Heath non vuole dimettersi Cerca l'appoggio dei liberali

Heath non vuole dimettersi Cerca l'appoggio dei liberali Il "grande sconfitto„ delle elezioni inglesi Heath non vuole dimettersi Cerca l'appoggio dei liberali Sarebbe tuttavia un'alleanza difficile e che non raggiungerebbe la maggioranza assoluta in Parlamento - Ogni possibile combinazione porta a un governo debole: nuove elezioni entro pochi mesi? - Wilson attende ' (Dal nòstro corrispondente) ' Londra, 2 marzo. .L'Inghilterra è In uno di quei labirinti nel quali un tempo parevano perdersi soltanto le irrequiete democrazie «continentali», al di là della Manica. II premier Heath — il grande sconfitto, politicamente e personalmente, delle elezioni di giovedì — non vuole cedere II potere al leader laborista Harold Wilson, che pure ha ottenuto più seggi in Parlamento, ma sta tentando di tenere a galla l'amministrazione « tory » con l'appoggio dei liberali e forse dei nazionalisti scozzesi. E' un' tentativo immerso ih una nebbia d'incertezze, di diffidenze e di animosità. Heath si è consultato ogjgi con il leader liberale Jeremy Thorpe, ed è l'inizio di una lunga serie di sondaggi, quasi all'italiana. Occorre subito dire che, dal punto di vista costituzionale, la condotta di Heath è incensurabile. Un premier può fare ciò che vuole, npn ha nessun obbligo di rinunciare all'inca-. rico, né il sovrano può allontanarlo.. Soltanto la Camera dei Comuni, con un suo voto di sfiducia, può imporgli di lasciare Downing Street. Il Parlamento è la fonte di ogni potere. In mancanza di un partito con la maggioranza assoluta, Heath penserebbe dunque di attendere fino al 12 marzo, e rivolgersi ai Commons. Quel giorno* la nuova assemblea voterà sul «discorso della regina», aulico termine per quello che è più semplicemente il programma governativo. S'intravede così una prima possibile soluzione, un primo scenario. Heath prepara un piano d'emergenza (accordo con i minatori, ritorno a una settimana lavora-, tiva di -cinque giorni, un prestito internazionale, varie misure d'austerità) e ottiene ai Comuni il puntello dei voti liberali; 296 deputati tories più 14 liberali fanno 310. Saremmo sempreI al. disotto della "inaggioranza-Hssorata'rehé to+""una'camera di 633'seggi esige almeno .318 voti: per cui Heath deve sperare di raccògliere qualche altro suffragio. O quelli dei nazionalisti scozzesi o quelli del nuovi 12 deputati nord-Irlandesi, tutti meno uno protestanti, oltranzisti, interessati solo a demolire l'amministrazione locale con i cattolici. Altro scenario: . Jeremy Thor'pe accetta di entrare in una coalizione minoritaria con Heath-. E' la tesi, di coloro che sono rimasti impressionati dalle parole del comunicato emesso questa sera dà Downing Street, Thorpe, è Heath — informa il testo — «hanno scambiato vedute sull'urgente . necessità di un'amministrazione che continui l'attività di governo». Tutto è possibile, ed è possibile anche questo. Ma non bisogna dimenticare che Thorpe. troverà estremamente difficile convincere i suoi deputati nonché la sua base a collaborare con il premier tory. Il Liberal party, .riformista e ' illuminato, è alquanto radicale, è più vicino ai lalioristi che. al conservatori: e molti dei suoi uomini considerano Heath non soltanto un «reazionario»,' ma ciò che è più grave, un « fallito». Non basta. Thorpe, sdegnato per aver ricevuto 6 milioni di voti — più della metà di quelli ottenuti sia dai tories sia dai socialisti — ma soltanto 14 seggi, vuole una riforma del «crudele e pazzesco» sistema uninominale. Potrebbe essere una delle condizioni del suo appoggio e non si sa fino a che punto Heath sia disposto ad andargli incontro. Si arriva così al terzo scenario. Heath viene respinto da Thorpe. Può allora dare le dimissioni o aspettare fino alla sconfitta ai Comuni. A questo ' punto, la regina convoca Wilson, il quale, con 301 deputati alla Camera, ripercorre la strada di Heath. E cerca quindi alleanze ed aiuti, nella speranza di formare un governo sostenuto da^ Parlamento. Nella valanga di commenti e d'ipotesi, il più onesto e accurato è il giudizio del Guardian. «Ormai, i liberali sono soltanto un elemento in un'equazione parlamentare che ha superato i misteri del calcolo differenziale e che sta scomparendo, in vertiginosa corsa,, nell'astrusa sfera della logica simbolica ». E, come osserva un altro, «tutte le combinazioni sono possibili e tutte impossìbili». In realtà, salvo sorprese, non si vede che un'unica via di uscita: nuove elezioni. Che il governo sia diretto da Heath o da Wilson, sarà sempre un governo effimero, circoscritto al problemi economici più gravi e immediati, in attesa di una nuova consultazione nazionale. Elezioni in autunno, o addirittura in giugno: sono tra le previsioni che circolano oggi. .Abbiamo detto che la condotta di Heath è impeccabile dal punto di vista costituzionale. Ma per.molti, anche tra i conservatori, è criticabile dal punto di vista politico. La sua disfatta non lascia dubbi, il suo appello al Paese è stato respinto, e i laboristi nanno ottenuto più seggi, 301 contro 296 (i tories hanno raccolto più suffragi, ma non molti: 11 milioni 928.677 contro gli 11 milioni 661.488 di Wilson). Il Conservative Party non perdona quasi mai chi è battuto, e in questo caso Heath si è cercato la sconfitta, cedendo alle esortazioni dei suoi «falchi». Potrebbe anche restare premier, ma un giorno forse non lontano un altro leader, forse William Whitelaw, sarà innalzato alla vetta,. Mario Ciriello Jeremy Thorpe (a sinistra) e Edward Heath

Persone citate: Edward Heath, Harold Wilson, Jeremy Thorpe, Mario Ciriello Jeremy, Thorpe, William Whitelaw

Luoghi citati: Inghilterra, Londra