Lira: migliori i cambi sul mercato unificato di Giulio Mazzocchi

Lira: migliori i cambi sul mercato unificato Dopo quattordici mesi di doppia quotazione Lira: migliori i cambi sul mercato unificato Nella prima giornata dopo la decisione governativa, la nostra moneta ha ancora guadagnato, nel cambio con le altre valute, rispetto alla lira commerciale di giovedì (Nostro servizio particolare) Roma, 22 marzo. Si misurano oggi, e sono tutti positivi, gli effetti delle due decisioni prese questa settimana da Colombo: rialzo del tasso di sconto, unificazione del mercato valutario. La lira internazionale, nuovamente unica dopo 14 mesi esatti, ha guadagnato qualcosa rispetto al valore di ieri della stessa lira commerciale (e quasi tre punti guadagna rispetto a quella finanziaria). C'è una prima conseguenza pratica che interessa direttamente una moltitudine di cittadini, nel bene per alcuni e nel male per gli altri. Le rimesse degli emigranti non saranno più cedute all'estero, ma riaftluiranno direttamente in Italia, dove però saranno tramutate in lire al prezzo del mercato unico, inferiore a quello che ieri aveva il mercato finanziario. Coloro che si recano all'estero, sottostando alle decisioni della settimana scorsa (non più di mezzo milione in valuta estera, di cui al massimo ventimila lire in valuta italiana), ora compreranno valuta sull'unico mercato esistente, senza subire il taglieggiamento bancario in corso sino a ieri. Non è quindi più necessario munirsi dei rari traveller's chèques. I turisti esteri saranno ancora intercettati dai cambiavalute del k mercato nero » all'estero, ma non in Italia, perché la loro valuta non potrà più essere rivenduta ai turisti italiani, ma solo a chi voglia esportarla clandestinamente, con tutti i rischi connessi. Già oggi, perciò, il « mercato nero » ha fatto pochi affari. Pochi sono stati gli affari anche sul mercato ufficiale, ma qui la lira ha ulteriormente recuperato, chiudendo a —17,24 per cento nel calcolo che 24 Ore riferisce al 9 febbraio '73, ultimo giorno della difesa fissa (ieri era —17,27 sul commerciale, che quotava il 2-3 per cento più di quello finanziario). Se la riunifìcazione dei due mercati (che era possibile già un anno fa), fosse stata realizzata prima di dicembre, in quel mese il tasso di 24 Ore si sarebbe certo collocato sotto al 10 per cento, invece di stare vicino al 12. In quel mese, infatti, entrarono in Italia capitali per circa 800 miliardi di lire, portando il valore finanziario della lira sopra al valore commerciale. Si può dunque dire che il precedente centro-sinistra era riuscito a mantenere per un semestre il valore esterno della lira al « livello di guardia » di —10 per cento indicato nel maggio scorso dal governatore della Banca d'Italia, Carli. Lo stesso governo aveva ereditato dal centro-destra una assai peggiore situazione: la lira stava a —18 per cento nel giugno scorso. Si misura ora comunque bene l'effetto ripercossosi sulla lira con l'ultimo aumento del prezzo internazionale del petrolio scattato in gennaio: tra dicembre e ora c'è un'ulteriore svalutazione del 6 o 7 per cento. E' realistica? La « lettera d'intenti » di La Malfa dichiarava al Fondo monetario realistica una svalutazione di fatto del 17 per cento della lira, tra 1972 e 1974. Ma il suo valore odierno (—17,24 per cento) indica che è possibile risalire di qualche misura questa china: febbraio è stato negativo per l'industria dell'auto, la cui domanda estera dovrebbe in breve almeno un poco migliorare, inoltre in inverno abbiamo quasi soltanto uscita, non arrivo di turisti. A prezzo petrolifero internazionale fermo sino a fine giugno (poi aumenterà solo se crescerà l'inflazione mondiale), c'è modo di migliorare ancora i nostri rapporti con l'estero. La condizione per il raggiungimento degli obiettivi è che cessi la fuga massiccia di capitali, e se ne crei anzi un rientro. La borsa valori è stata oggi in rialzo: di 1,42 punti secondo l'indice di Mediobanca e di 7 secondo l'indice degli agenti di cambio milanesi. In percentuale il primo aumento è prossimo al 2 per cento, solo di un terzo di punto percentuale secondo l'altro indice, che tie ne conto delle effettive quan tità di titoli scambiati. La Borsa è comunque in rialzo e dovrebbe attrarre capitali non bancari, in questo mo mento nel quale le banche stanno rientrando da varie esposizioni speculative. La quotazione dei titoli a reddito fisso ha subito un altro lieve assestamento. L'abbassamento del valore di vendita dei titoli comporta perdita per chi vende, ma per chi compra comporta aumento del rendimento. Tale rendimento è oggi calcolato da Mediobanca per il mercato delle obbligazioni italiane nella misura del 9,172 per cento tdttldzagmcontro 9,127 di ieri. Nella set- j rimana il rendimento s'è ac- > cresciuto di oltre il 5 per cento. Si tratta, da ora, d'un rendimento superiore al deposito bancario: la manovra sul tasso e l'emissione di 300 miliardi di buoni quadriennali del tesoro al 7 per cento (senza premi a sorte) sembrano aver avuto i loro effetti. L'intonazione positiva spinge il governo ad impegnarsi in altri annunciatissimi provvedimenti. Giulio Mazzocchi

Persone citate: Carli, La Malfa

Luoghi citati: Italia, Roma