Manuale di istruzioni sulla randa e il fiocco

Manuale di istruzioni sulla randa e il fiocco BARCA A VELA Manuale di istruzioni sulla randa e il fiocco La veleria « North Salls », carica di allori, ha adottato un sistema Intelligente per farsi pubblicità: diffonde tra I clienti (compresi quelli potenziali) un fascicolo molto utile, denso di appunti e di suggerimenti per ottenere II miglior rendimento della randa e del fiocco. Dopo aver letto gli ■ Elementi fondamentali nella realizzazione del flocco >, Il velista che non sappia veramente tutto avrà raggiunto una maggiore maturità nella scelta della vela e nel suo impiego in differenti condizioni di vento e di mare. Posto che le sole possibilità di regolazione del fiocco sono offerte dalla ghinda, più o meno tesa, e dalla scotta, come trarne vantaggio? Quale fiocco usare con vento teso e mare calmo, oppure con vento debole e onda gonfia? North suggerisce: con vento leggero e fiocco grasso, si deve portare avanti la « pancia > se c'è onda, tutta avanti se I' vento rinfresca e l'onda aumenta. Con vento debole e mare calmo, portare il punto di scotta all'interno, il più possibile, e scegliere il fiocco col bordo di entrata assolutamente piatto (il grasso resta Indietro). Stiamo parlando di derive. E sempre ai velisti di questo settore North propone fiocchi con l'angolo di scotta molto basso, tanto basso che la tela della base sfiori la coperta, rlducendo così le turbolenze generate tra lo scafo e il flocco. Discorso che vale per derive acrobatiche, da portare molto dritte. Una barca sbandata, col trincarino sotto, non farebbe che riempire II flocco d'acqua, come un secchio frenante, deformandolo ben presto. Per spostare molto all'Interno il punto di scotta del fiocco, e stringere sempre più il vento, si deve risolvere il problema del necessario distacco tra la caduta poppiera del triangolo di prua e la tela della randa. Se questa è grassa nel primo terzo, lungo la ralinga, il « camino • tra le due vele sarà insufficiente. Il timoniere aumenterà inutilmente la tensione della scotta della randa, portando il bome sempre più al centro; la randa continuerà a fileggiare lungo l'albero, e la barca perderà velocità. North realizza oggi rande molto piatte nel primo terzo (esattamente il contrario di quanto si usava fino a qualche anno fa), col grasso spostato al centro e verso l'ultimo terzo. Adottando una randa di questo tipo si conserva un sufficiente distacco dalla caduta poppiera del fiocco, anche se il suo punto di scotta è molto interno; i filetti d'aria non colpiscono la randa in prossimità dell'albero; si realizza la migliore bolina senza perdere velocità. Sempre al fine di ottenere la necessaria armonia fra randa e flocco, North suggerisce di modificare la tensione della scorta non appena II vento varia di 1 o 2 nodi, non appena cambia il mare. Mezzo centimetro può essere sufficiente. Una vela di prua troppo bordata con onda gonfia fa picchiare la barca sull'acqua e rallenta. Il fiocco, o il « Genoa > sulle barche maggiori, non dovrebbe posare sulla crocetta. Quanto alla randa, ecco un sistema empirico per trovare il punto della corretta tensione della scotta: mettersi sotto al boma, cazzare fino a quando la stecca più alta è parallela al boma stesso. Il carrello della scotta può essere portato sopravvento, col boma quasi al centro, quando il vento è leggero. Quando il vento arriva a 10 nodi si deve cominciare a spostare il carrello sottovento. Tutto questo senza dimenticare la flessibilità dell'albero e il tipo dell'albero. Una randa molto veloce può diventare sonnolenta se l'albero non è a posto, oppure non è adatto. Ecco un pregio di North: segue i suoi clienti, tiene conto delle critiche e delle richieste, se fatte con competenza. Il rapporto fra il velalo e chi usa le vele dovrebbe essere tenuto in maggior conto anche nel tempo della produzione industriale. * ★ Alcune notizie In breve. La rivista • Nautica ■ di questo mese contiene un « catalogo > delle barche a vela a deriva, a chiglia e cabinate, che può essere molto utile per chi abbia problemi di scelte indicative e di confronti sommari. La stessa rivista pubblica interessanti articoli sui catamarani e sull'impiego dei fiocchi di diversi tipi. A settembre si rinnoverà la grande sfida per la « Coppa d'America », nelle acque di Newport. GII inglesi hanno rinunciato. I francesi sono in difficoltà, perché sembra essersi dissolto l'accordo fra il finanziatore Blch e il « mostro » Elvstrom. La supremazia americana sarà probabilmente Insidiata dal soli australiani, molto agguerriti e decisi. Il finanziatore Bond avrebbe speso ben 6 miliardi di lire per ricerche di laboratorio, progettazione, costruzione dell'» Australis », barca sfidante, e preparazione generale. Possiamo ancora riconoscere lo sport della vela in queste manifestazioni? La domanda mi è suggerita anche dalla lettura di un resoconto di Giorgio Falck sulla regata Intorno al mondo. Esultando perché il « Guia » e altre barche hanno impiegato 88 giorni dall'Inghilterra a Sydney, contro i 90 giorni dei più veloci ■ Cllppers », Falck elenca alcuni motivi del successo, aver scelto la rotta più meridionale (58°), mentre i »Clippers» si tenevano più alti (4448") per motivi di prudenza. Aver portato II massimo di tela, anche lo » spi », nelle condizioni più infernali. Aver continuato ad avanzare anche quando il buon senso suggeriva di mettersi alla cappa. Tutto questo per arrivare due giorni prima del « Cllppers » del secolo scorso? Tutto questo al prezzo di tre morti (non sulla barca di Falck)? Tutto questo buttando al vento miliardi? Gli amanti della vela prendano altri esempi. Mario Fazio

Persone citate: Bond, Giorgio Falck, Guia, Mario Fazio, Newport

Luoghi citati: Falck, Inghilterra, Sydney