E nato il maccheronico-pop? di Cesare Lanza
E nato il maccheronico-pop? E nato il maccheronico-pop? La parola violenta Cesare Lanza: « Il mercabul », Ed. Sugar, pag. 222, lire 2400. Ameno libricciuolo questo del Lanza, che corredato da un'arguta prefazione di Antonio Ghirelli (maestro in giornalismo dell' Autore) esplora, senza pretese scientifiche, ma in termini di stupefatto accertamento, il linguaggio rivoluzionario dei giovanissimi d'oggi, quale anche per lui, che pure è giovane, si è presentato come un muro, escludente la comunicazione. Codesto linguaggio, come si sa, è un'aperta sfida alla tradizione « borghese » dei padri; e anziché riscattare la parola dal di dentro (secon^ do le buone norme), la violenta dal di fuori, originandosene una gazzarra verbale, una sorta di maccheronicopop, cui manca soltanto un poeta che lo fissi. Ma fatiche non poche di dissimulazione e leggerezza sarà costata questa ricerca cozzante col senso circolare e ombroso che i giovanissimi hanno del loro mondo e del correlativo modo di esprimersi; e infatti essa consta d'impassibili reperti fonografici industriosamente raccapezzati in diversi centri d'Italia; e non vi sente mai il peso d'una glossa, la pressione di un perché. Nondimeno, nel modo come la materia è ricucita e suddivisa in capitoli, e nelle riflessioni che intercedono fra l'uno e l'altro, il Lanza è ben presente nel libretto, come spiritoso osservatore del costume. Per naturale reazione alla violenza delle cose ammantata di parole auliche, i giovanissimi hanno rovesciato la situazione, instaurando, a tutti i fini, un linguaggio a colpi d'ascia, brutalista per eccellenza. Tremendo è il rigore di questo « mercabul » (vuol dire « raccolta o sfogo di parole bizzarre, slogan, epiteti, bestemmie e parolacce»); tremendo nell'escludere quello che appena sappia d'invecchiato: tanto che una parola che sino a ieri suonava irregolare, quale « cotta », vi è sentita non meno aliena che l'antico «guiderdone». Ma perché la Rettorica è un cielo da cui non si sfugge, vediamo più nel particolare in che consista la creatività di questo linguaggio. Immediata ci sembra sia soltanto in pochi casi, come in Ma lo stai capendo? (mi segui?) e in Fai lei (fa' tu), dove una lieve anomalia sintattica basta all'effetto; per lo più è mediatissima, invasata del presente, e insomma un vero collage. Molto vi può l'ellissi: Ma chi se ne frega si riduce a chissene, col raddoppiamento sintattico in istruttiva evidenza. E non meno vi può l'onomatopea: din don (il parroco, da non confondere con il nero, che è il prete in generale), piffare (forare una gomma), glutare (bere), criccare (morire). In piena osservanza alla regola circa l'accrescimento dei nomi femminili, incontriamo salmone (morto, grossa salma) e cagnone (madre severa). Grandissima è l'influenza dell'industria e della pubblicità. Spie e span è preso per Far l'amore anche per vie traverse, Coca Cola per Cocaina, Plasmoniano per Muscoloso. Ma in nessun caso la lambiccatura industriale giunge al punto di Associazioni ceramiche riunite, registrato come variante lapidaria dell'ormai appassito complimento: sei un cesso. E quanto attendono alla televisione questi spregiatori del sistema, posto che Canzonissima tanto importa, in mercabul, quanto « amico noioso di famiglia »! Alla « Jesus Revolution » sono da riferire le espressioni: è dentro (è credente), è fuori (non è credente), è fuori a cena (Giuda), fanfara (la messa), Coty (incenso), soprano (il Papa), ultimo a sapere (san Giuseppe) e altre improntate a una consimile terribilità fanciullesca. Né così nuova come può sembrare è la metonimia costola per Donna. Francamente belli ci paiono invece elmetto per Discorso noioso, miagolare per Frenare, zio per Marx; e più ancora certe parole misteriose come anghè, voce da suono, denotante Piacere. Troppa parte di questo lessico è qui irriferibile; troppa rientra nella fredduristica goliardica. Non è tanto facile inventare nuove parole o soltanto sconvolgere le vecchie; ma quel poco che si è assaggiato di questo linguaggio «generazionale» e dissacrante basta al labile interesse del filologo e al sicuro divertimento del lettore. Leo Pestelli
Persone citate: Antonio Ghirelli, Coty, Lanza, Leo Pestelli, Marx
Luoghi citati: Italia
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