Se sarà più forte lo diranno i fatti
Se sarà più forte lo diranno i fatti Se sarà più forte lo diranno i fatti Il governo è stato fatto e con il primato della velocità. A prima vista può sembrare persino più completo del precedente, in quanto a partecipazione, perché i socialisti vi hanno messo Mancini e i democristiani Andreotti, mentre i socialdemocratici, che hanno lasciato gli uomini che già avevano, si sono finalmente presi l'agognato ministero economico, con Tanassi alle Finanze. Se sia più forte e più efficiente lo diranno i fatti. In quanto a durata ha tutte le premesse per andare oltre il 12 maggio. Però la de per costituire questo governo rischia di rompere il suo equilibrio Interno e di far saltare quel patto di Palazzo Giustiniani che riunì tutte le correnti alla vigilia del congresso del giugno scorso e che portò il partito ad abbandonare l'alleanza con i liberali per tornare ai socialisti. Ieri scrivevamo di DonatCattin rimosso dalla Cassa per il Mezzogiorno al fine di far posto a Mancini. Questa mattina è andato da Fanfani a chiedere spiegazioni: «Ho cercato di difenderti, caro Donat-Cattin, ha risposto il segretario democristiano, ma non sono riuscito. O prendi la Sanità o nulla ». Cosi il quinto governo Rumor nasce senza il leader di « Forze nuove » che non era entrato nel governo di centro di Andreotti per preparare il ritorno del centro-sinistra. Il gesto suo è polemico nei confronti di Fanfani, non di Rumor, tanto è vero che al governo partecipano due « forzanovisti », Vittorino Colombo e Toros. Donat-Cattin critica la segreteria del partito anche perché, a suo giudizio, non ha cercato a sufficienza una via per evitare il referendum: la consultazione popolare, dice, apre prospettive oscure che era doveroso evitare. Andreotti va alla Difesa Fanfani gli aveva offerto il Tesoro, ma ha rifiutato. Era una proposta abbastanza strana: il passato governo era rappresentato dalla « troika economica », Colombo, Giolitti, La Malfa, tre uomini esperti in materia per lunghi studi e lunga esperienza. Via La Malfa, perché si è dimesso, le Finanze sono state date a Tanassi, uomo nuovo per un ministero di quel tipo; se si fosse tolto anche Colombo, sarebbe rimasto il solo Giolitti. Tanassi e Andreotti sono sicuramente pronti e capaci, ma per impratichirsi di un ministero ci vuole tempo, mentre c'è urgenza di realizzare subito quelle misure che la passata « troika » aveva faticosamente elaborato. Per questo motivo (ed anche perché Colombo è della sua corrente e non capiva perché avrebbe dovuto fargli uno sgarbo) Andreotti ha chiesto la Difesa, lasciata libera da Tanassi. Già c'era stato e ben conosce quel ministero. Il risultato è che la de, con Colombo, riassume la guida economica, mentre con la passata troika essa era stata divisa tra La Malfa e Giolitti e la de aveva dovuto limitarsi a far da mediatrice. Ed è una risposta alle critiche dei socialisti e dei comunisti al partito di maggioranza perché non si assumeva la diretta responsabilità delle scelte. Così il tripartito di centrosinistra è pronto, ma con questa carenza: che fuori rimangono gli uomini di sinistra dei tre partiti, i socialisti di Lombardi, i socialdemocratici di Saragat, il democristiano Donat-Cattin. Sono assenze, in specie le ultime due, che potranno pesare, perché nessuno in politica vuol morire. In compenso sono rimasti al loro posto alcuni ministri che a giudizio comune avevano fatto molto poco, ma che si sono dimostrati inamovibili perché forti nei rispettivi partiti in quanto portatori di grossi pacchi di tessere. Non è una novità: è sempre accaduto. Questo governo vede la vittoria di Fanfani, che ha spinto, guidato, combinato. Non è escluso che anche l'isolamento del leader di « Forze Nuove » sia, per ora, un suo successo. Donat-Cattin e Bodrato erano stati praticamente i soli a criticarlo in direzione. Anche Andreotti gli aveva lanciato qualche puntata, forse anche più pungente, ma all'apparenza meno pesante. I modi
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