Un passerotto sul davanzale

Un passerotto sul davanzale CACCIA e PESCA Un passerotto sul davanzale La Lega nazionale contro la distruzione degli uccelli (Firenze) ha pubblicato un opuscolo, che sarà inviato gratis a chi ne faccia richiesta, dove si insegna come farsi amico un uccellino. Infatti, anche nelle grandi città, dove mancano i parchi ed il verde, è sempre possibile fare in modo che un passerotto od una cincia volino su un davanzale a beccuzzare un po' di miglio o qualche briciola di pane. Esiste anche, in commercio, uno speciale mangime, che facilita quest'opera di ■ adescamento », per le sue particolari qualità di « richiamo » per i volatili. Consigliamo però ai nostri ragazzi — rispondendo cosi anche a Simona Blatte di Torino — di usare mangimi « convenzionali », appunto il miglio o la mollica di pane. L'attesa sarà lunga, ma con la pazienza, l'amore per gli uccellini sarà premiato. Gli scolaretti delle elementari di Domodossola hanno organizzato una manifestazione ecologica liberando 320 uccellini che avevano acquistato con i loro risparmi. L'anno dedicato alla natura non è quindi passato da noi fra l'indifferenza generale. E' già molto in un paese come l'Italia, che » vanta » la maggior densità di cacciatori al mondo (2 milioni e più di licenze di porto d'armi, circa 6 fucili per chilometro quadrato). La coscienza protezionistica si è allargata, non è più una prerogativa di élite. La scuola, come dimostrano i due casi riferiti, ha svolto un ruolo importantissimo. Indubbiamente ha giovato a questa « campagna » una vasta pubblicistica, ma anche è valsa l'esperienza diretta di chi si è trovato di fronte a problemi un tempo insospettati: un bosco che non risuona più del canto degli uccelli, una spiaggia sporca, un ruscello che imputridisce. Come gli adulti, e più, i bimbi avverto¬ no queste cose. Ed ecco dunque perché trovano largo consenso iniziative come quella della Regione Piemonte per la costituzione dell'oasi di Piossasco, o l'intervento in difesa dell'isolonegarzaia, sul Sesia. Oggi si parla di un'altra zona di protezione Integrale del Tanaro. caldeggiata da Italia Nostra. Non basta, bisogna fare di più. Le oasi di protezione naturale, in Italia non sono una novità, ma sono poche. Le più belle e caratteristiche sono lungo il litorale toscano (Bolgheri, Orbetello, Burano) e nel Ravennate. Sono sorte, non senza difficoltà e spese a cura del Wwf (Fondo Mondiale per la Natura). Altre sono in programma. Ma per realizzare questi progetti sono necessari fondi notevoli. Eppure le oasi rappresentano il primo passo importante verso soluzioni più efficaci ed impegnate: i parchi, sul tipo di quelli alpini. Le oasi, così ristrette a poche centinaia di ettari, non bastano alla conservazione della fauna autoctona e per la difesa di quella migratoria. Si dovrà giungere a scelte comprensoriali, secondo la vocazione dei territori più interessanti dal punto di vista naturalistico. Contributi a Savona // comitato provinciale della caccia di Savona ha risarcito numerosi contadini, con contributi varianti dalle 5 alle 100 mila lire, per I danni apportati alle colture dai cinghiali. Gli interessati al provvedimento sono stati circa duemila. Strage di foche Contro i cacciatori italiani se ne dicono di tutti i colori. Piovono critiche dall'Olanda e dalla Scandinavia. Gli olandesi (la notizia viene da Imperia) sarebbero intenzionati a disertare la no¬ stra Riviera perché qui si spara agli uccelli. Intanto i norvegesi continuano a rare strage di foche. Anche quest'anno saranno fatte 130 mila vittime da una spedizione che si avventurerà nella Nuova Zemlia. I gruppi di cacciatori agiscono con clave e pugnali. Uccidono foche, bebé, Sotto gli occhi dei genitori. Soltanto il grasso e la pelle vengono utilizzati. Apertura in Francia Sembra sia stata buona anche in Francia l'apertura, a fine febbraio, alla trota. La neve non ha trattenuto i pescasportivi, che hanno « setacciato » con fortuna i torrenti delle Alpi: le migliori catture sono state un'iridea di 2,400 chili, presa nell'Albarine, e una fario di 2,700 chili, pescata a Terray. Le acque chiare e basse hanno consentito il lancio leggero, ma il verme rosso da terra è stato l'esca più efficace. A Chambéry, nell'Albane, non si sono superati i 400-500 grammi per salmonide. Freddo e neve non hanno fermato una pescasportiva di 75 anni, presso Annecy. Mancano ancora notizie dal Giura, dalla Saona, dalla Loira, dalla Cote d'Or, dal Doubs e Nievre, dove l'apertura è avvenuta il 13 marzo. Ottimi cestelli anche nella Loira e nell'Alta Loira; sembrava che il vento dovesse compromettere il giorno dell'apertura, invece migliaia di pescasportivi, incappucciati, inguantati, con stivali alla coscia sono rimasti soddisfatti. Nel Massiccio del Pilat, si sono visti cestelli di sei, quindici salinomeli; anche in questa zona l'esca più usata è stata il verme da terra; non hanno ottenuto successo il lancio leggero e la mosca. OMERO MARRACINI e PIERO CERATI

Persone citate: Giura, Omero Marracini, Pilat, Simona Blatte, Terray