Genova: i retroscena della crisi comunale di Paolo Lingua
Genova: i retroscena della crisi comunale La giunta caduta dopo 2 anni e mezzo Genova: i retroscena della crisi comunale Le dimissioni di sindaco e assessori sono legate ad un problema di ridistribuzione delle cariche, non alla validità della formula politica L'unico schieramento con maggioranza assoluta è il centro-sinistra (Dal nostro corrispondente) Genova, 25 marzo. Il sindaco e la Giunta comunale di Genova si sono dimessi questa mattina, dopo una riunione durata dieci minuti. L'annuncio ufficiale è stato dato con un comunicato di quattro righe. «Come annunciato, la Giunta comunale si è riunita oggi sotto la presidenza del sindaco Piombino. Il sindaco e la Giunta hanno deciso all'unanimità di rassegnare le dimissioni». L'amministrazione Piombino è durata perciò due anni e sei mesi, la metà esatta del mandato. E' caduta in seguito a una complessa serie di manovre svoltesi in buona parte fuori dell'amministrazione, all'interno dei partiti, dove si sono modificati certi rapporti di forza. L'esempio più vistoso è il psi: la federazione genovese è retta da alcuni anni da una alleanza tra demartini ani e manciniani. Questi ultimi che non dispongono di nessuna carica di rilievo a livello cittadino o regionale, hanno insistito per ottenere un assessorato. E, con ogni probabilità, lo otterranno: il capogruppo Franco Malerba, nella prossima giunta, dovrebbe ottenere un assessorato. C'è da fare una immediata considerazione: è un problema di redistribuzione di cariche e di riassetto dei partiti prima delle elezioni regionali e provinciali del prossimo anno quello che ha portato alla crisi di oggi, non una questione di formula o di alleanze. A Genova, stante l'attuale situazione in consiglio comunale, l'unico schieramento che possa conseguire la maggioranza assoluta è il centro - sinistra: 22 democristiani, 10 socialisti, 7 socialdemocratici, 3 repubblicani, in totale 42 seggi, contro 30 comunisti, 4 liberali, 4 missini. I conti sono presto fatti: neppure una giunta frontista (40 seggi) avrebbe la possibilità di superare le secche dell'approvazione del bilancio. O il centro - sinistra, dunque, o il commissario. Per il momento nessun dirigente dei partiti di centro - sinistra ha voluto rilasciare dichiarazioni ufficiali. Il consiglio comunale, previsto per questa sera, è stato rinviato a tempo indeterminato: ma i comunisti, che hanno un terzo dei componenti dell'assemblea, chiederanno, quasi sicuramente, per la prossima settimana, la convocazione del consiglio per un dibattito politico. Non è però improbabile che, entro la fine della settimana, i contatti tra i quattro partiti saranno riallacciati. Si parla di Piombino sempre come sindaco e di una riconferma di buona parte dei titolari degli assessorati della giunta dimissionaria. Entro una decina di giorni dovrebbero iniziare gli incontri «ufficiali» tra le delegazioni dei quattro partiti. Ma oltre alla nuova distribuzione delle cariche, di cosa si parlerà? Dovrebbe tornare sul tappeto il discorso spinoso del piano regolatore, un discorso che a Genova è particolarmente difficile perché di fatto nessun progetto organico è possibile se i due enti — «autonomi» ciascuno nella propria sfera di competenza, il Comune e il Consorzio autonomo del porto — non trovano un accordo di massima. E, purtroppo, a Genova i contatti tra Comune e consorzio sono tradizionalmente rarefatti. Il dialogo città - porto dovrebbe sciogliere il nodo degli insediamenti petroliferi nella costa e nell'entroterra, oltre che fornire soluzioni alternative sui problemi - chiave della città e del suo hinterland: centri direzionali, aree industriali, servizi (settore que- st'ultimo paradossalmente arretrato per una città dominata da una economia terziaria). Di tutto questo si parlerà nel corso delle interminabili «verifiche» che sono previste per almeno un mese a partire dai prossimi giorni? C'è chi ne dubita; chi sembra deciso, invece, è Giancarlo Piombino. Il «sindaco più giovane» (quando fu eletto, nel settembre del 1971, aveva 39 anni), ha commentato la situazione, a mezza voce, questa mattina mentre lasciava palazzo Tursi: «£' una crisi politica: ma se non si preciseranno chiaramente gli obiettivi amministrativi e le strategie di politica economica di Genova, non accetterò di guidare una nuova giunta». Paolo Lingua Il sindaco Piombino
Persone citate: Franco Malerba, Giancarlo Piombino
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