Il documento Fiat

Il documento Fiat Il documento Fiat Pubblichiamo il testo integrale del comunicato reso noto al termine della riunione straordinaria del Consiglio d'Amministrazione della Fiat, tenutasi ieri mattina a Torino: - Il Consiglio di Amministrazione della Fiat, presieduto da Giovanni Agnelli, si è riunito in seduta straordinaria, su richiesta dell'Amministratore Delegato Umberto Agnelli. All'ordine del giorno: l'esame della situazione e delle prospettive dell'azienda, dopo la chiusura del contratto integrativo e in rapporto al momento economico italiano e Internazionale ». « Umberto Agnelli ha esaminato l'evoluzione dell'azienda nel corso dell'ultimo triennio, approfondendone i vari aspetti: bilanci, investimenti, produzione, sviluppi tecnologici, occupazione, efficienza ». « L'Amministratore Delegato — prosegue il comunicato — ha ricordato i provvedimenti attuati per ammodernare le strutture e accrescere l'efficienza e la capacità competitiva: questi provvedimenti hanno interessato la qualificazione degli investimenti, l'impostazione organizzativa, la capacità tecnologica, la formazione dei quadri a tutti i livelli, i processi di diversificazione e di miglioramento continuo delle condizioni di lavoro. Tale azione ha permesso finora alla Fiat — con i suoi uomini e con i suoi prodotti — di mantenersi all'avanguardia, meritando rispetto e stima in tutti i Paesi, sia in Occidente che in Oriente ». « Contemporaneamente la Fiat ha cercato un rapporto franco e aperto con tutte le forze sociali del Paese, convinta delle responsabilità dell'impresa come generatrice di risorse nelle economie sviluppate. Ma la responsabilità sociale, il livello tecnologico e l'efficienza organizzativa, non possono da soli reggere il peso di una azienda e di un sistema economico che vedono gli altri componenti impediti da interferenze e insufficienze ». ■< Agnelli — riporta il comunicato — ha indicato i vincoli che hanno ostacolato nell'ultimo pe riodo la gestione aziendale, penalizzando gravemente la Fiat ri spetto ai concorrenti degli altri Paesi e incidendo in modo sem pre più pericoloso sull'equilibrio del conto economico: rigidità e li mitazione nell'utilizzazione degli impianti, riduzione degli orari, as senteismo, conflittualità permanente: blocco dei prezzi, spirale inflazionistica accelerata; insufficienza delle infrastrutture sociali; assenza di indirizzi di politica economica ». « L'incidenza di questi vincoli — di per sé già tanto grave da compromettere l'utilità economica e anche sociale dell'azienda, di tutta l'intelligenza e la fatica che in essa si esprimono — è oggi esasperata dalla crisi economica culminata nel conflitto energetico, in un vertiginoso aumento del costo delle materie prime, in squilibri finanziari e monetari incontrollati ». « Questa crisi — fa notare II comunicato — colpisce particolarmente il nostro Paese per la fragilità di tutte le sue strutture e per la dipendenza del suo apparato economico e finanziario dai rapporti internazionali. Ancor più gravemente sconvolge l'industria automobilistica che, in tutti i Paesi, subisce pesanti flessioni ». « L'economia italiana è essenzialmente trasformatrice: ogni prodotto industriale, quindi anche l'automobile, ha un limite di costo che nella realtà è fissato dal livello dei corrispondenti costi internazionali. Quando il costo dei prodotti italiani supera il corrispondente costo internazionale, la nostra economia non dispone più di alcuna reale risorsa ». « Non sta all'impresa — riporta il comunicato — decidere il tipo e il grado di sviluppo da perseguire, né decidere chi e in quale misura ne debba sopportare il costo. Ma l'impresa ha il diritto di sapere quali sono le scelte. L'andamento della vertenza per il rinnovo del contratto integrativo e la conclusione che ha avuto con la mediazione governativa, aprono su queste scelte ulteriori interrogativi ai quali fino a oggi non si è data risposta ». « La Fiat si era presentata alla vertenza disposta a discutere e ad approfondire nella loro globalità tutti i problemi, anche se di ampiezza inusitata, che i sindacati avevano proposto, purché fossero riconosciute e rispettate le esigenze di efficienza e competitività. Contrariamente alle attese — alimentate dalle dichiarazioni degli stessi sindacati — la trattativa si è trascinata e si è chiusa senza che siano state prese in considerazione le esigenze oggettive della azienda. I sindacati hanno anzi dichiarato di non poter legare