Invito di Leone ai giovani a meditare sulle Ardeatine

Invito di Leone ai giovani a meditare sulle Ardeatine Il 30° anniversario della strage nazista Invito di Leone ai giovani a meditare sulle Ardeatine Il Presidente della Repubblica ha ricordato in un messaggio agli "spiriti più deboli" che si lasciano suggestionare dallo "Stato autoritario" che nessun progresso è perseguibile annullando la libertà - Il discorso del ministro Andreotti (Dalla redazione romana) Roma, 25 marzo. Il 30° anniversario dell'eccidio alle Fosse Ardeatine è stato celebrato stamane con una solenne cerimonia dinanzi al mausoleo eretto nel luogo in cui caddero le 335 vittime della rappresaglia nazista. Il governo era rappresentato dal ministro della Difesa, Andreotti. Il Presidente della Repubblica, a causa di una leggera indisposizione, non è andato alla cerimonia ed ha fatto pervenire un messaggio al presidente dell'Associazione nazionale famiglie italiane dei martiri, dottor Azzarita, in cui si afferma che «lo sdegno per l'atroce eccidio e la pietà per le vittime sono intatti». «Il ricordo dell'eccidio — scrive il presidente Leone — non vuole alimentare o riaccendere odi e rancori; vuole indicare la necessità di continuare a percorrere la strada delle libertà democratiche. Se talvolta, negli spiriti più deboli o nelle anime più fragili come quelle di taluni giovani, che di esperienze ormai lontane hanno solo il pallido riscontro delle memorie scritte, riaffiora la suggestione dello Stato autoritario nell'illusione che possa sostituire il difficile congegno della democrazia, episodi come quello delle Fosse Ardeatine ci richiamano alla riflessione che nessun progresso è perseguibile annullando o schiacciando la libertà, che è per l'uomo respiro vitale e vivificatore. Le vie della democrazia non sempre sono larghe ed agevoli. Ma se, nonostante le difficoltà e le inevitabili carenze, pensiamo al cammino percorso in questi trent'anni di vita democratica, e al nostro attuale stato di uomini liberi, non possiamo che guardare con fiducia all'avvenire». Alla cerimonia, alla quale hanno assistito migliaia di persone tra cui i familiari delle vittime e molti giovani, erano presenti anche il presidente della Corte costituzionale, Bonifacio, il vicepresidente del Senato, Spataro, i ministri Malfatti e Lupis, il capo di Stato maggiore della Difesa, ammiraglio Henke, il presidente della Regione, Santini, il sindaco Darida e numerosi parlamentari. Dopo i riti religiosi, cattolico ed ebraico, e la deposizione di corone d'alloro da parte di Andreotti e del consigliere militare del Presidente della Repubblica alla lapide che ricorda la strage, il ministro della Difesa ha pronunciato un discorso in cui ha detto, tra l'altro, che «in quelle cave — simbolicamente collegate con le tombe di Marzabotto e con altri punti dolorosi e insieme gloriosi del calvario italiano di quei lunghi mesi I di attiva resistenza — devono rimanere per sempre sepolte le ideologie, il fascismo ed il nazismo, che sono alla base degli incredibili momenti di violenta bestialità». Una cerimonia si è svolta anche al Museo della liberazione, in via Tasso, dov'era il comando delle SS tedesche. Il ministro della Pubblica Istruzione, Malfatti, vi ha scoperto una lapide in ricordo del sacrificio del vicebrigadiere dei carabinieri Salvo D'Acquisto, fucilato dai nazisti il 23 settembre 1943, primo martire della Resistenza a Roma, dopo i combattimenti per la difesa della capitale. Il papa Paolo VI ha inviato un telegramma al cardinale vicario, Ugo Poletti, in cui rinnova «Va profonda deplorazione per l'esecrando avvenimento delle Fosse Ardeatine». La Radio vaticana, associandosi «al doloroso e religioso ricordo delle vittime trucidate e alla doverosa meditazione sui valori della pace», ha anche difeso l'operato di Pio XII. Dopo aver ricordato le parole pronunciate recentemente dal Papa e la mole di documenti pubblicata dalla Santa Sede, l'emittente vaticana ha così proseguito: «In quegli anni se vi fu una persona che ebbe veramente a cuore la pace, la giustizia, il bene dei popoli, e in particolare di Roma e dei suoi cittadini, questi è stato il papa Pio XII».

Luoghi citati: Marzabotto, Roma