Il giudizio degli altri di Giovanni Trovati

Il giudizio degli altri Il giudizio degli altri (Dal nostro corrispondente) Roma, 26 marzo. Mentre il Senato si appresta a dare il voto di fiducia al governo Rumor si conoscono il giudizio nel complesso positivo della Confindustria e quello negativo, quanto meno preoccupato, dei sindacati. Il presidente della Confindustria Lombardi ritiene che il programma possa anche andar bene, purché alle buone intenzioni seguano atti concreti. La situazione, ha ripetuto, è grave ed ha sottolineato tre punti: quest'anno il tasso di inflazione è previsto sul 20 per cento, il deficit dello Stato oltre i 9 mila miliardi, il passivo della bilancia dei pagamenti sui 5 mila miliardi. Tre dati che parlano da soli e che richiedono un impegno del governo a mutare la tendenza. Secondo la Confindustria nel passato si è fatto poco e in quanto al contenimento della spesa pubblica «un cavolo di niente». I sindacati non si sono ancora pronunciati ufficialmente, ma che cosa pensino del nuovo tripartito si comprende dalle dichiarazioni che Scheda (Cgil), Macario (Cisl), Benvenuto (Uil) hanno rilasciato al Mondo. E' certo che non intendono più concedere una «cambiale in bianco» e si preparano ad un confronto più severo. Diciamo che una linea dura serve loro per ricuperare quella base che a fatica controllavano perché ostile all'atteggiamento di collaborazione con il governo. Farsi portavoce del malumore che sale dalle fabbriche e dagli uffici quando tutto rincara, parecchi generi di prima necessità non si trovano, i disagi crescono per le mancate riforme, è molto più facile che mediare questi malumori ed incanalarli verso una richiesta non settoriale, ma di politica generale. Per le tre confederazioni rimangono valide le critiche e le sollecitazioni che dettero vita allo sciopero generale del 27 febbraio. Su quelle linee esse intendono condurre il confronto. Secondo Scheda il governo, se preferisce imboccare strade opposte a quelle indicate dal movimento sindacale, si pone in contraddizione con il ruolo che ha proclamato di voler realizzare «aprendo così una crisi politica di fondo». Per Macario una formula politica, che pure a suo giudizio oggi non ha alternative, non può durare se si risolve nell'immobilismo: «Il centro sinistra non può restare in piedi solo per ragioni di aritmetica parlamentare». Benvenuto va per le spicce e drasticamente proclama: «Il nostro giudizio è completamente negativo». (Va osservato che Scheda e Macario sono segretari confederali, Benvenuto è segretario di federazione, quella dei metalmeccanici Uil). Sempre Benvenuto ritiene che Rumor nella fretta di tornare a palazzo Chigi non si sia preoccupato di risolvere lo scoglio delle scelte di politica economica che provocarono la crisi del precedente governo. II primo atteggiamento negativo dei sindacati si è avuto oggi alla proposta di aumentare le tariffe ferroviarie. La giudicano «grave e inaccettabile» perché «arrecherebbe un altro durissimo colpo al sistema dei prezzi e in particolare renderebbe ancora più intollerabile ai lavoratori e ai ceti meno abbienti il regime di austerità in atto nel momento in cui più fortemente si avverte la necessità di una efficace tutela dei redditi di lavoro». Cgil, Cisl e Uil vedono il provvedimento come «una nuova conferma della chiara linea deflazionistica che il governo intende attuare in netto contrasto anche con le enunciazioni programmatiche sostenute di fronte al Parlamento e al Paese». Se il Consiglio dei ministri approverà, come pare quasi sicuro, le nuove tariffe, le tre confederazioni inizieranno il nuovo confronto con uno sciopero? La situazione economica torna in primo piano portata dalla realtà delle cose e dopo la Confindustria, dopo i sindacati, se ne ha un saggio nel dibattito a Palazzo Madama. Marcora, che ha parlato per la de, ha usato parole di allarme indicando i pericoli insiti nella prospettiva che il tasso di inflazione in Italia superi quelli previsti per gli altri Paesi. «Se il nostro deficit dovesse superare certi livelli critici, il governo sarà costretto a scegliere se accettare ulteriori svalutazioni della lira o mettere in atto una drastica politica deflazionistica». Mai un esponente della maggioranza aveva parlato con tanta crudezza. Vedremo se domani nella sua replica Rumor farà sue queste inquietanti ipotesi. Eppure in tanta crisi la macchina del referendum, oramai in moto, rischia di distogliere l'attività delle forze politiche da un immediato non procrastinabile impegno di lotta contro l'inflazione e di difesa dell'economia. Giovanni Trovati

Persone citate: Macario, Marcora, Rumor

Luoghi citati: Italia, Roma