La malattia di Pompidou rimane un "male oscuro" di Alberto Cavallari
La malattia di Pompidou rimane un "male oscuro" Dopo il bollettino medico dell'Eliseo La malattia di Pompidou rimane un "male oscuro" Il comunicato della Presidenza lascia insoluto il problema di fondo, che consiste nella crisi del sistema costituzionale francese (Dal nostro corrispondente) Parigi, 22 marzo. Pompidou ha ripreso stamattina il lavoro all'Eliseo dopo la nuova e breve indisposizione che, ieri sera, l'ha costretto a rinunciare a un pranzo in onore del corpo diplomatico. Il presidente della Repubblica ha però coinimicato tanto clamorosamente la notizia (specificando che s'è trattato di una crisi d'emorroidi) da rendere paradossale e ridicolo questo episodio. Ci si chiede infatti se il criterio d'informare il mondo sulle minime e passeggere vicende della salute del Presidente, scendendo anche ai particolari delle crisi intestinali, rappresenti un metodo corretto e pertinente. E' evidente che il servizio informazioni dell'Eliseo agisce per polemica contro le vo- ci che circolano sul cattivo stato di salute di Pompidou e sulla grave malattia che lo provocherebbe. Il 7 febbraio scorso dedicò un comunicato ufficiale e un bollettino medico a una grippe. Seguendo la stessa linea, ha dedicato un altro comunicato ufficiale e un altro bollettino medico a «una lesione benigna di origine vascolare situata nella regione Uno-rettale, accompagnata da iperalgie intermittenti» definendolo una «indisposizione che può ripetersi». Ma resta il fatto che simili informazioni (anche se brutali e veristiche) ottengono l'effetto contrario. La Borsa ha registrato oggi un ribasso notevole in relazione a queste notizie. I giornali hanno portato il bollettino (e non la notizia) in prima pagina, a grossi titoli, insinuando che nella frase «l'indisposizione può ripetersi» si nasconderebbe una cauta preparazione all'abdicazione di Pompidou. Queste preoccupazioni hanno del resto ricevuto conferma anche oggi dall'incontro del ministro Jobert e l'ambasciatore giapponese qui. Secondo notizie ufficiose, Jobert avrebbe rinviato nuovamente la visita di Pompidou in Giappone che, prevista per il gennaio 1974, era già stata rinviata ad aprile. L'ipotesi che Pompidou, a parte le grippes e le lesioni vascolari, continui a ridurre gl'impegni pubblici che le sue funzioni comportano (come del resto avviene da un anno) ha riaperto così il problema politico del suo «impedimento». Si chiede che l'Eliseo interrompa la cronaca dei banali acciacchi presidenziali, per affrontare la questione principale. Il direttore di Le Monde, in un articolo siglato, scrive duramente che «si comprende benissimo l'insofferenza e l'ir ritazione di un uomo che vede gli occhi di tutti fissi sui propri lineamenti: che legge da mesi colonne di articoli pieni di speculazioni sulla sua salute. Ma l'uomo pubblico non appartiene mai interamente a se stesso». Il problema di fondo è che «mentre è augurabile che per il bene e la continuità dello Stato le elezioni presidenziali avvengano prima del '76, occorre anche porsi il problema dì unti Costituzione che fonda la solidità delle istituzioni, di fatto più che in diritto, sopra un uomo solo». Il cosiddetto «gioco dei bollettini medici» ha finito con l'aprire la vera grande questione della Francia post-gollista: elezioni anticipate e incertezza del regime presidenziale. Alberto Cavallari
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