Oggi senza latte

Oggi senza latte La protesta dei produttori Oggi senza latte Bloccati da stamane i rifornimenti - Picchetti di agricoltori sulle strade - Chiedono 50 lire al litro di aumento - Per i prezzi degli alimentari malcontento fra i negozianti I rifornimenti di latte per Torino sono bloccati da stamane. I produttori protestano. Sostengono che — sema un adeguato aumento del prezzo — saranno costretti a chiudere gli allevamenti. L'Unione agricoltori e la Federazione coltivatori diretti hanno proclamato lo stato di agitazione ad oltranza. Le altre categorie che operano nel settore (raccoglitori, centrale e dettaglianti) hanno espresso la loro solidarietà. Le rivendite, in città, non dovrebbero più essere rifornite da nessun tipo di latte, sia in bottiglia che in pacchetti. Oggi il disagio non dovrebbe essere avvertito dai consumatori. «La manifestazione era annunciata già da qualche giorno», dice Terenzio Giacobbe, presidente dell'Associazione lattai. «La gente si è fatta una piccola provvista. Fin da martedì, tuttavia, le scorte nei negozi sai anno esaurite. E, da parte nostra, rifiuteremo il latte che eventualmente arrivasse da altre province ». La situazione, in breve tempo, potrebbe diventare preoccupante. A Torino si consumano giornalmente oltre 200 mila litri di latte. Si tratta di un alimento, finora, a buon mercato; indispensabile per bambini, malati, persone anziane. «Ci rendiamo conto che è una decisione grave», afferma il direttore dell'Unione agricoltori, Bruno Pusterla. «Ma non possiamo continuare a lavorare in perdita. Rischiamo di fallire». Il latte, alla stalla, viene pagato in media 95,5 lire il litro (98,5 nelle zone a Sud di Torino e 93 in Quelle a Nord perché le stalle sono più piccole e la raccolta è più onerosa). «I costi di produzione oscillano tra le 125 e le 130 lire il litro, a seconda della dimensione dell'azienda agricola. I prezzi dei mangimi, del carburante e dei concimi continuano a salire. E' evidente che il contadino non può più resistere». «Di comune accordo con gli altri operatori di mercato abbiamo chiesto al Comitato provinciale prezzi di consentire un aumento di 50 lire il litro», prosegue Bruno Pusterla. «Il latte pastorizzato (tappo bianco) salirebbe a 210 lire che verrebbero cosi ripartite: 124 lire alla stalla, 63 al raccoglitore e alla centrale, 23 al lattivendolo. Il prezzo dell'omogeneizzato (tappo rosso) sarebbe aumentato a 230 lire: 124 alla stalla, 70 al raccoglitore e alla centrale, 36 al lattivendolo. In tal modo si permetterebbe agli allevatori di sopravvivere. Finora la risposta è stata negativa. Stamane siamo convocati alla Camera di Commercio. Il problema sarà di nuovo esaminato dalla Commissione consultiva. Speriamo si tenga finalmente conto anche delle nostre esigenze». / produttori sembrano decisi ad andare fino in fondo. Tutte le strade che portano in città sono sorvegliate da gruppi di «osservatori». «Faremo opera di persuasione nei confronti di coloro che, eventualmente, non si atterranno alle disposizioni impartite dalla categoria», spiega il direttore dell'Associazione agricoltori. «Cercheremo comunque di non uscire dai limiti della legge». Malcontento anche tra i edmmercianti di alimentari. I rincari concessi dal governo sono giudicati solo in parte soddisfacenti. «L'equivoco continua soprattutto per lo zucchero», afferma il direttore dell'Associazione commercianti, Nicola Bottinelli. «So¬ lo il prodotto confezionato è stato aumentato di 10 lire, che andranno tutte agli industriali per compensare i maggiori costi di produzione». Lo zucchero contìnua ad essere introvabile. Oggi i responsabili - dell'Associazione presenteranno al prefetto una documentazione statistica sullo stato della distribuzione nella provincia. Si cerca di studiare un piano che consenta di far fronte alle richieste. Anche