Il Varese (2-0 al Como) sale al secondo posto

Il Varese (2-0 al Como) sale al secondo posto Il Varese (2-0 al Como) sale al secondo posto Gioco non brillante, per l'importanza della posta in palio - I varesini sfruttano bene il contropiede - Sedicimila spettatori all'Ossola Dal nostro inviato speciale) Varese, 24 febbraio. Circa sedicimila spettatori sugli spalti, fatto piuttosto inconsueto per Varese, e si erano dati appuntamento gli osservatori di tutte le squadre di A. C'era persino Nils Liedholm per questo Varese-Como che avrebbe dovuto mettere in vetrina quanto di meglio può offrire la «B» sul mercato. Ma le giovani promesse ampiamente reclamizzate da due abili general manager come il varesino (ormai milanista) Vitali e il comasco Beltrami sono un pochino mancate alla prova. Per la verità soprattutto quelle di parte lariana hanno deluso. Callioni, Pozzato, Rossi, Casone non hanno saputo ripetere le belle prove offerte in precedenza. E così il Como, che pure nel primo tempo aveva dato l'impressione di essere squadra dotata di migliore organizzazione, ha subito una sconfitta abbastanza netta. Il Varese ha meritato la vittoria, pur senza mostrare nulla di trascendentale quanto a «collettivo». A noi è piaciuto molto Gorin, una «aletta» agile e pungente: suoi sono stati gli spunti piti pericolosi. Cationi si è mostrato temibile opportunista. Aveva un osso duro cerne Cattaneo alle costole: uno che non molla ed entra deciso. Lo ha beffato però, il centravanti varesino, al 52' guizzando imprendibile in piena area per scaraventare in rete dopo uno splendido suggerimento su punizione di Prato. E' stato il momento nevralgico dell'incontro. In vantaggio, infatti, il Varese ha potuto giocare di rimessa e sull'ennesimo a fondo di Gorin ha raggiunto la sicurezza. Galuppi, subentrato a Casone, non trovava di meglio che trattenere in area lo scatenato attaccante varesino: era rigore decretato giustamente da Giunti senza la minima esitazione, mentre dalla curva dove si assiepavano i tifosi comaschi (almeno in cinquemila al seguito della squadra) piovevano bottigliette. Qualche protesta degli ospiti (Galuppi sosteneva di aver strattonato Gorin al «limite») e poi, sì era all'84', Prato poteva battere Rigamonti con un tiro radente sulla sua sinistra. La partita era finita e il Varese scavalcava il Como in classifica portandosi al secondo posto dietro all'Ascoli. Dicevamo del gioco: se ne è visto poco, specie nel primo tempo. Le due squadre sono entrate in campo forse attanagliate dall'importanza della posta in palio. Al Como sarebbe bastato il pareggio, il Varese voleva vincere. Alla fine Marchioro onestamente ammetteva: « Il Como ha giocato male. Ha vinto chi ha giocato meno peggio. Aveva tutto da perdere il Varese alla vigilia ma all'atto pratico, psicologicamente, ne abbiamo risentito noi. Non si può dire che abbiamo sottovalutato l'avversario: certo il Como mi è parso la brutta copia di quello che aveva costretto l'Ascoli al pareggio e battuto nettamente il Palermo. Difficile stabilirne le cause. Mi auguro non sia un fatto fisico ma emotivo, quindi contingente. Forse questa battuta d'arresto ci farà bene. Ci costringerà a tornare con i piedi ben in terra. Nulla naturalmente è perduto. Semplicemente ci siamo accorti che il cammino verso la serie A è irto di ostacoli. Abbiamo perso una battaglia e non la guerra ». Il fatto che Marchioro ab¬ bia giudicato negativamente anche la prova del Varese non è piaciuto però a Maroso che ha subito ribattuto: « Non sopporto queste provocazioni. Il Varese ha