Un piano regolatore fatto dagli abitanti

Un piano regolatore fatto dagli abitanti Esperimento a Pavia Un piano regolatore fatto dagli abitanti Si vota per il progetto urbanistico messo a punto sulle proposte dei consigli di quartiere (Dal nostro inviato speciale) Pavia, 21 marzo. L'amministrazione comunale di Pavia, costituitasi nel novembre del '72 — formata da socialisti, comunisti, due socialdemocratici e un indipendente di centro —, ha ceduco parte del suo potere ai cittadini e con essi governa. L'obiettivo numero uno che i pavesi si erano prefissi, un nuovo piano regolatore che tenga conto delle esigenze reali di tutti gli abitanti, sta per essere realizzato. E' nato grazie alla collaborazione di tecnici e popolazione la quale ha contribuito a individuare i molti problemi sorti con il riassetto della città. Pavia, 86 mila abitanti, suddivisi in quattro quartieri (Vallone-Crosione, San Lanfranco-Ponte di Pietra, Cascina Scala, Santa Teresa-S. Spirito), città di artigiani e commercianti nella quale trovano I posto tuttavia importanti industrie (ad esempio la Snia e la Necchi); un incremento demografico di mille unità l'anno. Come si è giunti ad un accordo tra tutti quanti? «Un lavoro lungo, difficile die ora ha dato buoni frutti», dice un giovane impiegato, Palmizio, rappresentante del «Santa Teresa-Santo Spirito». «Ogni consiglio di quartiere, attraverso numerose riunioni a cui hanno partecipato gran parte dei cittadini, ha stabilito gli interventi prioritari ». Quale è stato il primo ostacolo nell'organizzare il nuovo piano regolatore? Risponde il vice sindaco Marchesotti (pei) nel cui studio ci siamo riuniti insieme agli esponenti dei comitati. «Vincolare le aree sulle quali creare i primi servizi indispensabili, nuove scuole, centri sociali, verde a disposizione di tutti. Con il vecchio "piano" Pavia disponeva di un metro quadrato di verde prò capite, ora ne avrà venticinque». Con che criteri le aree sono state scelte? «Sii indicazione dei comitati di quartiere che hanno segnalato le esigenze per ciascuna zona». Il Comune ritiene vincolante il parere dei quartieri nelle proprie decisioni? «Sì, faccio un esempio. Benché il nuovo "piano" sia stato in pratica realizzato in tutte le, sue parti dai cittadini, ora che è stato completato verrà sottoposto ad un giudizio finale dei cittadini stessi, mediante una consultazione generale. Se il progetto non verrà approvato, non sarà neppure presentato in Consiglio». Si tratta di una prassi riservata al piano regolatore? «No, riguarda ogni decisione pubblica». Pavia si è così impegnata anche in una battaglia alla speculazione edilizia, per la riconquista del verde e l'eliminazione delle fonti d'inquinamento. Un aspetto interessante del piano regolatore è il nuovo assetto che verrà dato all'università. Le varie facoltà saranno decentrate rispetto all'attuale nucleo; intorno a ciascun edificio sorgeranno centri di ricreazione, mense, campi sportivi, dei quali potranno usufruire anche i non studenti. «Una soluzione che oltre ad offrire una serie di servizi sociali, permetterà un contatto diretto tra universitari e cittadini», sottolinea Magnani, rappresentante della zona S. Lanfranco - Ponte di Pietra. Sindaco di Pavia è il professor Veltri, ematologo, socialista. Perché ha deciso di rimettere parte delle sue decisioni alla cittadinanza? «E' stata una precisa scelta. Da sola l'amministrazione comunale non è in grado di soddisfare tutte le esigenze di cui una città come Pavia ha bisogno. L'aiuto della popolazione è necessario». Ha incontrato opposizioni a livello politico? «Disorientamento soprattutto, poiché le decisioni più importanti non sono prese dalla giunta ma dalla città». Mario De Angelis

Persone citate: Magnani, Marchesotti, Mario De Angelis, Necchi, Palmizio, Veltri

Luoghi citati: Pavia