Nuova fase nei rapporti petrolio - Terzo Mondo

Nuova fase nei rapporti petrolio - Terzo Mondo Iniziative a Teheran e a Tripoli Nuova fase nei rapporti petrolio - Terzo Mondo I Paesi produttori di greggio accolgono le richieste dei Paesi in via di sviluppo - Prestito iraniano alla Banca mondiale, "tariffa speciale" libica (Nostro servizio particolare) Londra, 25 marzo. Cominciano ad intravedersi buone possibilità che la rapida scalata nei prezzi mondiali del greggio, attizzata dall'ultimo conflitto nel Medio Oriente, aiuti i Paesi in via di sviluppo per colmare il divario con le nazioni economicamente più progredite. Sembra attuabile sia la messa a punto dì un piano per assicurare alla Banca Mondiale (e agli organismi ad essa collegati) i capitali necessari a proseguire nei suoi compiti istituzionali a favore del Terzo Mondo, sia una «nuova filosofia» dei produttori di petrolio, capace di permettere ai «sottosviluppati» di fronteggiare i loro bisogni energetici pagando prezzi proporzionalmente inferiori alle quotazioni internazionali correnti. I progressi delle ultime ore riguardano l'annuncio di un prestito di 200 milioni di dollari del governo persiano alla World Bank e la decisione del Consiglio rivoluzionario libico di introdurre una tariffa «speciale» per le vendite di greggio ai Paesi in via di sviluppo. Per apprezzare il loro significato pratico occorre ricordare il massiccio contributo, durante l'ultimo decennio, degli idrocarburi liquidi e gassosi alla crescita del prodotto nazionale delle 45 nazio w impegnate ad assicurare alle loro popolazioni uno standard dì vita adeguato alle esigenze del mondo moderno, e il precario bilancio della Banca Mondiale, soprattutto in seguito alla diminuita «generosità» degli Stati Uniti e degli altri Paesi industriale zati. Stime attendibili fissavano al 40 per cento circa di tutte le importazioni (calcolate a valore) l'incidenza del petrolio e dei suoi derivati, nel caso dell'India, dell'Etiopia, del Brasile, della Corea della Thailandia, del Pakistan, del Bangladesh e della Repubblica di Syr Lanka (l'ex Ceylon). A questi livelli l'extra-onere richiesto al Terzo Mondo per far fronte all'impennata avutasi sul mercato internazionale dei prezzi del greggio può quest'anno facilmente superare i 10 miliardi di dollari. La somma appare proibitiva tenendo conto delle previsioni d: studiosi autorevoli di un prossimo rientro del boom nei prezzi di materie prime, ai di fuori del petrolio, (prodotte principalmente dal Terzo Mondo) ed il fatto che la grande maggioranza dei «sottosviluppati» accusava serie difficoltà nel rispettare le scadenze di pagamenti verso l'estero, già prima dell'esplosione dei prezzi del greggio. L'iniziativa del governo di Tripoli di accordare ora al Terzo Mondo condizioni particolari (la Libia è riuscita a fare proprie idee ventilate dall'Iraq e dall'Iran) assume, pertanto, un'importanza primaria. L'esempio libico dovrà peiò fare altri proseliti perché non risulti la classica «goccia nell'oceano». Comunque la mossa delle autorità di Tripoli avrà certamente un seguito nei confronti del monopolio delle «sette sorelle». L'esperto petrolifero del Times ritiene che, volendo le autorità libiche trattare solo con i governi in carica, quelli del Terzo Mondo sono tentati a seguire il precedente creato dallo Zaire e nazionalizzare le reti di distribuzione possedute sul proprio territorio dalle società petrolifere. Resta da vedere se una evoluzione in questo senso assicurerà ulteriori risparmi oppure, come pensano i dirigenti delle società interessate, porterà nuoti' ostacoli sul sentiero dei «sottosviluppati». Quanto alla Banca Mondiale, Z'Economist sostiene giustamente che il contributo risulterebbe molto più incisivo se fornito in sintonia con quello di altri enti anch'essi impegnati a favore del Terzo Mondo. Giuseppe Scintone

Persone citate: Giuseppe Scintone