il prodotto estero viene importato a prezzi superiori. «In queste condizioni», dicono i dettaglianti, «da oggi respingeremo ogni offerta a prezzo maggiorato». Per i ritocchi degli altri generi non si sa ancora nulla di preciso. La Gazzetta Ufficiale di sabato non ha pubblicato i decreti che autorizzano gli aumenti. Neppure oggi, dunque, i cartellini potranno essere modificati (in alcuni negozi, tuttavìa, ì dettaglianti hanno già applicato dei rincari, ignorando la procedura dì legge). La Confcommercio ha diffuso una tabella ufficiosa con gli aumenti che sarebbero stati autorizzati al consumo: olio di semi vari, colza, soia, vinaccioli (più 165); olio oliva tipi riviera e rettificato (più 265); formaggio grana padano fresco, reggiano di un anno, gorgonzola fresco (più 165); provolone, fontal e similari (più 130); formaggi molli (più 110); formaggi fusi (più 90); pecorino (più 220); burro (più 130); prosciutto crudo (più 390); prosciutto cotto (più 350); salame puro suino (più 345), salame suino-bovino (più 290); mortadella puro suino (più 230); mortadella suino-bovino (più 175); salsìccia (più 190); pancetta (più 125); spalla cotta (più 195); cotechino e zamponi (più 230); strutto (più 45). In queste maggiorazioni non è compresa l'Iva. Sarebbero stati «liberalizzati» il prosciutto S. Daniele e di Parma. Inoltre, «in base alle più diffuse interpretazioni», non sarebbero più bloccati anche i prezzi dell'olio di arachide, dell'olio extra vergine di oliva e dell'olio sopraffino vergine di oliva. Oziando entreranno in vigore questi rincari i prodotti ricompariranno sul mercato? «E' difficile rispondere», afferma il vicedirettore dell'Associazione commercianti, Giovanni dell'Isola. «Gli industriali sembra siano solo in parte soddisfatti. Per alcuni generi — ad esempio per l'olio di semi — la situazione dovrebbe però normalizzarsi presto». Oggi senza latte La protesta dei produttori Oggi senza latte Bloccati da stamane i rifornimenti - Picchetti di agricoltori sulle strade - Chiedono 50 lire al litro di aumento - Per i prezzi degli alimentari malcontento fra i negozianti I rifornimenti di latte per Torino sono bloccati da stamane. I produttori protestano. Sostengono che — sema un adeguato aumento del prezzo — saranno costretti a chiudere gli allevamenti. L'Unione agricoltori e la Federazione coltivatori diretti hanno proclamato lo stato di agitazione ad oltranza. Le altre categorie che operano nel settore (raccoglitori, centrale e dettaglianti) hanno espresso la loro solidarietà. Le rivendite, in città, non dovrebbero più essere rifornite da nessun tipo di latte, sia in bottiglia che in pacchetti. Oggi il disagio non dovrebbe essere avvertito dai consumatori. «La manifestazione era annunciata già da qualche giorno», dice Terenzio Giacobbe, presidente dell'Associazione lattai. «La gente si è fatta una piccola provvista. Fin da martedì, tuttavia, le scorte nei negozi sai anno esaurite. E, da parte nostra, rifiuteremo il latte che eventualmente arrivasse da altre province ». La situazione, in breve tempo, potrebbe diventare preoccupante. A Torino si consumano giornalmente oltre 200 mila litri di latte. Si tratta di un alimento, finora, a buon mercato; indispensabile per bambini, malati, persone anziane. «Ci rendiamo conto che è una decisione grave», afferma il direttore dell'Unione agricoltori, Bruno Pusterla. «Ma non possiamo continuare a lavorare in perdita. Rischiamo di fallire». Il latte, alla stalla, viene pagato in media 95,5 lire il litro (98,5 nelle zone a Sud di Torino e 93 in Quelle a Nord perché le stalle sono più piccole e la raccolta è più onerosa). «I costi di produzione oscillano tra le 125 e le 130 lire il litro, a seconda della dimensione dell'azienda agricola. I prezzi dei mangimi, del carburante e dei concimi continuano a salire. E' evidente