Bonn, un dittatore in tv di Tito Sansa

Bonn, un dittatore in tv Bonn, un dittatore in tv (Dal nostro corrispondente) Bonn, marzo. L'uomo oggi più popolare della Germania federale è alto metri 1,58, porta baffetti neri di buona memoria, occhiali e bretelle, è un dittatore in casa, si rivolge alla moglie chiamandola « stupida mucca, », odia gli scioperi e i lavoratori stranieri, disprezza i capelloni, le minigonne, i socialisti, gli ebrei, i negri, pensa che il posto della donna sia il focolare e che il bastone sia il miglior mezzo educativo. Impersonato dall'attore di teatro Heinz Schubert (uomo di sinistra, ha recitato Madre coraggio di Brecht con il « Berliner Ensemble » nella Germania Orientale, tornerà a recitare Brecht sotto la regìa di Strehler) questo personaggio si presenta ogni quattro settimane a milioni di telespettatori nella serie « Un cuore e un'anima » che descrive i problemi quotidiani di una famiglia di piccoli borghesi. Per i tedeschi Heinz SchuI bert è quasi uno sconosciuto. ! Milioni di persone lo cono! scono soltanto come « Ekel I Alfred » (Alfredo il disgustojso), lo identificano cioè con il personaggio Alfredo TezI laft che egli porta in scena, un eterno brontolone che , protesta contro tutto ciò che ! gli sta intorno, ma soprat¬ tutto contro « quei delinquenti di Bonn ». La sera di lunedì quando « Un cuore e un'anima » va in onda, le strade della Germania sono deserte, milioni di persone stanno incollate dinanzi agli schermi di casa a sorbire con gusto le battute volgari di Alfredo. Alla tv di Colonia, che è tendenzialmente simpatizzante per il governo socialdemocratico-liberale di Willy Brandt e Walter Scheel, l'ondata di approvazione e di incoraggiamento dapprima ha sbalordito, poi ha spaventato. Il pubblico tedesco non soltanto non ha compreso il ridicolo del personaggio, che voleva essere la caricatura di un reazionario saccente ed inetto, il quale osa aprire il becco soltanto a casa propria e è contro tutti e contro tutto. Al contrario — stando alle lettere di compiacimento — lo spettatore si è identificato con il personaggio, perché osa dire ciò che milioni di tedeschi pensano. « Finalmente — commenta criticamente il settimanale Ruhrwort, dell'episcopato di Essen — hanno trovato uno che dice ciò che milioni pensano. Essi, che si considerano "salvati" dal terribile periodo della Repubblica di Weimar e che hanno vissuto il "meraviglioso" periodo del Terzo Reich, sentono confermate le proprie convinzioni ». Alfredo il disgustoso non ha nulla da temere. Governo e partito socialdemocratico non sono intervenuti, benché le battute sul cancelliere siano state di un gusto inqualificabile. « Il suicidio della nazione è cominciato — ha detto Alfredo — quando l'uomo con il nome d'arte Willy Brandt, questo figlio dì cantina di Lubecca, ha preso il potere». Milioni di tedeschi se ne sono compiaciuti. « Quando si permette che al governo vada un figlio illegittimo, per di più divorziato e sposato con una straniera — ha aggiunto Alfredo — non c'è da meravigliarsi che le ragazze vadano in giro senza mutande ». Amareggiati, lo scrittore Wolfgang Menge (autore della serie televisiva), l'attore Schubert e il direttore del programma di Colonia pensano di rinunciare alla trasmissione « se essa continuerà a venir presa sul serio e a risvegliare istinti autoritari di destra ». Già adesso certi osservatori stranieri vedono in Alfredo « una sorta di nuovo "fuehrer" »; giornali americani parlano di un « Heinz alla Hitler »; gli inglesi avvertono « una nuova ondata di antisemitismo ». Tito Sansa

Persone citate: Brecht, Ekel I Alfred, Hitler, Schubert, Strehler, Walter Scheel, Willy Brandt, Wolfgang Menge

Luoghi citati: Bonn, Colonia, Germania, Germania Orientale, Weimar