I nomi strani

I nomi strani NEL MONDO DEI FIGLI I nomi strani Ricevo un cartoncino: « Paola e Guido annunciano la nascita del loro piccolo Orso » e subito penso a refuso tipografico. Invece no, è un nome proprio di persona, ancora incapace, per il momento, di chiedere le dovute spiegazioni. Nasce di qui la curiosità di sapere l'andamento della moda anagrafica. Crocifissa, Catena e Salvatore sono ormai definitivamente tramontati, al loro posto leggiamo ora sui fiocchi rosa o azzurri, i nomi di Patrizia, Monica, Luana, Fabrizio e Massimo, piccole schegge di un mondo da rotocalco, verso cui la puerpera aveva rivolto suoi teneri sogni di ragazzina. Dagli oscuri e tormentati nomi tratti dal patrimonio religioso, eccoci approdati al garrulo e melense palcoscenico dell'attualità cinematografica o canora, la distanza corrisponde alla misura geografica tra Nord e Sud. C'è nel giovani meridionali una volontà precisa di abbandonare le tradizioni — dice un funzionario dell'ufficio anagrafe di Torino — ora vogliono per i propri figli nomi simpatici, moderni », anche se questo atteggiamento viene tenacemente contrastato dai famigliari, per i quali è d'obbligo continuare nei nipotini i nomi dei nonni. Salvatore, Concettina, Rosalia, Gennaro rischiano così d'essere sacrificati a favore di un'unificazione nazionale dei nomi sulla base del fotoromanzo favorito dalle madri e dai padri. Contemporaneamente i genitori del Nord (forse per distinguersi?) si spostano su posizioni sempre più sofisticate, è di moda lo straniero: Jessica. Kathjuscia, Deborah, Ursula se femmine e Mirko, Willy, Juri se maschi, che, malaguratamente, debbono subire un adeguamento a quanto prescrive la legge, contraria all'uso di caratteri non contemplati dall'alfabeto italiano. Siamo comunque molto lontani dai tempi in cui la doppia vi di Walter non poteva essere accolta, per espresso divieto delle leggi fasciste. E, prima ancora, quando Lenina, Selene, Massimigliano, Giordano Bruno, Primo Maggio, erano chiamati a testimoniare la fede socialista o libertaria dei genitori. Oppure, quando dalle frontiere della prima guerra mondiale il padre combattente imponeva il ricordo della sua esperienza con i nomi di Gradisca, Firmato Diaz e Piave. Una pennellata di schietto colore politico è ancora possibile rintracciarla in alcuni Che, in ricordo di Guevara, posti così, con noncuranza, accanto ad un nome comune. Non risultano invece i Mao o le Rosa (Luxemburg). Condannati tutta la vita a sostenere una bandiera, un rotocalco o una stella, questi bambini si ritrovano impossibilitati talvolta ad essere se stessi, senza cadere nel ridicolo o nel patetico (Ercole non riuscì mai a fare le pertiche e Lenina fu ribattezzata dalle suore, presso cui dovette essere ospitata, Lena, mentre Deborah, quando è il caso, dà una mano nella trattoria del paese). La condanna tuttavia non è irrevocabile, con una domanda alla Procura della Repubblica è possibile chiedere ed ottenere un decreto di cambiamento. E' il caso soprattutto dei nomi stravaganti, ridicoli o vergognosi: rientravano in questa categoria i bambini abbandonati, ai quali veniva imposto il « marchio » della loro origine, barbara usanza ormai abolita. Più spesso è lo stesso impiegato dell'ufficio anagrafe che oppone un netto rifiuto alle proposte assurde del genitori, con questa giustificazione: <■ Qui non si tratta di non impicciarsi dei latti altrui o di rispettare la libertà individuale, bensì di impedire che per un capriccio dei genitori un essere umano possa venire gratuitamente handicappato. L'arbitrio semmai è di questi genitori che approfit¬ tano dello stato inerme del bambino per imporgli le loro bravate ». L'ultima moda pare comunque rivolta verso i nomi dal timbro asciutto, sobrio, quasi francescano (Alberta, Francesca, Giacomo, Tommaso. Michele, Amalia), ma anche verso l'ecologia (Orso, Lupo, Mirtillino). Quali possono essere le possibili conseguenze psicologiche sui bambini? Gli psicologi sono del parere che dal momento In cui il bambino entra in contatto con altri suoi simili, si espone direttamente al loro dileggio o alla loro considerazione e, in ogni caso, alla spietata « innocenza » delle associazioni mentali. Per il portatore del nome stravagante o ridicolo, sarà come guardarsi In uno specchio deformante e la figura riflessa verrà « ìntroiettata », cioè fatta propria dal bambino. E dal momento che non gli piacerà, opporrà allora un atteggiamento aggressivo, se forte di carattere, oppure di chiusura verso l'esterno, se timido e introverso. Aida Ribero

Persone citate: Aida Ribero, Catena, Firmato Diaz, Giordano Bruno, Guevara, Luxemburg, Mao

Luoghi citati: Torino