Consumi petroliferi in netta diminuzione di Emilio Pucci

Consumi petroliferi in netta diminuzione Nel primo bimestre dell'anno Consumi petroliferi in netta diminuzione In totale c'è stato un minore assorbimento di prodotti finiti del 3,8 % sul '72 - Tenendo conto dell'andamento normale in passato (crescita dell'8 % al mese) riduzione del 10-11 % (Nostro servizio particolare) Roma, 21 marzo. Nel primo bimestre di quest'anno il mercato interno ha assorbito 1*1,2 per cento in meno dei prodotti petroliferi raffinati in Italia rispetto al corrispondente periodo dello scorso anno. Il mercato stesso, inoltre, ha diminuito le importazioni di prodotti finiti dell'83 per cento. In totale, c'è stato un minore assorbimento di prodotti petroliferi finiti pari a circa 900 mila tonnellate (—3,8 per cento). Tenendo conto che di solito, invece, i consumi crescono mediamente dell'8 per cento al mese, la riduzione, rispetto all'andamento naturale, è pari al 10-11 per cento. In termini valutari, questo risparmio complessivo di 1,8 milioni di tonnellate di petrolio (le vendite complessive del primo bimestre ammontano a circa 17 milioni di tonnellate) è pari a 88 miliardi di lire. D'altro canto, la minore esportazione ha provocato una perdita di oltre 10 miliardi di lire. Il risparmio netto si può quindi far ascendere a circa 75 miliardi che su base annua comporta una riduzione di spesa di oltre 500 miliardi di lire rispetto a quelli che sarebbero stati gU andamenti naturali, senza crisi petrolifera. Ecco esattamente le cifre relative al settore petrolifero nel primo bimestre 1974 rese note oggi dall'Unione petrolifera: la disponibilità da produzione ammontava a fine febbraio a 20 milioni 982 mila tonnellate (il 3,4 per cento in più rispetto al corrispondente periodo del 1973); la disponibilità da importazione a 150 mila tonnellate (—83 per cento); sul mercato interno sono state vendute 16 milioni 952 mila tonnellate (—1,2 per cento); le vendite al mercato estero sono state complessivamente 3 milioni 983 mila tonnellate (—28,1 per cento). Il risparmio conseguito è tutto frutto dell'« austerità »? Per l'olio industriale, di cui il governo aveva garantito per gennaio e febbraio l'approvvigionamento al 100 per cento rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, v'è una diminuzione nelle vendite del 2,6 per cento (7,6 milioni di tonnellate nel primo bimestre 1974, contro 7,8 milioni di tonnellate nei primi due mesi dell'anno passato). Per il solo mese di febbraio, la flessione raggiunge il 9 per cento. Questo significa che c'è stato un minor utilizzo del prodotto da parte delle industrie. Tutto lascia supporre che il calo delle vendite abbia interessato soprattutto il settore automobilistico per le recenti vertenze sindacali. Un ritorno alla normalità della produzione industriale sarebbe un fatto positivo anche ai fini della bilancia valutaria, perché oltre il 45 per cento della produzione delle nostre raffinerie è impostato per dare oUo combustibile alle industrie, ma il resto è costituito da prodotti « leggeri » di buona esportazione. Le misure restrittive per fronteggiare la crisi energetica si sono fatte particolarmente sentire nelle vendite della benzina. Nei primi due mesi dell'anno, rispetto allo stesso periodo del 1973 la contrazione è stata del 2,8 per cento (da un milione 585 mila tonnellate a un milione 540 mila tonnellate). E' importante rilevare che nel solo febbraio — che ha contato 4 domeniche di « austerità rigida », contro le deroghe del primo giorno dell'anno e dell'Epifania in gennaio — la diminuzione nei consumi è stata del 6,5 per cento. Si tratta di una percentuale che dà una idea più fedele della reale influenza che le misure governative hanno avuto sulle abitudini degli italiani. Sono invece aumentate le vendite di gasolio per autotrazione, quello utilizzato quasi esclusivamente dagli automezzi adibiti al trasporto pesante e a quello pubblico. Le cifre parlano di un incremento del 12,1 per cento nel primo bimestre e del 9,3 per cento in febbraio nei confronti dei corrispondenti periodi dello scorso anno. Le vendite di gasolio da riscaldamento hanno avuto una flessione del 10,3 per cento in febbraio rispetto allo stesso mese del 1973 e del 9,4 per cento nel bimestre sul corrispondente periodo dello scorso anno. Le statistiche dell'Unione petrolifera si chiudono con i dati relativi all'incidenza percentuale dei principali prodotti sul totale delle vendite alla fine del periodo considerato: benzina 9,1 per cento (9,2 per cento nel primo bimestre del 1973); petrolio 3,3 per cento (4,2 per cento); gasolio 22,9 per cento (23,7 per cento); olio combustibile 44,8 per cento (45,4 per cento); altri prodotti 5,4 per cento (5,3 per cento); carica lorda petrolchimica 14,5 per cento (12,2 per cento). Emilio Pucci

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