Il dollaro difeso ieri a Francoforte di Tito Sansa
Il dollaro difeso ieri a Francoforte Il dollaro difeso ieri a Francoforte Intervento della Bundesbank dopo molti mesi di astensione - Le voci d'una rivalutazione del marco, anche se smentite, agitano il mercato (Dal nostro corrispondente) Bonn, 21 marzo. Le voci di una probabile nuova rivalutazione del marco, smentite la scorsa notte dalla Bundesbank e dal governo di Bonn, hanno provocato oggi alla Borsa delle valute di Francoforte un forte consolidamento della moneta tedesca rispetto a quella americana e anche nei confronti delle monete del «serpente», benché queste — trascinate dal marco — abbiano guadagnato nei confronti del dollaro. E' stata una giornata assai nervosa: per sostenere la quotazione del dollaro la Bundesbank è stata obbligata a intervenire (dopo molti mesi di astensione) comperando 23,85 milioni di dollari, qualcosa come 17 miliardi di lire. Gli acquisti di sostegno non sono tuttavia serviti a impedire la caduta del dollaro: da 2,6340 marchi di ieri esso è sceso oggi al fixing a 2,5735, che è la quota più bassa di quest'anno, di ben 31 pfennig (circa 80 lire) al di sotto del massimo toccato 1*8 gennaio di quest'anno. Si prevede che anche domani, prima della chiusura di fine settimana, la fuga dal dollaro verso il marco (e l'oro) continuerà, in quanto le smentite di una rivalutazione del marco non vengono considerate abbastanza convincenti. Il nuovo nervosismo alla Borsa delle valute ha diverse cause. Anzitutto l'ultima relazione mensile della, Bundesbank, la quale ha rivelato — correggendo quella del mese precedente — che l'attivo della bilancia dei pagamenti tedesca è stato di molto superiore al previsto. In secondo luogo la relazione di un istituto di ricerche economiche di Amburgo nella quale è detto che la Germania Federale, nell'interesse della propria politica di espansione e di stabilità, «deve essere pronta a una rivalutazione del inarco, nel caso che il prezzo del peti-olio greggio rimanga ai livelli attuali». Messi sull'avviso, gli speculatori hanno immediatamente puntato sul marco e hanno interpreato a modo loro una dichiarazione del vicepresidente della Bundesbank Ottmar Emminger al settimanale Die Zeit (.«Possiamo impedire l'importazione di inflazione tenendo relativamente alto il cambio del marco rispetto alle altre valute») e una del ministro delle Finanze Helmut Schmidt di ritorno dagli Stati Uniti («Non avrei nulla in contrario se la quotazione del marco dovesse salire ancora»). Per scatenare gli speculatori ce n'era abbastanza. A spingerli ad abbandonare il dollaro per il marco è stata comunque la notizia che gli sceicchi arabi avevano cominciato a trasformare in marchi tedeschi le royalties del petrolio. Tito Sansa
Persone citate: Helmut Schmidt
Luoghi citati: Amburgo, Bonn, Francoforte, Germania Federale, Stati Uniti
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