le loro rivendicazioni alla ripresa industriale, né di poter assicurare un loro organico apporto a questa ripresa ». « L'arbitrato di chiusura — continua Il comunicato —. pur mosso Il testo integrale del comunicato reso noto al termine della riunione straordinaria del Consiglio d'amministrazione della società, tenutasi ieri mattina a Torino dalla preoccupazione di annullare tensioni, di rivalutare i salari di fronte alla spinta inflazionistica, ha di fatto scaricato sull'azienda non soltanto oneri contrattuali, ma anche altri oneri, derivanti dallo stato d'insufficienza e di disordine del Paese. L'Amministratore Delegato ha dichiarato al Consiglio di aver accettato questo arbitrato — pur consapevole della sproporzione del suo peso soprattutto per il rifiuto della controparte a offrire prospettive di recupero — soltanto per evitare rischi di maggiori tensioni sociali, facilmente strumentalizzabili ». « Umberto Agnelli ha concluso la sua relazione sostenendo che episodi come l'andamento e la conclusione di questo contratto — che si aggiungono a una serie di conflitti che hanno fatto dell'azienda la sede di tensioni di natura prevalentemente politica — potrebbero portare il nostro Paese fuori dall'economia di mercato emarginandolo da quei rapporti, anche internazionali, sui quali finora si sono fondati il suo sviluppo e la sua scelta democratica. In una situazione del genere anche la Fiat, nel volgere massimo di un anno, potrebbe perdere inesorabilmente forza e competitività ». L'Amministratore Delegato — dice il comunicato — ha chiesto al Consiglio indicazioni e poteri per far fronte alla situazione. Dopo un ampio dibattito, il Consiglio ha approvato e fatto propria la relazione dell'Amministratore Delegato, confermandogli incondizionata fiducia anche nella ricerca delle risorse e nella scelta dei modi, per far fronte alle difficoltà ». Il presidente Giovanni Agnelli — si legge nel documento — ha concluso la riunione indicando i principi ispiratori e le linee direttrici della Fiat: « lo sviluppo economico non può prescindere da un consenso fondamentale sulla responsabilità che tocca a ognuno dei protagonisti della vita economica e sociale; « non appartiene alle imprese promuovere scelte politiche, ma è dovere delle imprese battersi perché nessuna scelta ignori le leggi dell'economia, che non possono essere sovvertite: « è irrinunciabile per la Fiat la scelta di essere azienda privata, legata alle risorse del capitale e dell'intelligenza del nostro Paese, operante in un'economia di mercato aperta alla competizione internazionale, responsabile nei confronti dei suoi centomila azionisti, di tutti i suoi collaboratori e dell'economia italiana; « si deve intensificare la ricerca, ovunque e in tutti i campi, di nuove opportunità di sviluppo, auspicando che il Mezzogiorno possa trarne il massimo beneficio; » deve essere proseguita e portata a termine la riorganizzazione delle strutture interne dell'azienda per aumentare ulteriormente l'efficienza e il decentramento delle funzioni; « è indispensabile contenere rigorosamente i costi aziendali con l'assoluta salvaguardia della qualità del prodotto; « è dovere dell'azienda svolgere ogni possibile azione, a tutti i livelli, perché venga impostata una politica economica di sviluppo industriale e di ammodernamento delle strutture del Paese. Fondamentale obiettivo resta perciò una programmazione non rituale, intesa non soltanto come verifica di compatibilità tra pro¬ grammi e vincoli, ma come scelta del fatto industriale quale motore dello sviluppo; « è necessario fare ogni sforzo per continuare a compensare equamente quanti, con l'apporto del loro lavoro e dei loro capitali, sostengono la vita dell'azienda ». « Questi principi e queste linee — ha concluso Giovanni Agnelli — non sono ribaditi per invocare protezioni né privilegi, ma per sollecitare — nei confronti di tutte le controparti sociali, a cominciare dai rappresentanti dei lavoratori — quelle scelte che sono indispensabili nell'Interesse di tutti, per curare le carenze delia società in cui viviamo ». « Le condizioni generali del Paese e la situazione dell'azienda — conclude il comunicato — impongono tempi brevi. Il Consiglio ha pertanto deliberato di riunirsi ogni mese per verificare se la realtà del Paese consente la salvaguardia dell'azienda, nelle sue funzioni di creatrice di occupazione e di risorse ».

Persone citate: Agnelli, Giovanni Agnelli, Umberto Agnelli

Luoghi citati: Torino