il conto di quanti soldi sarebbero finiti nelle sue tasche. Parlano delle somme depositate in Svizzera. Ma se quella è distrazione di capitali, allora io mi levo il cappello e non si discute più». L'accusa sostiene che una perizia è superflua, inutile. Il curatore fallimentare, osserva, si è servito persino di un elaboratore elettronico per venire a capo delle intricate operazioni dell'ex agente di cambio. Quindi non potevano esservi incertezze, perplessità. Il difensore rinnova infine la richiesta di libertà provvisoria per l'ex agente di cambio. «E' un uomo — dice — che non riesce più a ragionare, facciamo persino fatica a fargli capire i verbali degli interrogatori». La replica del pubblico ministero è secca. «Qui si vuole allungare il processo — dice il dottor Fortuna — fare in modo che venga rinviato a nuovo ruolo e approfittare di questo rinvio. Il rappresentante dell'accusa contesta tra l'altro ad Attilio Marzollo di aver depositato all'estero un miliardo e 300 milioni, su tre conti cifrati. Dopo circa tre ore di came¬ ra di consiglio, il tribunale decide di riservarsi di disporre la perizia nel corso del dibattimento, respinge l'istanza di libertà provvisoria per Attilio Marzollo. Delle costituzioni di parte civile, è ammessa soltanto la seconda. Il processo riprende domani. Giuliano Marchesini Venezia. L'aula dove si è iniziato il processo contro Attilio Marzollo (Cameraphoto)

Persone citate: Attilio Marzoilo, Ennio Fortuna, Fortuna, Giuseppe La Monaca, Paolo Maffioli, Pierluigi Puddu

Luoghi citati: Napoli, Palermo, Svizzera, Venezia