Il vice di Nixon chiede il dossier con le accuse di Vittorio Zucconi

Il vice di Nixon chiede il dossier con le accuse S'aggrava la vicenda Watergate Il vice di Nixon chiede il dossier con le accuse Gerald Ford vuole che gli atti del caso vengano trasmessi alla commissione parlamentare (Dal nostro corrispondente) Washington, 4 marzo. Nuove indiscrezioni confermano oggi le clamorose notizie della scorsa settimana: 11 Gran Giurì, la giuria popolare che ha raccolto i risultati dell'istruttoria su Watergate e chiesto i rinvìi a giudizio, aveva elementi diretti di prova contro Nixon e solo l'immunità garantita al Presidente ha impedito ai giurati di incriminarlo. Ma questo siluro contro Nixon non è affatto disinnescato, al contrario: da un momento all'altro (forse già domani) si attende la decisione del giudice federale John Sirica sulla busta sigillata con il materiale d'accusa. E ben pochi dubitano che Sirica deciderà di consegnare il plico (.">()■ pagine) alla Commissione parlamentare che sta studiando l'incriminazione e la destituzione del Presidente. Vari sintomi indicano che la posizione di Nixon comincia veramente a farsi precaria: persino il vicepresidente Gerald Ford, creatura di Nixon e suo fedelissimo, comincia a prendere le distanze e ieri ha chiesto che la «busta nera» in mano al giudice venga passata alla Commissione parlamentare. Gerald Ford è l'uomo che diverrebbe Presidente degli Stati Uniti in caso di dimissioni o destituzione di Nixon. La campagna per allontanare il Presidente sta acquistando nuovo vigore e non si contano più i deputati e senatori democratici (dell'opposizione cioè) che si levano ad invocare la fine dell'era Nixon. Parlando alla tv, il senatore Byrd (democratico del West Virginia) ha pronosticato le dimissioni del Presidente entro 6 settimane. Ciò pare eccessivo, ma non si dimentichi che finora Nixon ha potuto resistere perché contro di lui non esiste una sola prova, ma l'unica testimonianza di John Dean, suo ex consigliere legale. Alla quale, ovviamente, egli oppone la sua «parola di Presidente», Due sarebbero, secondo il Gran Giurì i reati per i quali Nixon è incriminabile, sulla base delle prove raccolte (il Gran Giurì non può condannare, ma solo prosciogliere o rinviare a giudizio): la conspiracy (forma assai più grave della nostra «associazione a delinquere») e la obstruction of justice, il tentativo di ostacolare il corso della giustizia. Le pene per questi due reati sono pesantissime e, insieme, possono superare i 20 anni di carcere. Nixon avrebbe «cospirato», secondo le indiscrezioni sui lavori del Gran Giurì, con i suoi 7 collaboratori già incriminati, per soffocare lo scandalo provocato dalla scoperta di 5 spie negli uffici del partito democratico, a palazzo Watergate. E poiché la conspiracy aveva come oggetto il silenzio di testimoni imbarazzanti e la scomparsa di prove documentarie, ecco che insieme si configura il reato di obstruction of justice. Vittorio Zucconi

Luoghi citati: Stati Uniti, Washington, West Virginia