Vescovo spagnolo agli arresti

Vescovo spagnolo agli arresti Vescovo spagnolo agli arresti E' il titolare della diocesi di Bilbao - Ha pubblicato una lettera pastorale che invocava libertà per i baschi Madrid, 28 febbraio. La tensione fra il regime del generalissimo Franco e la Chiesa cattolica nazionale è sfociata in un nuovo grave episodio dalle conseguenze per ora imprevedibili: il vescovo di Bilbao, monsignor Antonio Anoveros, e il suo vicario, mons. Angel Ubieta, sono stati posti praticamente, anche se non formalmente, agli arresti domiciliari. All'origine del provvedimento è la lettura, domenica scorsa, in gran parte delle chiese della diocesi di una lettera pastorale in cui il presule invocava libertà per il popolo basco. Secondo alcune notizie, il governo starebbe ora cercando di ottenere il permesso del Vaticano per intraprendere un'azione giudiziaria contro Anoveros e il vicario. La notizia degii arresti domiciliari per i due ecclesiastici è stata confermata da un portavoce del ministero delle Informazioni, il quale ha detto che con una notifica governativa, presumibilmente firmata dal governatore civile della provincia di Vizcaya, è stato chiesto ad Anoveros e Ubieta di rimanere in casa «per motivi precauzionali». Il portavoce ha detto però di non poter confermare né smentire le voci di una possibile incriminazione, passo che sarebbe il primo del genere nei confronti di un vescovo sotto il regime del generale Franco. Altrettanto riserbo hanno mantenuto fonti del ministero della Giustizia e" l'ufficio del Nunzio pontificio a Madrid. Anche Anoveros e il suo vicario non hanno rilasciato dichiarazioni. Secondo fonti ecclesiastiche, i due si sono trattenuti per tutta la giornata odierna nelle rispettive residenze. Ieri, a causa della richiesta governativa di rimanere in casa, erano stati costretti a disertare le tradizionali cerimonie del mercoledì delle Ceneri. In base al Concordato tra governo spagnolo e Vaticano del 1953, un vescovo non può essere arrestato e processato senza il preventivo consenso della Santa Sede. In fatto di provvedimenti di arresto domiciliari nei confronti di vescovi vi sono precedenti in Spagna. Senza precedenti, invece, secondo fonti storiche, sarebbe un'azione giudiziaria contro un vescovo. Il governo repubblicano, al potere prima di Franco, incarcerò e poi espulse l'arcivescovo di Toledo e primate di Spagna Pedro Segura. Nella lettera pastorale che ha provocato la reazione del governo, monsignor Anoveros dichiarava che «il popolo basco, come qualsiasi altro popolo dello Stato spagnolo, ha il diritto di mantenere la propria identità». Il presule invocava inoltre «una organizzazione sociale e politica che riconoscesse la giusta libertà» dei baschi. La lettera era stata letta, secondo fonti di Bilbao, nel 90 per cento delle 200 chiese della provincia di Vizcaya. In una chiesa di Bilbao, alcuni giovani avevano strappato il documento dalle mani dei preti in segno di protesta. A Barcellona, intanto, l'arcivescovo Narciso Jubany e altri dieci vescovi di diocesi catalane, hanno pubblicato una lettera pastorale che invoca «il riconoscimento giuridico dei diritti di assemblea, associazione ed espressione per le minoranze etniche esistenti nel nostro Paese». Si tratta di una presa di posizione molto energica, chiaramente riferita anche al problema basco, ma per ora non si ha notizia di particolari reazioni del governo. Quanto al caso Anoveros, fonti politiche hanno lasciato capire che le autorità sono state particolarmente irritate dalla presa di posizione del vescovo per via del fatto che i terroristi baschi sono oggi alla ribalta della cronaca politica spagnola in seguito al clamoroso attentato che in dicembre costò la vita al primo ministro Luis Carrero Bianco. (Ap)

Persone citate: Angel Ubieta, Antonio Anoveros, Luis Carrero Bianco, Narciso Jubany, Pedro Segura

Luoghi citati: Anoveros, Barcellona, Bilbao, Madrid, Spagna, Toledo