giocato al calcio. E' il Como che non ha fatto vedere proprio niente. Li abbiamo battuti attuando la tattica da loro preferita: il contropiede. Il segreto del successo sta tutto qui: di proposito abbiamo evitato di aggredire il Como, costringendolo ad uscire dalla sua area». A parte queste polemichette che lasciano il tempo che trovano, dalle « due damigelle d'onore » dell'Ascoli ci si aspettava qualcosa di più. Anche dal Varese che pure ha legittimato il risultato. La cattiva giornata del Como si è evidenziata soprattutto in attacco. Raramente le punte lariane sono riuscite ad impensierire la difesa varesina. Perego ha cancellato Rossi e Andena su Traini ha avuto una sola incertezza: al 27' Andena entrava fuori tempo e lasciava via libera a Traini che da posizione però difficilissima sparava a rete. La palla leggermente deviata da Della Corna batteva sul palo, rimbalzava sotto la traversa e tornava in campo. Il Como riusciva a costruire la sua seconda palla gol al 66' ma Vannini mancava in spaccata l'aggancio su cross di Rossi e falliva il pareggio. Il Varese può vantare invece al 18' una pericolosissima conclusione di Canoni da distanza ravvicinata che Rigamonti sventava in due tempi; un rigore negato da Giunti (non sempre convincenti i suoi interventi) per spinta di Melgrati su Gorin al 35'; un'incursione di Prato al 74' con tiro violento che Rigamonti deviava in angolo. Guido Lajolo Varese: Della Corna; Valmassoi, Perego; Mayer, Andena Borghi; Gorin, Prato, Callonl, Marini, De Lorentls (Fusaro dal 46'). Como: Rigamonti; Callioni, Meigrati; Correnti, Cataneo, Casone (Galuppi dal 59); Rossi, Curi, Traini, Vannini, Pozzato. Arbitro: Giunti. Marcatori: Calloni al 52' e Prato su rigore al 84'. Spettatori paganti 13.839 per un incasso di lire 28.674.000. Il Varese (2-0 al Como) sale al secondo posto Il Varese (2-0 al Como) sale al secondo posto Gioco non brillante, per l'importanza della posta in palio - I varesini sfruttano bene il contropiede - Sedicimila spettatori all'Ossola Dal nostro inviato speciale) Varese, 24 febbraio. Circa sedicimila spettatori sugli spalti, fatto piuttosto inconsueto per Varese, e si erano dati appuntamento gli osservatori di tutte le squadre di A. C'era persino Nils Liedholm per questo Varese-Como che avrebbe dovuto mettere in vetrina quanto di meglio può offrire la «B» sul mercato. Ma le giovani promesse ampiamente reclamizzate da due abili general manager come il varesino (ormai milanista) Vitali e il comasco Beltrami sono un pochino mancate alla prova. Per la verità soprattutto quelle di parte lariana hanno deluso. Callioni, Pozzato, Rossi, Casone non hanno saputo ripetere le belle prove offerte in precedenza. E così il Como, che pure nel primo tempo aveva dato l'impressione di essere squadra dotata di migliore organizzazione, ha subito una sconfitta abbastanza netta. Il Varese ha meritato la vittoria, pur senza mostrare nulla di trascendentale quanto a «collettivo». A noi è piaciuto molto Gorin, una «aletta» agile e pungente: suoi sono stati gli spunti piti pericolosi. Cationi si è mostrato temibile opportunista. Aveva un osso duro cerne Cattaneo alle costole: uno che non molla ed entra deciso. Lo ha beffato però, il centravanti varesino, al 52' guizzando imprendibile in piena area per scaraventare in rete dopo uno splendido suggerimento su punizione di Prato. E' stato il momento nevralgico dell'incontro. In vantaggio, infatti, il Varese ha potuto giocare di rimessa e sull'ennesimo a fondo di Gorin ha raggiunto la sicurezza. Galuppi, subentrato a Casone, non