Treviglio, si scava nella cascina per cercare il riscatto di Torielli

Treviglio, si scava nella cascina per cercare il riscatto di Torielli Treviglio, si scava nella cascina per cercare il riscatto di Torielli Ieri ancora i picconi in azione, ma non si sono avuti altri risultati - Sembra ormai certo: una matrice comune nei sequestri Torielli-Montelera-Cannavale Il nostro inviato ci telefona da Treviglio: Le cosche del Nord aspettano la prossima mossa degli inquirenti e, forse per la prima volta, la loro tracotanza s'è affievolita. Nei fascicoli sui sequestri Torielli, Montelera e Cannavale sono segnati nomi di persone sulle quali pesano sospetti che, di giorno in giorno, diventano più precisi. Nomi di personaggi importanti, che occupano nella gerarchia mafiosa gradi intermedi. Personaggi la cui importanza è ritenuta superiore a quella del «capofamiglia» don Giacomo Taormina, scomparso da Treviglio non più di mezz'ora prima della liberazione diLuigi Rossi. Sembra che 1 tre rapimenti dell'industriale Torielli, di Luigi di Montelera e dell'architetto Cannavaie abbiano un'unica matrice. L'idea dei sequestri di persona a scopo di estorsione sviluppata su vasta scala sarebbe di un «padri- no» rispettato quanto intraprendente dell'iionorata società». Il denaro ricavato, si dice, dovrebbe servire per il commercio della droga. Ed è in questa direzione che le indagini insistono con particolare attenzione. Terminati a cascina Cerro di Cassolnovo, Vigevano, gli scavi proseguono altrove. Per tre ore, ieri, gli uomini della Guardia di finanza hanno lavorato all'interno de) cascinale dei fratelli Francesco e Giuseppe Taormina, ultima prigione di «Luigino». Un mandato di perquisizione sottoscritto dal giudice Turone, che conduce le inchieste parallele Torielli Montelera con il sostituto procuratore Caizzi, è stato portato al cascinale di Calvenzano alle 15. Poco dopo è arrivato anche il maggiore Lombardo, della Finanza, uno dei «liberatori» di Montelera. Le donne del clan Taormina che abitano ancora il cascinale, sono state avvertite che era nel loro di ritto chiamare un legale. Sul po sto è giunto l'avvocato Puglisi. Due finanzieri hanno bucato, con i picconi, il pavimento di un sottoscala. Gli scavi sono proseguiti fino alla profondità di un metro, alle 18 sono stati sospesi. Sembra che non abbiano dato risultati. Il denaro del riscatto Torielli era l'obiettivo dell'operazione. Gli inquirenti, infatti, seguono ancora con tenacia la traccia, sia pure incerta, individuata nel corso delle indagini sul rapimento dell'industriale. In questa settimana il giudice istruttore interrogherà Giovanni Taormina, arrestato a Palermo e sospettato come autore delle lettere di richiesta del riscatto per Luigi Montelera. Nel primo colloquio col giudice l'uomo ha mantenuto un atteggiamento tranquillo, quasi distaccato. Ascoltati presto dal dott. Turone saranno anche i due fratelli, Francesco e Giuseppe. La prima volta che il giudice li ha «sentiti» hanno parlato poco, ma non hanno trascurato di sottolineare che ignoravano la presenza di «Luigino» in una cella un metro e mezzo sotto i loro piedi. Anche da loro cavarci qualcosa sarà impresa difficile. Il dottor Turone dovrebbe ascoltare anche Giuseppe Ugone Jr., il diciottenne guardiano di porci, nipote del proprietario della cascina «Valle Palme», dov'è stato tenuto Montelera i primi due mesi. All'interrogatorio assisterà anche il difensore degli Ugone, avvocato Lopez, di Milano. Continua il silenzio invece sulla sorte di Fazio Longhi, il diciassettenne rapito a Meda 1 primi di febbraio da un "commando" di banditi. L'angoscia regna nella casa del giovane, la famiglia si è dichiarata disponibile a qualsiasi trattativa. Ha detto l'avvocato Ferrerl: «Attendiamo solo che t rapitori si facciano vivi». v. tess.

Luoghi citati: Calvenzano, Cassolnovo, Milano, Palermo, Taormina, Treviglio, Vigevano