E' un'altra "rivincita" per i pedoni di Roma di Francesco Santini

E' un'altra "rivincita" per i pedoni di Roma La terza isola nel centro storico della capitale E' un'altra "rivincita" per i pedoni di Roma Dal 21 aprile - La zona sarà però invasa dagli "automobilisti autorizzati" Migliorano gli affari per i negozianti - Aumenta il prezzo delle case ( Nostro servizio particolare) Roma, 21 marzo. Dal 21 aprile niente più auto tra piazza di Spagna e piazza del Popolo: il terzo settore del centro storico si prepara alla chiusura e centinaia di cartelli stradali, freschi di vernice rossa e bianca, sono pronti nei magazzini della ripartizione che cura la segnaletica. Saranno installati in una notte, tra sabato e domenica, da squadre di operai in tuta bianca guidate da ingegneri e vigili urbani. Per qualche giorno il quadrilatero resterà deserto, riservato ai mille automobilisti della zona. Poi, col trascorrere dei giorni, come già è accaduto in passato, una valanga di permessi speciali sarà firmata dall'assessore al traffico e la nuova zona diverrà, come è accaduto per le altre, un'isola riservata più che ai pedoni agli automobilisti autorizzati. « I problemi del centro si risolvono in periferia »: due anni fa, con questo slogan ispirato ai concetti base dell'urbanistica per i grandi agglomerati metropolitani, l'assessore al traffico Pallottini, insediandosi in Campidoglio, promise ai romani di liberarli dalla morsa attanagliante del traffico. Da allora nulla è stato fatto per la sconfinata periferia urbana, ma per risolvere il problema spinoso della viabilità, sono stati invertiti i termini dello slogan. Si è deciso cioè di operare sul centro storico, ignorando, di fatto, il resto della città. In due anni, un unico provvedimento è stato adottato: drasticamente, le autorità comunali hanno deciso di abolire entro le mura aureliane il traffico privato; o meglio, hanno progettato di chiudere il centro storico agli automobilisti non autorizzati. Medici, parlamentari, giornalisti, ostetrici, sacerdoti, diplomatici, banchieri, addetti alla Teti e all'Enel, polizia e forze armate, trasportatori, albergatori, e tanti altri oltre, naturalmente, ai cittadini residenti, sono stati autorizzati. «Per gli altri», afferma il preside di Urbanistica dell'Università di Roma, Gabriele Scimeni, «il Comune si è mostrato irremovibile, esercitando in modo quanto meno arbitrario la discrezionalità che la legge riconosce agli amministratori locali». Il mese prossimo una nuova fetta di centro storico sarà riservata agli automobilisti «autorizzati» ed in Campidoglio l'assessore al traffico sembra deciso a percorrere la strada imboccata. Alla grande isola che da via Nazionale e il palazzo del Quirinale si estende sino a piazza di Spagna si salderà il grande spicchio di via del Babuino, il Corso e via Condotti. L'operazione scatterà il 20 aprile. Per quest'anno, ma molti si dicono perplessi, l'operazione «centro storico» dovrebbe essere conclusa, escludendo al traffico privato altri quattro settori della città: tutta la zona che, limitata da via Del Corso e la riva sinistra del Tevere, da via Tomacelli arriva all'Isola Tiberina. «E' un progetto ambizioso — commenta il professor Scimeni — la cui unica verifica si basa sul livello di tolleranza e di acquiescenza degli utenti». Per avitare traumi e proteste, il Comune ha diviso il centro in sette zone e, di sei mesi in sei mesi, avanza nel progetto saldando un settore ad un altro. Quando nel novembre scorso decise di chiudere al traffico i 22 ettari del quadrilatero compreso tra Piazza di Spagna, il Corso, il Tritone e via Condotti, molte furono le proteste, si organizzarono marce, si firmarono petizioni. Come in passato, la protesta partiva dai negozianti che nella innovazione vedevano un attentato ai loro profitti. Oggi, tutto sembra cambiato, e i commercianti della zona si dicono più che soddisfatti. «Non solo gli affari non sono diminuiti, ma i profitti sembrano in costante aumento». La chiusura al traffico privato prevede infatti che le strade più commerciali siano riservate esclusivamente ai pedoni. Le «isole», per quante ne sono state realizzate, si sono mostrate, contro ogni previsione, un affare d'oro per i commercianti ed una vera manna per i proprietari degli immobili. Triplicati in tre anni i canoni d'affitto, i vecchi abitanti del centro storico sono stati costretti ad un esodo lento e inesorabile che li ha respinti in periferia. Si è così fatto posto ad uffici, negozi e bottegucce sono stati ricavati nei primi piani degli stabili ed in ogni spazio utile, anche nei sottoscala. Via i vecchi abitanti, i commercianti si sono raddoppiati, i consumatori moltiplicati. Negli ottanta ettari di centro storico compresi nei settori uno, due e tre, i residenti sono, oggi, ottomila. Cento metri quadrati, la densità media di un centro residenziale in aperta campagna. Chiuso al traffico il centro, il Comu- ne di Roma, commenta il professor Scimeni, non ha adottato alcun provvedimento collaterale. Invariato è rimasto il numero delle vetture che la società dei trasporti urbani tiene in esercizio a Roma, inefficace e fuori mano s'è mostrato il grande parcheg¬ gio del villaggio olimpico che su ottomila posti disponibili non ospita quotidianamente più di cinquecento vetture. Stessa sorte sembra essere toccata al grande parcheggio costruito sotto Villa Borghese, con una spesa di quattordici miliardi, non sono due¬ cento gli automobilisti che ogni giorno vi lasciano la macchina per qualche ora e, per utilizzarlo in qualche modo, la società che lo gestisce ospita ormai da molti mesi una gigantesca mostra d'arte, la Contemporanea. Francesco Santini Roma. Il passeggio in piazza Navona, prima " isola " pedonale nel centro (f. Team)

Persone citate: Gabriele Scimeni, Pallottini

Luoghi citati: Roma