"Non provo rancore, solo amarezza" dice Franco Manin, ritornato in libertà

"Non provo rancore, solo amarezza" dice Franco Manin, ritornato in libertà A colloquio con il professore accusato da Michele Vinci "Non provo rancore, solo amarezza" dice Franco Manin, ritornato in libertà Frastornato dai festeggiamenti stringe la mano di chi, forse, lo credeva colpevole - "Voglio insegnare di nuovo", ha dichiarato - L'imputato principale spera nella scarcerazione (Dal nostro inviato speciale) Marsala, 20 marzo. Il cronista dovrà ritornare a Marsala per la scarcerazione di Michele Vinci? E' probabile. Quando? Il 10 novembre 1975. Con cinismo, Vinci gioca ad arrivare a questa data. C'è chi afferma: « Vinci, bluffando e calunniando, trascinerebbe in prigione tutti i marsalesi, sperando di fare scadere i termini della carcerazione preventiva ». La legge attualmente in vigore prevede un limite massimo di carcerazione preventiva di quattro anni. Vinci è stato arrestato la notte del 9 novembre 1971. E' arrivato in corte d'assise soltanto due anni dopo (novembre 1973). Ha fatto saltare il processo calunniando Franco Nania. Pare che il calendario delle assise di Trapani sia piuttosto fìtto, e non si sa quando il processo potrà essere ripreso. Si arriverà alla sessione prossima, in autunno? Quindi, tre anni per una sentenza di primo grado. E cosi si è quasi agli sgoccioli: un anno per l'appello ed eventualmente per la cassazione è poco. C'è un disegno di legge con cui si chiede che vengano prolungati, in certi casi, i termini del carcere preventivo. Primo firmatario della proposta è il senatore Terracini, che dice: « Noi vogliamo tutelare i diritti dei detenuti, ma è necessario tener conto anche delle esigenze della collettività ». Per ora, comunque, si tratta soltanto di un disegno di legge, non si sa se sarà approvato e quando. Il professor Franco Nania, sfuggito alla maledetta trappola di Vinci, vive ore incredibili. Per strada la gente, degli sconosciuti, lo ferma, gli batte la mano sulla spalla, lo abbraccia. Alla « Sangiovanni », la fabbrica del fratello Benvenuto, oggi non si è lavorato, ma c'è stata festa con bandiere e spumante. Il professore pareva frastornato. E' vissuto quasi quattro mesi in una cella, avanti e indietro, giorno e notte. Sempre solo. All'improvviso, ora, si trova in mezzo a un'allegra baraonda. « Ce lo portano via, ce lo rubano. Tutti vogliono festeggiarlo e dobbiamo pregare gli amici: ma lasciatecelo mezz'ora a noi, che siamo i suoi fratelli », dice Benvenuto Nania. Anche lui pare frastornato. Ripete: « Non abbiamo mai dubitato nemmeno un minuto. Sapevamo che Franco doveva uscire e uscirne bene ». Il ritorno era previsto, non era prevista questa festosa accoglienza dei marsalesi. Dice Nania: « Vede, tutta la città è felice. Persone che nemmeno conosco vengono a stringermi la mano, con le lacrime agli occhi. E' in questi momenti che ci si accorge che c'è tanta brava gente». Oggi c'è festa. Ma quando le cose si erano messe male? Benvenuto Nania ricorda: « Sì, quando Vinci ha accusato mio fratello ci sono stati applausi in aula. Sì, ne hanno dette tante sul nostro conto. Tante, che chiunque altro avrebbe perso la testa ». Davvero non sono stati facili i mesi passati per i Nania. Lo scrittore Sciascia diceva: « Bisogna sempre correre il rischio di difendere un accusato, se c'è il dubbio che sia innocente. E nel caso in questione il dubbio sfiora la certezza. E' cominciato per un uomo, accusato da un altro certamente colpevole, il calvario dì dover dimostrare la propria innocenza: alla giustizia e all'opinione del mondo ». Questo diceva Leonardo Sciascia, ma quanti lo sta- j vano ad ascoltare? Sono cor-1 se maldicenze, particolari in- i nocenti assumevano un si- j gnificato sinistro, come la storia della bambola, per esempio. Durante la perqui- • sizione dell'alloggio del professore, subito dopo l'arresto, fu trovata una bambola con la testolina staccata. La cosa si seppe e quel bamboccio decapitato diventò, nelle chiacchiere di strada, un macabro elemento d'accusa. « Uno che si diverte a rompere le bambole... » si mormorava, e con un brivido si pensava alle tre bimbe assassinate. Ora Benvenuto Nania spiega: « Quanto alla bambola, dica lei che c'è di strano se uno che ha piùdi trenta nipotini si porta a casa il giocattolo rotto di uno di loro per ripararlo ». Durante la perquisizione si trovò anche un filmino dove appariva una giovane donna, e subito corse voce: « Si tratterebbe della madre di Antonella. Questo spiega tut to; le bimbe sono state rapi- te e uccise per una morbo- sa passione ». Ma poi si ingrandirono i fotogrammi e risultò che quella giovane che vi appariva non era affatto la madre di Antonella. « Se ne sono dette tante... » ripete Nania. « Prova rancore? ». « Amarezza forse, rancore no... ». Lo interrompe Benvenuto: «Mio fratello è troppo buono per portare rancore ». « Nemmeno verso Vinci? ». « Allontani, per piacere, questo fango da noi. Grazie a Dio, non ci riguarda piti». « Ha mai disperato in questi mesi di carcere?». Mai. Ha sofferto « le pene del giusto », soffriva soprattutto pensando ai fratelli (sono in otto) che certamente vivevano giorni d'angoscia. « E adesso? ». « Ritornare al più presto dai miei allievi ». Alla scuola media di Pantelleria, dove insegna applicazioni tecniche. In questi mesi li ha sentiti molto vicini. E' stato un grande conforto. I ragazzi e anche i professori suoi colleghi gli hanno fatto sapere che non credevano all'accusa, che definivano pazzesca, e che erano certi di riaverlo presto con loro. Dopo la scarcerazione, appena arrivato a casa, il prof. Nania ha telefonato al preside dell'istituto: « Sono pronto a riprendere il mio posto ». Sembra davvero impaziente di ritornare a Pantelleria. Forse per sottrarsi a questa frastornante popolarità, a tutte queste strette di mano, e molte sono di sconosciuti che, chissà, forse fino all'altro ieri erano invischiati anche loro nella trappola di Vinci, ed erano colpevolisti ed incerti. Ma adesso è finita, Michele Vinci è di nuovo solo. Luciano Curino Marsala. Franco Nania, il giorno del suo arresto (Telefoto Labi-uzzo)

Luoghi citati: Marsala, Pantelleria