Nuovo avventuroso Petrosino di Peter Maas

Nuovo avventuroso Petrosino Nuovo avventuroso Petrosino Peter Maas: « Serpico », Ed. Rizzoli, pag. 310, lire 3500. Nella drammatica vicenda che ha visto Frank Serpico protagonista di una solitaria crociata contro l'omertà e il malcostume, s'intrecciano la corruzione purtroppo dilagante anche nella polizia, il vizio organizzato e la cinica indifferenza di troppi uomini politici. Ma chi è, innanzitutto. Serpico? Nessuno, incontrando quattro o cinque anni or sono Frank nelle strade del Greenwich Village, dove occupava un minuscolo alloggio dall'arredamento capriccioso e pittoresco, avrebbe immaginato la sua identità e la sua vera professione. A primo vedere, questo risoluto e inflessibile agente investigativo, all'occorrenza dotato di solidi pugni e buona mira, sarebbe agli occhi di chiunque apparso uno dei tanti artisti o sbandati, che si concentrano in quell'angolo di New York. Tarchiato, di taglia robusta, con i capelli fin quasi alle spalle e una grande barba scura, amava vestire calzoni di velluto, fantasiose camicie colorate e maglioni. Eppure, a dispetto di simili stravaganze, Serpico stava diventando l'uomo più scomodo e temuto della polizia americana. Un duro, onesto e deciso a ogni osare, che in certi atteggiamenti spavaldi ricorda Petrosino. Ma ecco i fatti, che trovano esauriente esposizione in questa godibilissima biografia romanzata, opera del meticoloso Peter Maas; autore ormai noto anche in Italia, grazie a una pubblicazione sull'affare Valachi, La mela marcia. In breve. Figlio d'un ciabattino napoletano, faticosamente emigrato oltre Atlantico nel 1925, Frank Serpico crebbe a Brooklyn. Gli scenari della sua adolescenza sono quelle povere strade, che si vedono nei film, dove ai monelli schiamazzanti sul fai della sera subentrano feroci bandicciole di teppisti. A principio degli Anni Sessanta, con molte speranze e qualche illusione di troppo, il giovane Serpico si arruola nella polizia. Zelante, coraggioso, non si risparmia fatiche e rischi talora gravi. Al contempo, anche a non volere, fiuta odore di bruciato e indovina ignobili complicità, pastette e intrallazzi. Molti colleghi suoi, praticamente alla luce del giorno, intascano mance e intrattengono rap¬ porti con la malavita. Vendono senza vergogna il loro silenzio. Purtroppo, tocca con mano Serpico, un simile mercato non è casuale, episodico. In poco tempo, Serpico scopre all'interno degli stessi commissariati un'estesa organizzazione, che riscuote sostanziose tangenti dal gioco d'azzardo e dal traffico della droga. Ognuno può facilmente immaginare, senza che si stiano a precisare nei dettagli, i tentativi innumerevoli di compromettere, d'invischiare in qualche modo il bravo Frank. Gli si fanno promesse, gli si addossano accuse infamanti... ma il giovanotto, all'epoca non aveva ancora trentacinque anni, resiste: anzi, nell'aprile del 1970, riesce a ottenere il concreto appoggio del New York Times. Un primo articolo, pubblicato sotto il titolo « Bustarelle ai poliziotti », scatena una violenta campagna di stampa accompagnata dal finimondo. Le autorità, a malincuore o meno, sono costrette a procedere, aprendo una drammatica inchiesta. Ma purtroppo non è finita. Quale ricompensa al suo coraggio, la notte del 3 febbraio 1971, Serpico riceve una pallottola in piena faccia. Se la caverà, dopo poche settimane di ospedale, grazie soltanto alla buona stella. Questi i fatti che, scrupolosamente desunti dalla cronaca, alimentano la colorita narrazione del Maas. La quale, pur su diverse basi, non mancherà probabilmente di risvegliare interessi analoghi e curiosità a suo tempo sollevati dal Padrino e da consimili, romanzeschi spaccati dei bassifondi americani. Antonio Debenedetti

Luoghi citati: Greenwich Village, Italia, New York