Farse domani il vertice al Cairo Sarà tolto il blocco petrolifero? di Igor Man

Farse domani il vertice al Cairo Sarà tolto il blocco petrolifero? Attese decisioni dei produttori arabi di greggio Farse domani il vertice al Cairo Sarà tolto il blocco petrolifero? L'Egitto preme in questo senso, ma ci sono dubbi sull'esito - La stampa tende a sdrammatizzare la situazione sul Golan, (anche ieri ci sono stati scontri a fuoco) (Dal nostro inviato speciale) Il Cairo, 9 marzo. Anche oggi s'è sparato sul Golan: quindici minuti soltanto. Secondo Damasco c'è stato uno scambio di colpi di artiglieria dopo che i cannoni siriani avevano aperto il fuoco, alle 12,15 locali, contro unità del genio israeliano che cercavano di rinforzare le loro posizioni avanzate, nel settore centrale del fronte. Al Cairo tuttavia si tende a sdrammatizzare, il discorso pronunciato ieri dal generale Assad, presidente siriano, in occasione dell'undicesimo anniversario dell'ascesa al potere del partito socialista Baas, viene riprodotto in estratti e non con molto rilievo. Assad ha detto che «la guerra continua», terminerà solo quando tutti i territori arabi saranno stati liberati, e riconosciuti i diritti del popolo palestinese. Il presidente siriano ha però aggiunto che dopo il cessate il fuoco la lotta contro il nemico ha preso una nuova dimensione, quella politica. «Noi siamo decisi ad affrontare questo nuovo tipo di lotta, ma lo faremo senza trascurare la preparazione bellica, è nostro dovere infatti continuare la battaglia fino alla realizzazione degli obiettivi che ci siamo prefissi». Dopo aver denunciato le manovre, i «mercanteggiamenti» di Israele volti a mantenere l'occupazione dei territori arabi, Assad ha detto che la Siria non accetterà mai l'imposizione degli «atteggiamenti o soluzioni». La Siria è decisa ad agire in piena autonomia nell'interesse suo e della grande nazione araba. Assad dice che la «guerra continua», ma lascia aperta la porta alla soluzione politica. La mobilitazione sul Golan, gli accenti forti, sono destinati all'opinione pubblica interna, agli estremisti del Baas che contestano al presidente come la consegna della lista dei prigionieri israeliani non abbia dato alcun risultato concreto. C'è nel discorso di Assad una nota polemica contro quei Paesi (come l'Egitto) che esercitano pressioni su Damasco perché marci sulla via del negoziato, ma c'è anche — ed è importante — l'impegno a voler ricercare una soluzione politica che soddisfi «i diritti legittimi della patria siriana e dei palestinesi». Al Cairo si pensa che, nonostante la tensione sul Golan, sia da scartare l'ipotesi di una ripresa delle ostilità: «Riaccendendo il fuoco la Siria compirebbe un grave errore». La propaganda egiziana dà piuttosto grande rilievo alla conferenza dei ministri del petrolio che dovrebbe riunirsi qui lunedì. Era stata annunciata per il giorno 13, doveva tenersi a Tripoli, ma il governo del Cairo ha insistito perché abbia luogo nella capitale egiziana. «La levata dell'embargo del petrolio all'America», titola su tutta la pagina stamane Al Abram. Il giornale scrive che i ministri del petrolio dell'Egitto, dell'Arabia Saudita, dell'Algeria, del Kuwait, della Libia e di Abu Dhabi si riuniranno durante due giorni all'Hotel Sheraton al Cairo. Con molto ottimismo, si dà per scontata una decisione che preveda l'aumento della produzione e la levata dell'embargo contro gli Stati Uniti «in segno di ap¬ pdrrsrrptais prezzamento per il ruolo svolto dall'America nella ricerca di una "adeguata" soluzione della crisi del Medio Oriente». Fino a questo momento, in realtà, non si sa se la conferenza avrà luogo, finora nessun ministro del petrolio è arrivato al Cairo. Gli osservatori diplomatici si mostrano piuttosto dubbiosi su quello che potrà essere l'esito della conferenza. L'Egitto preme perché ^embargo venga abolito, ma toglierlo significherebbe levar di mano alla Siria un argomento di pressione molto importante, in vista dei negoziati indiretti di Washington sul disimpegno. Abbandonare la Siria a se stessa comporta il rischio di un pronunciamento degli oltranzisti siriani che potrebbe spingere Assad a giocare la carta militare con tutte le conseguenze possibili e immaginabili. Igor Man