Resta inspiegabile e misterioso l'attentato a Anna d'Inghilterra di Mario Ciriello

Resta inspiegabile e misterioso l'attentato a Anna d'Inghilterra A tre giorni dalla sparatoria vicino al palazzo reale Resta inspiegabile e misterioso l'attentato a Anna d'Inghilterra Voci contraddittorie sulla figura di Iati Ball: alcuni lo dicono discendente d'una ricca famiglia, altri lo identificano con l'autista d'una piccola ditta - Una sospetta disponibilità di denaro (Dal nostro corrispondente) Londra, 22 marzo. Più passano le ore, più l'attentato contro la principessa Anna acquista tinte drammatiche e misteriose. Chi è questo Ian Ball, l'aggressore adesso rinchiuso in un carcere londinese? E' questo il suo vero nome? E' proprio un folle, o piuttosto il freddo esecutore di un piano lungamente studiato? Su due punti non sembrano esservi più dubbi: Ball voleva rapire la figlia della regina, e voleva tenerla prigioniera in una casa da lui affittata nei pressi dell'abitazione degli sposi, a Sandhurst. Non si esclude che Ball provenga da buona, e forse benestante, famiglia. Qualsiasi tentativo di ricostruire la vicenda è estremamente difficile. Nel suo desiderio di difendere l'imputato da indiscrezioni e illazioni, che potrebbero successivamente influenzare i giurati, la giustizia britannica obbliga la polizia e la stampa a un silenzio pressocché totale. Si brancola quindi tra vaghe informazioni, che sovente non rispondono agli interrogativi, ma ne ispirano altri. I detectives di Scotland Yard af¬ fermano, ad esempio, che nulla sembra indicare la presenza di un complice. Ma è una smentita definitiva? Ammettiamo che sia infondata la teoria secondo cui Ball avreb¬ be avuto fondi propri. Come si sarebbe procurato allora i soldi di cui disponeva? Era «finanziato» da qualcuno? Per essere un «disoccupato, senza fissa dimora», di 26 anni — come fu descritto ieri in tribunale — Ian Ball era ben provvisto. Quando la polizia lo perquisì, dopo l'arresto, mercoledì sera, gli trovò nelle tasche banconote per circa 650 sterline (circa un milione di lire). «Sono i miei risparmi», avrebbe spiegato agli agenti. La casa, a due piani, in zona residenziale, sorge in Silverdale Road, a Fleet, una cinquantina di chilometri ad Ovest di Londra. E' di proQuesto sarebbe stato dunque il piano. Afferrare Anna, portarla a Fleet, tenerla prigioniera in Silverdale Road: presumibilmente, fino al versamento del milione di sterline richiesto in alcune lettere trovate sulla vettura dell'attentatore (una lettera era indirizzata alla regina; altre, sembra, ad alcuni avvocati). Una volta liberata, Anna avrebbe potuto raggiungere facilmente la sua casa, a poche miglia di distanza, a Sandhurst, sul terreno della fa- mosa accademia militare. Sempre nella stessa zona di Fleet e Sandhurst vi è la cittadina di Camberley. Ed è lì che Ian Ball avrebbe noleggiato la macchina per scrivere, con cui avrebbe composto la lettera per Elisabetta, con il prezzo del riscatto. Certo, è seducente la teoria che ci offre Ian Ball come un giovane scaltro e benestante: ma conviene non darvi troppo credito. Altre notizie, giunte nel tardo pomeriggio, identificano in Ian Ball lo stesso uomo che, per quattro anni, avrebbe abitato in una pensioncina londinese in Leinster Square, a Bayswater, e che sarebbe scomparso quindici giorni fa, senza pagare l'ultima settimana d'affitto, quattro sterline e cinquanta pence. Avrebbe lavorato per una piccola ditta di trasporti, come autista. Era un solitario, non parlava con nessuno. In questo caso, i soldi trovatigli addosso e quelli versati per la casa di Silverdale Road sarebbero veramente i suoi risparmi. E forse avrebbe risparmiato per compiere l'operazione che doveva fruttargli un milione di sterline. Il dramma di mercoledì sul Mail è ormai noto, ma The Sun aggiunge oggi alcune rivelazioni che la principessa avrebbe fatto a un vterinario suo amico. Avrebbe detto che l'attentatore riuscì ad aprire lo sportello del «royal car» e ad agguantarla per un braccio. Mark afferrò l'altro braccio e, nonostante le minacce dell'assalitore, non abbandonò la sposa, la tirò verso di sé e riuscì finalmente a chiudere la portiera. «Ero convinta che saremmo morti», avrebbe confessato Anna in queste dichiarazioni, però non confermate. Oggi, gli sposi hanno compiuto l'attesa visita al villaggio dove vivono i genitori di Mark. Grandi festeggiamenti e grandi misure di sicurezza. La coppia è arrivata su un carrozzone per il trasporto di cavalli. Mario Ciriello

Persone citate: Anna D'inghilterra, Ian Ball

Luoghi citati: Londra