Espese la scritta "olio finito,, ma ne possedeva 135 mila litri
Espese la scritta "olio finito,, ma ne possedeva 135 mila litri Dopo essere stato multato dalla Guardia di Finanza Espese la scritta "olio finito,, ma ne possedeva 135 mila litri Un grosso commerciante, titolare di quattro rivendite - Imputato di aggiotaggio, si difende: "Ho chiuso i negozi perché preso dal panico" ■ Il processo si concluderà il 25 marzo E' cominciato Ieri in pretura il processo per aggiotaggio contro il commerciante Francesco De Sensi, 55 anni, via Principe Tommaso 39, uno del più importanti operatori del mercato dell'olio della nostra città. De Sensi, infatti, è titolare di un deposito all'ingrosso in via Giacosa 21 e di quattro negozi al minuto in via Madama Cristina 35, corso Ver celli 88, via Mazzini 4, via Nizza 391. Nel febbraio scorso 1 vigili urbani multarono i negozi di via Madama Cristina e di corso Ver celli perché i gestori avevano maggiorato i prezzi dell'olio. De Sensi reagì disponendo la chiusura di tutti 1 suoi esercizi, meno quello di via Mazzini: sulle serrande abbassate apparve il cartello: (i Olio esaurito ». L'8 febbraio la Guardia di Finanza eseguiva una serie di coordinati controlli nel deposito e nei negozi di De Sensi e sequestrava 135 mila litri di olio di ogiva e di semi. In udienza De Sensi, difeso dagli avv. Chiusano e Zancan, ha sostanzialmente confermato, rispondendo alle domande del pretore Racheli, le sue prime giustificazioni: « Ho deciso di chiudere i negozi perché sono stato preso dal panico, in seguito alle contravvenzioni. Sul momento ero soprattutto preoccupato dal fatto che avrei dovuto continuare a vendere in pesante perdita, dalle 200 alle 300 lire il litro. Del resto era da Natale che vendevo rimettendoci ». Pretore: « Lei sapeva, quando dispose la chiusura dei negozi, che l'olio a Torino scarseggiava? E si rese conto che, con quella decisione, avrebbe ridotto la quantità di olio disponibile a Torino? ». De Sensi ripete che non intese dare alle chiusure dei negozi il senso e la portata impliciti nelle domande del magistrato. A tal proposito chiarisce che lasciò addirittura alle commesse il compito di stilare e di affiggere i cartelli: « Olio esaurito ». E aggiunge che, tra l'altro, era perfettamente a conoscenza che il prezzo dell'olio continuava a salire. Un ufficiale della Guardia di Finanza, che operò nel magazzino, conferma di essersi presentato a De Sensi in borghese, come normale cliente, poco prima del controllo. Il commerciante si dichiarò disposto a vendergli olio di oliva non raffinato perché non ne aveva. A riprova della sua buona volontà di vendere, De Sensi ha esibito documenti dai quali risulta che, nel primi mesi di quest'anno, ha trattato un quantitativo di prodotto che è più del doppio di quello del corrispondente periodo dell'anno scorso. Si è pure saputo che tra gli oli sequestrati è compresa una partita di olio di semi giunta con autobotte da Genova proprio mentre era in corso il controllo delle giacenze. Il processo è stato rinviato, per la discussione, al 25 marzo. * Sessanta vigili urbani di Moncalieri, Nichelino, Carignano, Trofarello, Poirino, Piobesi, Pralormo, Vinovo e Isola Bella corrono il rischio di essere denunciati per abbandono collettivo di pubblici uffici (art. 330 del codice penale). Il via all'inchiesta l'ha dato il pretore di Moncalieri dottor Filippo Russo che ha ordinato ai dieci Comuni del mandamento di far pervenire i nomi delle guardie che il primo marzo si astennero dal lavoro per una serie di rivendicazioni. L'iniziativa del giudice ha suscitato subito la reazione delle forze democratiche. Il sindaco di Nichelino, Elio Marchiaro, a nome dell'amministrazione comunale s'è dichiarato « solidale con l'atteggiamento del vigili urbani e intenzionato a battersi fino in fondo per garantire il diritto inalienabile di tutti ì cittadini di difendere anche con lo sciopero le loro rivendicazioni sindacali e sociali ». Nel documento si precisa che a Nichelino lo sciopero « ha dato la misura dell'alto grado di maturità dei dipendenti comunali che hanno autonomamente deciso di garantire oltre a quelli previsti dalla legge tutta una serie di servizi sociali, quali per esempio la refezione scolastica per 1500 bambini ».
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