I vescovi dei Mozambico condannano lo sterminio

I vescovi dei Mozambico condannano lo sterminio Un durissimo documento pastorale I vescovi dei Mozambico condannano lo sterminio La guerra nella colonia "sconvolge le popolazioni, provoca migliaia di vittime, comporta spese che sarebbero utili in altri settori" - L'emergenza militare in Portogallo è stata revocata (Nostro servizio particolare) Madrid, 12 marzo. Dopo le truppe consegnate in caserma da sabato (l'ordine è stato revocato oggi) e la tensione provocata dal libro « Il Portogallo e il suo futuro » del vice capo di stato maggiore, generale Antonio Spinola, che propone una federazione a parità di diritti fra il Portogallo metropolitano e i suoi territori d'oltremare, adesso ci si sono messi anche i vescovi del Mozambico con un documento pastorale che molte fonti politiche, governative e non, hanno definito « esplosivo ». Il Mozambico, che fa parte dei territori portoghesi d'oltremare, gentile eufemismo per non dire colonie, è un territorio vasto due volte e mezza l'Italia, con una popolazione di meno di otto milioni di abitanti, nella stragrande maggioranza negri, mulatti o meticci. Da dieci anni vi si combatte una feroce guerriglia per l'indipendenza che ha portato ad eccessi da ambo le parti compreso lo sterminio degli abitanti di interi villaggi. I vescovi del Mozambico si sono riuniti ed hanno redatto un documento pastorale che suona aperta condanna del regime colonialista che Salazar prima e poi il suo successore Marcelo Caetano vollero continuare. «La guerra nel Mozambico è una realtà che sconvolge sempre più le popolazioni, provoca migliaia di vittime e comporta le spese dì somme che potrebbero essere più vantaggiose in altri settori », affermano i vescovi, ben consci del fatto che il 48 per cento del bilancio dello Stato portoghese finisce in spese militari. «Noi siamo ansiosi di vedere la pace nel Mozambico. Tuttavia la pace si costruisce solo sulla giustizia, che respinge ogni discriminazione razziale, l'odio e la vendetta, per considerarci fratelli e vivere come tali. Pertanto, condanniamo, alla stregua di delitti, gli attentati contro la vita degli innocenti, da qualsiasi parte provengano e quali ne siano le circostanze. Ricordiamo che la guerra, compresa quella di legittima difesa, non è un sinonimo di licenza per uccidere». Per molto meno di queste parole, centinaia di portoghesi che hanno osato dire la stessa cosa in forma più discreta sono finiti in carcere. Ma i vescovi del Mozambico hanno rincarato la dose, affrontando il tema delle relazioni fra Stato e Chiesa, che essi riconoscono di non facile soluzione. «Si tratta proprio di quanto succede in Mozambico», continua il documento pastorale, «dove la Chiesa è accusata di confondere l'evangelizzazione con la lusitanizzazione, di essere al servizio del capitalismo e di una politica colonialistica, di collaborare, mediante l'insegnamento nelle scuole, al genocidio culturale del popolo bantu e di essere sottoposta a regalie e privilegi di un regime coloniale anacronistico». Nonostante il 100 per cento ottenuto nella votazione di fiducia nell'assemblea nazionale portoghese, famosa per aver sempre approvato tutti i progetti di legge governativi con sconcertante unanimità, il governo del primo ministro Marcelo Caetano non può evidentemente ordinare l'arresto di tutti i vescovi del Mozambico, particolarmente dopo l'esempio della vicina Spagna, dove il governo di Franco ha dovuto segnare una battuta di arresto nella polemica contro il vescovo di Bilbao, monsignor Antonio Ahoveros, «colpevole» di un'omelia in favore delle libertà dei baschi. Roberto Traili

Persone citate: Antonio Ahoveros, Antonio Spinola, Marcelo Caetano, Salazar

Luoghi citati: Bilbao, Italia, Madrid, Portogallo, Spagna