Giunti era forse sotto choc
Giunti era forse sotto choc L'arbitro è stato vittima giovedì di un incidente stradale Giunti era forse sotto choc Illeso dopo un pauroso testa-coda: la sua auto seriamente danneggiata - Non ha informato del fatto i dirigenti della Can - Un caso senza precedenti - Come è avvenuta la fuga dallo stadio del direttore di gara aretino L'arbitro Giunti di Arezzo, protagonista della burrascosa partita di domenica scorsa al Comunale, conclusasi con azioni di autentica guerriglia da parte di gruppi di tifosi esagitati, avrebbe diretto la gara non in condizioni fisiche normali. Secondo notizie rimbalzate da Arezzo, dove risiede, Luciano Giunti, 44 anni, dipendente di un'importante ditta di confezioni, giovedì notte (cioè a pochi giorni di distanza dal match di Torino) è rimasto coinvolto in un grave incidente stradale dal quale usciva miracolosamente illeso. Mentre si stava recando a Città di Castello per impegni di lavoro, la sua auto iniziava a sbandare poi « impazziva » in un testa-coda per andare a schiantarsi contro un « guard-rail ». Nell'urto, violentissimo, la macchina andava pressoché distrutta: Giunti, soccorso da automobilisti di passaggio, appariva in stato di choc dal quale si riprendeva soltanto alcune ore dopo. E' possibile che l'indomani l'arbitro avesse già dimenticato la paurosa avventura, ma stando invece ad amici di famiglia sembra che al momento di partire per Torino fosse ancora sotto l'influenza dello scampato pericolo. Lo confermerebbe il fatto che a Torino è arrivato sulla ■ 850 » di un suo guardalinee. Ieri ad Arezzo Giunti non ha voluto parlare dell'incontro di Torino. Non perché gli manchino gli argomenti, visto che lui « ha la coscienza perfettamente a posto », ma in quanto esistono precise disposizioni federali alle quali non può derogare. Soltanto in questo caso, comunque, Giunti ha rispettato il regolamento: ha dimenticato, infatti, che essendo stato protagonista di un incidente stradale abbastanza serio, che poteva influire sul suo sistema nervoso, avrebbe dovuto segnalare il fatto alla Can, cioè la Commissione arbitri nazionale ed eventualmente chiedere di essere sostituito. Giunti, invece, non ha informato i suoi dirigenti e soprattutto ha dimostrato domenica in campo di essere tutt'altro che in buona forma. Già durante la partita si è avuta l'impressione che l'arbitro non fosse al meglio della condizione, chi l'ha visto negli spogliatoi alla fine del match l'ha definito semplicemente «stravolto». Uscito da una «porta» segreta, su un automezzo messo a disposizione dal Torino, Giunti è stato trasportato ad Asti assieme ai due guardalinee: all'ingresso della città, il terzetto si era incontrato con l'arbitro torinese che aveva portato la « 850 » del collega toscano che si trovava in sosta davanti ad un albergo nei pressi di Porta Nuova. Da Asti, Giunti si era diretto a Genova per salire sul primo treno per Arezzo. Quarantaquattro anni, internazionale dal 73, Luciano Giunti In questo campionato ha diretto sinora nove incontri, 7 in serie A e 2 in B: già in passato è stato sovente al centro di polemiche ma mai di queste dimensioni. Lo scorso anno, sempre a Torino, concesse alla Roma un rigore inesistente e Cordova si fece parare il tiro; a San Siro, in InterLazio, non vide un clamoroso gol fatto con una mano da Boninsegna. Sempre a proposito di rigori, vanno segnalate punizioni indiscutibili non concesse (sempre lo scorso anno) al Verona contro il Bologna, alla Roma contro il Palermo, decisioni che ovviamente provocarono alla fine furiose proteste da parte dei tifosi. Senza dimenticare il rigore concesso nell'andata del torneo alla Sampdoria a Marassi per l'involontario mani di Sala. Si tratta di un episodio senza precedenti? Pare di sì, come ci ha affermato un importante esponente del mondo arbitrale. Una indagine si rende pertanto necessaria, soprattutto in considerazione del fatto che il commissario della Can era all'oscuro dell'incidente occorso a Giunti, il quale a termini di regolamento era tenuto a segnalare il fatto. In proposito sembra che ieri l'arbitro abbia confidato ad alcuni amici che forse avrebbe fatto meglio a ricusare la designazione di Torino in considerazione del suo stato di choc. Giorgio Ganclolfi
Persone citate: Boninsegna, Cordova, Giorgio Ganclolfi, Luciano Giunti
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