I castellani

I castellani I castellani — 11 suo salario mensile? « Millequattrocento franchi ». — Dunque un salario inferiore a quello del suo mandriano. « Abbiamo sacrificato tutto agli investimenti ». Intorno al « castello » le colline dell'Aubance distendono i loro lunghi cespugli rossi sotto il morbido cielo dell'Anjou, una larga pozzanghera blu offuscata da una nuvola color crema. Siamo a Sainl-Jean-des-Mauvrets in una di quelle case bianche, dai resti signorili, così numerose nella valle. « Qui hanno sempre regnato prudenza e ragione », assicura l'insegna appesa al frontone dell'edificio. Dopo che i Biotteau hanno occupato questi luoghi, l'ardore ha soppiantato la prudenza e l'improvvisazione la scienza. I Biotteau sono un vecchio ceppo degli abitanti di Cholet: nato da questa razza cocciuta da cui sono usciti gl'insorti antirepubblicani del 1793 e ieri anche i piccoli proprietare dell'industria del fazzoletto e della calzatura. Una famiglia che si è « arrotondata » emigrando qui in questo Anjou-Raminagrobis, elegante. Eusebio Biotteau, il padre, fece per sei anni l'operaio agricolo prima di comperare nel 1938 la tenuta di quarantadue ettari, embrione della sua attuale proprietà. Quarantadue ettari di praterie e di cattive vigne, comprati per 386.000 franchi di allora, ai quali aggiunse 214.000 franchi per rilevare anche i cavalli, le cantine e il personale. De¬ dicherà tutte le sue energie a rimettere in ordine il vigneto, armandosi di pazienza, mentre la sua prole aumenta: tre figlie e — fortuna! — tre figli, i quali — afferma il signor Biotteau — hanno « la vocazione » per la terra, perciò lavoreranno al suo fianco. Con questo capitale di manodopera comincia nel 1956 l'ascesa dei Biotteau. A poco a poco: acquisto di 18 ettari; recupero di altri 11 con un vitalizio; investimento di sedici milioni di vecchi franchi in una stalla « all'olandese »; piantagione di sette ettari di vigne ottenute in affitto per 25 anni; primo ingrandimento degl'impianti di vinificazione — la cantina — per il vino rosso, mentre per tradizione qui si producono vino bianco e rosé pastoso; apertura d'una seconda stalla « ultimo grido »; secondo allargamento della cantina; terzo allargamento della stessa cantina, che oggi ha l'aspetto di piccola cantina cooperativa. « Frattanto », dice Jean Biotteau, il figlio, « abbiamo sempre comprato da uno a due ettari di vigne ogni anno, prendendo piccoli appezzamenti, dovunque fossero situati. Sapevamo che stava per avvenire una ricomposizione fondiaria nel villaggio: E' fatta, le nostre terre sono raggruppate. Hanno acquistato valore: valeva 6000 franchi un ettaro di vigneto nel 1959; oggi 30.000 ». Ed ecco, nel 1973, i Biotteau fra i nuovi proprietari terrieri di Anjou: alla testa di 126 ettari, 48 dei quali a vigneto (presto saranno 63), con

Persone citate: Cholet, Eusebio Biotteau, Jean Biotteau