che il contadino non può più resistere». «Di comune accordo con gli altri operatori di mercato abbiamo chiesto al Comitato provinciale prezzi di consentire un aumento di 50 lire il litro», prosegue Bruno Pusterla. «Il latte pastorizzato (tappo bianco) salirebbe a 210 lire che verrebbero cosi ripartite: 124 lire alla stalla, 63 al raccoglitore e alla centrale, 23 al lattivendolo. Il prezzo dell'omogeneizzato (tappo rosso) sarebbe aumentato a 230 lire: 124 alla stalla, 70 al raccoglitore e alla centrale, 36 al lattivendolo. In tal modo si permetterebbe agli allevatori di sopravvivere. Finora la risposta è stata negativa. Stamane siamo convocati alla Camera di Commercio. Il problema sarà di nuovo esaminato dalla Commissione consultiva. Speriamo si tenga finalmente conto anche delle nostre esigenze». / produttori sembrano decisi ad andare fino in fondo. Tutte le strade che portano in città sono sorvegliate da gruppi di «osservatori». «Faremo opera di persuasione nei confronti di coloro che, eventualmente, non si atterranno alle disposizioni impartite dalla categoria», spiega il direttore dell'Associazione agricoltori. «Cercheremo comunque di non uscire dai limiti della legge». Malcontento anche tra i edmmercianti di alimentari. I rincari concessi dal governo sono giudicati solo in parte soddisfacenti. «L'equivoco continua soprattutto per lo zucchero», afferma il direttore dell'Associazione commercianti, Nicola Bottinelli. «So¬ lo il prodotto confezionato è stato aumentato di 10 lire, che andranno tutte agli industriali per compensare i maggiori costi di produzione». Lo zucchero contìnua ad essere introvabile. Oggi i responsabili - dell'Associazione presenteranno al prefetto una documentazione statistica sullo stato della distribuzione nella provincia. Si cerca di studiare un piano che consenta di far fronte alle richieste. Anche il prodotto estero viene importato a prezzi superiori. «In queste condizioni», dicono i dettaglianti, «da oggi respingeremo ogni offerta a prezzo maggiorato». Per i ritocchi degli altri generi non si sa ancora nulla di preciso. La Gazzetta Ufficiale di sabato non ha pubblicato i decreti che autorizzano gli aumenti. Neppure oggi, dunque, i cartellini potranno essere modificati (in alcuni negozi, tuttavìa, ì dettaglianti hanno già applicato dei rincari, ignorando la procedura dì legge). La Confcommercio ha diffuso una tabella ufficiosa con gli aumenti che sarebbero stati autorizzati al consumo: olio di semi vari, colza, soia, vinaccioli (più 165); olio oliva tipi riviera e rettificato (più 265); formaggio grana padano fresco, reggiano di un anno, gorgonzola fresco (più 165); provolone, fontal e similari (più 130); formaggi molli (più 110); formaggi fusi (più 90); pecorino (più 220); burro (più 130); prosciutto crudo (più 390); prosciutto cotto (più 350); salame puro suino (più 345), salame suino-bovino (più 290); mortadella puro suino (più 230); mortadella suino-bovino (più 175); salsìccia (più 190); pancetta (più 125); spalla cotta (più 195); cotechino e zamponi (più 230); strutto (più 45). In queste maggiorazioni non è compresa l'Iva. Sarebbero stati «liberalizzati» il prosciutto S. Daniele e di Parma. Inoltre, «in base alle più diffuse interpretazioni», non sarebbero più bloccati anche i prezzi dell'olio di arachide, dell'olio extra vergine di oliva e dell'olio sopraffino vergine di oliva. Oziando entreranno in vigore questi rincari i prodotti ricompariranno sul mercato? «E' difficile rispondere», afferma il vicedirettore dell'Associazione commercianti, Giovanni dell'Isola. «Gli industriali sembra siano solo in parte soddisfatti. Per alcuni generi — ad esempio per l'olio di semi — la situazione dovrebbe però normalizzarsi presto».

Persone citate: Bruno Pusterla, Nicola Bottinelli, Terenzio Giacobbe

Luoghi citati: Parma, Torino