L'energia nucleare in Europa

L'energia nucleare in Europa L'energia nucleare in Europa Il prof. Angelini, presidente dell'Enel, inserisce l'Italia nella più grande iniziativa nucleare europea. nucleare (o meglio plutonio) di quanto ne consumano per produrre energia. Grazie a questa loro caratteristica essi sono in grado di utilizzare in modo quasi Integrale Il contenuto energetico dell'uranio naturale. Per dare un ordine di grandezza si può dire che mentre i reattori oggi impiegati riescono a utilizzare poco più dell'I % di tale contenuto, con I reattori autofertilizzanti si potrà arrivare a utilizzazioni del 50-70%: Il che significa che con essi si potrà ricavare dall'uranio naturale una quantità di energia 50-70 volte superiore a quella che si ricava con I reattori attuali. L'affermazione su scala Industriale dei reattori autofertilizzanti porterà a una serie di vantaggi d'Importanza fondamentale. In particolare: 1) verrà estinta ogni dipendenza da altri Paesi per l'approvvigionamento del combustibile nucleare, in quanto, una volta avviato, il funzionamento di questi reattori consentirà di ottenere da ogni tonnellata di uranio naturale una quantità di energia pari a quella producibile con più di un milione di tonnellate di olio combustibile; 2) considerata l'elevatissima utilizzazione dell'uranio, potrà risultare economicamente giustificato anche il ricorso a minerali a bassissima concentrazione, che si trovano praticamente In tutti I Paesi, compreso 11 nostro, con evidente vantaggio per la bilancia dei pagamenti; 3) cade ogni problema di arricchimento dell'uranio, poiché 'Il combustibile dei reattori autofertilizzanti è costituito da uranio naturale e da plutonio, che viene prodotto non solo dagli stessi reattori, ma anche, in quantità più limitate, dai reattori delle attuali centrali nucleari; 4) il fabbisogno di acqua di raffreddamento è di circa il 50% inferiore a quello relativo al reattori oggi in servizio; 5) è da ritenere che i reattori autofertilizzanti, una volta superata la fase sperimentale di esercizio, oltre a offrire le migliori garanzie di sicurezza, potranno competere validamente, agli effetti del costo dell'energia, con I reattori nucleari oggi In uso e con gli altri mezzi di produzione dell'energia elettrica. Se si tiene conto che per la produzione di energia elettrica viene oggi impiegata dal 20 al 25% delle globali disponibilità di fonti primarie energetiche, e che tale percentuale aumenterà nell'anno 2000 di circa il 50%, è evidente il vantaggio che II successo di questa filiera di reattori porterà al Paesi che difettano di fonti prime di energia, e in particolare all'Italia che ne è pressoché sprovvista. SCOPI E TEMPI DI SVILUPPO In una riunione tenuta a Chicago il 26 aprile 1944 Enrico Fermi per primo si espresse sulla enorme importanza pratica che questi reattori avrebbero potuto avere. Da allora numerose sperimentazioni e studi sono stati compiuti sui reattori autofertilizzanti, ai cui sviluppo hanno contribuito Stati Uniti, Regno Unito, Francia, Germania, Unione Sovietica e altri Paesi. Per l'Italia il progetto del CNEN di un reattore sperimentale — Il PEC — in via di realizzazione, rappresenta uno strumento valido per il progresso delle nuove tecniche. Nei Paesi più avanzati si è oggi alla fase del prototipi da 200-300 mila kW. Il passo successivo per Il conseguimento della maturità industriale e della competitività economica è rappresentato dalla costruzione di impianti da un milione di kW e oltre. La prima centrale prevista dalla Convenzione EdF-ENEL-RWE avrà probabilmente una potenza di 1.200.000 kW e assumerà come prototipo il reattore della potenza di 250.000 kW, denominato Phénix, che è entrato recentemente in servizio in Francia. Il progetto e l'impostazione deila centrale, da parte del tre Paesi, saranno portati a termine tra la fine del 1974 e l'Inizio del 1975, sfruttando cosi gli Insegnamenti e I risultati di un anno di esercizio del reattore Phénix. I tempi successivi dipenderanno ovviamente da tali risultati. Se essi saranno soddisfacenti si può presumere che per la costruzione, sul territorio francese, del grande reattore capofila occorreranno da cinque a sei anni, e che quindi esso potrà essere posto In servizio attorno al 1980-1981. Perciò, se tutto andrà bene anche per quanto concerne il comportamento In esercizio del reattore in parola, fra dieci anni potranno essere posti in cantiere i primi grandi Impianti autofertilizzanti a neutroni veloci sul plano commerciale. Ma gli accordi già previsti a suo tempo nella « Dichiarazione di intenzione » del 1971, e ora confermati nella « Convenzione », prevedono