Trame nere: altri due ufficiali sono interrogati dal giudice di Piero Cerati

Trame nere: altri due ufficiali sono interrogati dal giudice Si cercano i finanziatori e gli esecutori Trame nere: altri due ufficiali sono interrogati dal giudice Il dott. Tamburino è tornato a Padova da Roma, dove, si dice, ha sentito come teste un generale della riserva - Probabile "visita fiscale" a Piaggio che si dice malato (Dal nostro inviato speciale) Padova, 14 marzo. Il giudice Tamburino — che indaga sulla cellula fascista «Rosa dei venti» — non lo conferma, ma è quasi certo che egli abbia interrogato a Roma un generale della riserva, coinvolto nelle «trame nere». Stamane, a palazzo di giustizia, il magistrato ha detto: «Non smentite nulla. E' vera la notizia, non il resto». La notizia è che egli si è recato a Roma col sostituto procuratore Nunziante, che collabora nell'indagine. Scuro in volto, affaticato (oltre alla «Rosa dei venti», Tamburino deve svolgere il normale lavoro indagando su rapine, furti, minacce), il giudice sembra contrariato per la fuga di notizie che ha rivelato il suo improvviso viaggio nella capitale. Doveva essere un'operazione segreta, concatenata a sviluppi imprevedibili, ma oggi Tamburino non conferma nulla. «Dovrei perfino smentire il mio viaggio a Roma — ha detto — perché non sono stato io a parlarne ai giornalisti». «Ma perché se recato nella capitale? Tutti dicono che lei ha interrogato due alti ufficiali». «Non confermo gli interrogatori — dice Tamburino —; il viaggio è stato compiuto per acquisire materiale necessario al processo istruttorio». «L'inchiesta, in questo momento, è diretta a scoprire i finanziatori o il potere esecutivo della "Rosa dei venti"?». «Svolgiamo indagini in tutte e due le direzioni — ha risposto — non si può costruire un tavolo che zoppichi». «Quando prevede di porre fine alle indagini»? «Impossibile dirlo, il caso resta aperto». t(Ogni nuovo personaggio porta alla scoperta e alla denuncia di altri personaggi?». «Come in tutte le indagini; si procede per gradi». «E il generale interrogato?». «Ho già detto che non posso nemmeno confermare il vie gio a Roma». Nella capitale, Tamburino, però, è andato, forse per avere notizie, dal momento che sul suo tavolo vi è l'elenco degli ufficiali in servizio nelle forze armate. Inoltre, è ormai noto che l'inchiesta sulla cellula eversiva fascista creata per ricostruire in Italia la repubblicr di Salò, aveva tre «pilastri»: i finanziatori (avvisi giudiziari sono stati inviati ai consiglieri di amministrazione della finanziaria genovese «La Gaiana», un ordine di cattura è stato spiccato per il factotum Lercari, ora in Svizzera, è stato anche interrogato il presidente, Andrea Mario Piaggio); gli esecutori (sono in carcere undici persone con l'accusa di tentativo di eversione dello Stato); i militari (in prigione v'è il colonnello Amos Spiazzi, ricercato è il generale Francesco Nardella, forse nascosto in Olanda). Nei giorni scorsi, erano stati interrogati in carcere e messi a confronto quattro dei principali personaggi della vicenda: Eugenio Rizzato, Roberto Cavallaro, Giancarlo De Marchi e Cipriano Zannoni. Per la prima volta, l'ex repubblichino Rizzato avrebbe rotto il silenzio per difendere lo Zannoni. Subito dopo, Tamburino ha deciso di recarsi a Roma «per acquisire documenti», dice il giudice; per interrogare due alti ufficiali, sostengono altre fonti. E domani gli interrogatori continueranno: Tamburino e Nunziante sentiranno, a quanto si dice, un maresciallo e due ufficiali. Tutto, però, è avvolto nel segreto istruttorio. Troppa gente spera che Tamburino faccia qualche dichiarazione imprudente, offrendo il motivo per togliergli di mano l'inchiesta, diventata sempre più scottante per i grossi personaggi che vede via via implicati. Anche il capitolo Piaggio non è chiuso; all'imprenditore era stato tolto il passaporto quando si era accertato che alcuni assegni destinati alla «Rosa dei venti» erano stati emessi dalla società che egli presiede, «La Gaiana»; interrogato a Genova da Tamburino (le sue condizioni di salute non gli consentono il viaggio a Padova), Piaggio si era difeso dicendo che era Lercari il factotum della finanziaria. Interrogassero lui sui presunti finanziamenti occulti. Ma Lercari, colpito da mandato di cattura, è scomparso. Ufficialmente, sembra sia in Svizzera «per curarsi». Ora, però, si è fatta insistente la voce che Piaggio verrebbe sottoposto a visita medica fiscale per accertare le sue effettive condizioni di salute. Perché? La domanda è stata fatta al giudice Tamburino. «Non mi risulta», ha risposto. Ma, poco dopo, ha aggiunto: «In corridoio c'è un medico, un professore di Padova: sto per riceverlo, giudichi lei quale compito gli affiderò». Piaggio sarà, dunque, sottoposto a visita medica fiscale, fatto che ha sollevato tre ipotesi. Prima ipotesi: lsdcVppL l'imprenditore genovese si era difeso sostenendo che le sue precarie condizioni di salute (due gravi collassi) gli impedivano di seguire gli affari de «La Gaiana». Sarebbe, quindi, stato facile stornare denaro per finanziare, a sua insaputa, la «Rosa dei venti». Tamburino vuole rendersi conto esattamente delle condizioni di Piaggio? Seconda ipotesi: il giudice vuole convocare l'industriale a Padova per un confronto con alcuni accusati in carcere. Piaggio aveva fatto sapere di non potersi muovere a causa della malattia. Il medico fiscale dovrebbe dare una risposta definitiva. Terza ipotesi: riguarda l'articolo 259, primo comma, del codice di procedura penale, che dice: «Se la persona (colpita da mandato di cattura facoltativo N.d.r.) si trova in condizioni di salute particolarmente gravi, il giudice può disporre con decreto motivato (ecco la necessità del certificato di un medico fiscale. N.d.r.) la sospensione del mandato di cattura con o senza cauzione». Ci si chiede se questo è il caso di Andrea Mario Piaggio. Tamburino non parla e lascia aperta ogni supposizione. Piero Cerati L'industriale Piaggio