trovava di meglio che trattenere in area lo scatenato attaccante varesino: era rigore decretato giustamente da Giunti senza la minima esitazione, mentre dalla curva dove si assiepavano i tifosi comaschi (almeno in cinquemila al seguito della squadra) piovevano bottigliette. Qualche protesta degli ospiti (Galuppi sosteneva di aver strattonato Gorin al «limite») e poi, sì era all'84', Prato poteva battere Rigamonti con un tiro radente sulla sua sinistra. La partita era finita e il Varese scavalcava il Como in classifica portandosi al secondo posto dietro all'Ascoli. Dicevamo del gioco: se ne è visto poco, specie nel primo tempo. Le due squadre sono entrate in campo forse attanagliate dall'importanza della posta in palio. Al Como sarebbe bastato il pareggio, il Varese voleva vincere. Alla fine Marchioro onestamente ammetteva: « Il Como ha giocato male. Ha vinto chi ha giocato meno peggio. Aveva tutto da perdere il Varese alla vigilia ma all'atto pratico, psicologicamente, ne abbiamo risentito noi. Non si può dire che abbiamo sottovalutato l'avversario: certo il Como mi è parso la brutta copia di quello che aveva costretto l'Ascoli al pareggio e battuto nettamente il Palermo. Difficile stabilirne le cause. Mi auguro non sia un fatto fisico ma emotivo, quindi contingente. Forse questa battuta d'arresto ci farà bene. Ci costringerà a tornare con i piedi ben in terra. Nulla naturalmente è perduto. Semplicemente ci siamo accorti che il cammino verso la serie A è irto di ostacoli. Abbiamo perso una battaglia e non la guerra ». Il fatto che Marchioro ab¬ bia giudicato negativamente anche la prova del Varese non è piaciuto però a Maroso che ha subito ribattuto: « Non sopporto queste provocazioni. Il Varese ha giocato al calcio. E' il Como che non ha fatto vedere proprio niente. Li abbiamo battuti attuando la tattica da loro preferita: il contropiede. Il segreto del successo sta tutto qui: di proposito abbiamo evitato di aggredire il Como, costringendolo ad uscire dalla sua area». A parte queste polemichette che lasciano il tempo che trovano, dalle « due damigelle d'onore » dell'Ascoli ci si aspettava qualcosa di più. Anche dal Varese che pure ha legittimato il risultato. La cattiva giornata del Como si è evidenziata soprattutto in attacco. Raramente le punte lariane sono riuscite ad impensierire la difesa varesina. Perego ha cancellato Rossi e Andena su Traini ha avuto una sola incertezza: al 27' Andena entrava fuori tempo e lasciava via libera a Traini che da posizione però difficilissima sparava a rete. La palla leggermente deviata da Della Corna batteva sul palo, rimbalzava sotto la traversa e tornava in campo. Il Como riusciva a costruire la sua seconda palla gol al 66' ma Vannini mancava in spaccata l'aggancio su cross di Rossi e falliva il pareggio. Il Varese può vantare invece al 18' una pericolosissima conclusione di Canoni da distanza ravvicinata che Rigamonti sventava in due tempi; un rigore negato da Giunti (non sempre convincenti i suoi interventi) per spinta di Melgrati su Gorin al 35'; un'incursione di Prato al 74' con tiro violento che Rigamonti deviava in angolo. Guido Lajolo Varese: Della Corna; Valmassoi, Perego; Mayer, Andena Borghi; Gorin, Prato, Callonl, Marini, De Lorentls (Fusaro dal 46'). Como: Rigamonti; Callioni, Meigrati; Correnti, Cataneo, Casone (Galuppi dal 59); Rossi, Curi, Traini, Vannini, Pozzato. Arbitro: Giunti. Marcatori: Calloni al 52' e Prato su rigore al 84'. Spettatori paganti 13.839 per un incasso di lire 28.674.000.

Luoghi citati: Como, Prato, Varese