anche la costruzione, da parte germanica, di un altro reattore sperimentale denominato SNR (Schnell Natrìum Reaktor) della potenza di 300.000 kW, di cui si prevede il completamento prima della fine di questa decade, e che rappresenterà il modello di una seconda centrale di potenza superiore a un milione di kW da costruirsi In comune nella prima metà degli Anni 80, secondo una sequenza analoga al primo impianto. Come è noto, l'Italia partecipa nella misura del 33% ad ambedue le iniziative e alle loro diverse fasi: dal progetto alla costruzione delle apparecchiature, alla realizzazione e all'esercizio degli impianti. Tale partecipazione si estende nella stessa misura alle nostre Industrie costruttrici consorziate nella NIRA (Nucleare Italiana Reattori Avanzati), per quanto attiene alla collaborazione con le industrie degli altri Paesi; in particolare competerà alle Industrie italiane la realizzazione di un terzo dei componenti delle due centrali, inclusi quelli di livello tecnologico più elevato. Appare quindi evidente come uno degli scopi principali dell'Iniziativa sia la creazione di premesse per una collaborazione multinazionale fra le industrie della Comunità con attiva partecipazione dell'industria nucleare italiana. E' anche Importante II fatto che il reattore italiano PEC, la cui realizzazione è stata affidata dal CNEN alla NIRA, avrà una notevole valorizzazione in quanto strumento essenziale a livello europeo per la prova dei combustibili nucleari, che costituiscono elemento fonda¬ mentale per la maturità industriale del reattori autofertilizzanti. L'impresa EdF-ENEL-RWE, che prende concreto avvio con l'inizio del 1974, è stata ed è oggetto della più viva attenzione da parte dei Paesi più interessati allo sviluppo della produzione nucleare, e in modo particolare della Comunità Europea che segue da vicino l'evoluzione attraverso la Commissione speciale già menzionata. LE ATTIVITÀ' NUCLEARI DELL'ENEL L'Iniziativa fin qui Illustrata rientra nel quadro più ampio delle attività nucleari svolte dall'ENEL nei dieci anni trascorsi, durante I quali l'Ente ha dedicato il massimo impegno anzitutto alla sperimentazione In esercizio dei tre Impianti nucleari ereditati dall'industria elettrica al momento della nazionalizzazione, In vista del raggiungimento di garanzie di disponibilità e di affidabilità ben maggiori, con riguardo particolare alle realizzazioni successive che comportano potenze unitarie quattro o cinque volte maggiori. Nel 1970 ebbe Inizio la costruzione della IV centrale (Caorso) della potenza di 850.000 kW, che, a partire dai 1975, produrrà da 6 a 7 miliardi di kW l'anno. Nello stesso tempo, avuto riguardo alle gravi difficoltà di finanziamento che ostacolavano i maggiori investimenti richiesti dagli impianti nucleari successivi, venne dato forte impulso alla realizzazione di quegli impianti di integrazione e di punta mediante accumulazione idroelettrica, I quali, come oggi viene riconosciuto in molti Paesi, si integrano con gli Impianti nucleari precostituendo le condizioni migliori affinché la loro produzione raggiunga l'optimum economico. Tale integrazione si rivelerà ancor più vantaggiosa con l'avvento dei reattori autofertillzzanti. Con gli Impianti recentemente entrati in servizio e con quelli che saranno completati nel giro di due anni l'Italia disporrà di oltre quattro milioni di kW di nuova potenza, con costi specifici particolarmente convenienti. Uno di tali impianti, della potenza di un milione di kW (Il maggiore del genere In Europa) è stato completato in queste ultime settimane. Ben maggiori sono le possibilità accertate In questo campo per il futuro molto prossimo. Agli studi approfonditi compiuti e alle realizzazioni cospicue in atto In Italia per l'integrazione fra impianti nucleari e Impianti idroelettrici di regolazione e di punta viene riconosciuta una notevole priorità In campo internazionale. . Confortato dagli affidamenti e dal consenso del CIPE, dopo un anno di intenso lavoro di consultazione del costruttori, con il 1973 l'ENEL ha potuto riprendere il ritmo secondo cui già dal 1970 prevedeva di porre In cantiere due unità nucleari da un milione di kW l'anno. Agli studi menzionati numerosi altri se ne sono aggiunti In campo nucleare, con riguardo ai problemi di sicurezza, di economia della produzione, e di Interazioni con l'ambiente. L'ENEL ha, per esempio, attuato per primo il cosiddetto • riciclo del plutonio > che si traduce, nei reattori attuali, in una sensibile economia di uranio arricchito per le ricariche di combustibile successive a quella iniziale.

Persone citate: Angelini, Enrico Fermi, Schnell Natrìum Reaktor