Solzenicyn: "Vivere senza bugie,, di Paolo Garimberti

Solzenicyn: "Vivere senza bugie,, Messaggio politico scritto il 12 febbraio, prima dell'arresto Solzenicyn: "Vivere senza bugie,, (Dal nostro corrispondente) Mosca, 17 febbraio. Quasi fosse stato colpito da un presentimento, Aleksandr Solzenicyn lavorò nei giorni precedenti l'arresto e l'espulsione alla stesura di quello che oggi può essere definito il suo testamento politico: un testo di quasi 2500 parole, che egli terminò di scrivere la mattina del 12 febbraio. Gli agenti del «Kgb» bussarono alla sua porta alle quattro e mezzo del pomeriggio. Il documento, che la famiglia ha consegnato in questi giorni ad alcuni corrispondenti stranieri, assume, nel contesto degli avvenimenti, una straordinaria drammaticità. S'intitola Vivere senza bugie ed è destinato a coloro che «restano»: Solzenicyn, scrivendolo, sapeva già che non sarebbe rimasto a.lungo in Russia o in libertà (ma per lui l'esilio è come il Lager). Il «testamento» si apre con una rapida analisi di quella che è oggi la coscienza politica e civile dell'uomo russo: preoccupati soltanto del benessere materiale («di avere pane bianco, gas nelle cucine e il permesso di vivere a Mosca»), ammonisce Solzenicyn, abbiamo perduto ogni «coraggio civile». «Un'universale morte spirituale ha colpito tutti noi e, ben presto, anche la morte fisica ci consumerà insieme con i nostri bambini. Ma, come nel passato, noi continuiamo a sorridere da codardi, a borbottare con le nostre lingue legate... Noi siamo stati cosi disumanizzati senza speranze che per l'odierna, modesta razione di cibi vogliamo abbandonare tutti i nostri principi, le nostre anime, vanificare tutti gli sforzi dei nostri predecessori e le possibilità per i nostri discendenti». Solzenicyn propone così ai suoi connazionali un «codice di comportamento», una terapia contro la menzogna imperante nel Paese: è il suo testamerto politico. Eccone i princìpi fondamentali: — D'ora innanzi non scriveremo, non firmeremo né stamperemo in alcun modo una sola frase, che nella nostra opinione distorca la verità —Non pronunceremo una simile frase né in conversazioni private, né in pubblico, ne di nostra iniziativa, né su suggerimento di altri, né nei nostri compiti di propagandista, d'insegnante, d'educatore, né in un ruolo teatrale. — Non incoraggeremo, né trasmetteremo una sola idea che ci possa sembrare falsa o una distorsione della verità, qualora essa sia in pittura, scultura, fotografia, scienza o musica. — Non citeremo fuori dal contesto, sia oralmente che per iscritto, una sola citazione per far piacere a qualcuno, per portare acqua al suo mulino, per avere successo nel lavoro, se questa citazione non riflette fedelmente il problema. — JVon ci permetteremo di essere costretti a partecipare a dimostrazioni, incontri se essi sono contrari al nostro desiderio o alla nostra volontà, né prenderemo in mano o alzeremo in aria un manifesto o uno slogan che non accettiamo completamente. — JVon alzeremo la mano per votare una proposta se non la condividiamo sinceramente, non voteremo né apertamente, né segretamente per una persona che consideriamo indegna o delle cui abilità dubitiamo. — Non permetteremo che ci conducano con la forza a riunioni dove possiamo aspettarci una forzata o distorta discussione. — Abbandoneremo immediatamente una riunione, incontro, conferenza, un film o una rappresentazione se udiremo il conferenziere raccontare menzogne, o diffondere sciocchezze ideologiche o vergognosa propaganda. — Non ci abboneremo, né compreremo giornali o riviste nelle quali l'informazione sia distorta e dove gli avvenimenti vengano ignorati. Codificando questo comportamento, Solzenicyn ha anche tracciato un quadro di quella che è oggi la realtà politica sovietica. E' un altro gesto di grande coraggio dello scrittore, ma egli si rende conto che il suo programma non sarà facile da realizzare. | «Anche questo sentiero — scrive nella conclusione — che è il più modesto sentiero della resistenza, non sarà facile per noi. Ma esso è più facile dell'auto-immolazione o dello sciopero della fame: le fiamme non avvilupperanno il nostro corpo, le nostre pupille non bruceranno per il calore, e pane nero e acqua pura saranno sempre disponibili per le nostre famiglie. Un grande popolo europeo, il cecoslovacco, che noi abbiamo tradito e deluso, non ci ha forse mostrato come anche un petto vulnerabile possa opporsi perfino ai carri armati se dentro batte un cuore degno?». Il «testamento» termina con una profezia: se il popolo sovietico non sarà capace di arrivare neppure a questo «piccolo passo» sulla via della ricerca della verità, esso meriterà il disprezzo di Pushkin: «Perché la marmaglia deve avere il dono della libertà?». Paolo Garimberti (Il poeta Evtushenko difende Solzenicyn ed è censurato, servizio a pagina 3). Solzenicyn: "Vivere senza bugie,, Messaggio politico scritto il 12 febbraio, prima dell'arresto Solzenicyn: "Vivere senza bugie,, (Dal nostro corrispondente) Mosca, 17 febbraio. Quasi fosse stato colpito da un presentimento, Aleksandr Solzenicyn lavorò nei giorni precedenti l'arresto e l'espulsione alla stesura di quello che oggi può essere definito il suo testamento politico: un testo di quasi 2500 parole, che egli terminò di scrivere la mattina del 12 febbraio. Gli agenti del «Kgb» bussarono alla sua porta alle quattro e mezzo del pomeriggio. Il documento, che la famiglia ha consegnato in questi giorni ad alcuni corrispondenti stranieri, assume, nel contesto degli avvenimenti, una straordinaria drammaticità. S'intitola Vivere senza bugie ed è destinato a coloro che «restano»: Solzenicyn, scrivendolo, sapeva già che non sarebbe rimasto a.lungo in Russia o in libertà (ma per lui l'esilio è come il Lager). Il «testamento» si apre con una rapida analisi di quella che è oggi la coscienza politica e civile dell'uomo russo: preoccupati soltanto del benessere materiale («di avere pane bianco, gas nelle cucine e il permesso di vivere a Mosca»), ammonisce Solzenicyn, abbiamo perduto ogni «coraggio civile». «Un'universale morte spirituale ha colpito tutti noi e, ben presto, anche la morte fisica ci consumerà insieme con i nostri bambini. Ma, come nel passato, noi continuiamo a sorridere da codardi, a borbottare con le nostre lingue legate... Noi siamo stati cosi disumanizzati senza speranze che per l'odierna, modesta razione di cibi vogliamo abbandonare tutti i nostri principi, le nostre anime, vanificare tutti gli sforzi dei nostri predecessori e le possibilità per i nostri discendenti». Solzenicyn propone così ai suoi connazionali un «codice di comportamento», una terapia contro la menzogna imperante nel Paese: è il suo testamerto politico. Eccone i princìpi fondamentali: — D'ora innanzi non scriveremo, non firmeremo né stamperemo in alcun modo una sola frase, che nella nostra opinione distorca la verità —Non pronunceremo una simile frase né in conversazioni private, né in pubblico, ne di nostra iniziativa, né su suggerimento di altri, né nei nostri compiti di propagandista, d'insegnante, d'educatore, né in un ruolo teatrale. — Non incoraggeremo, né trasmetteremo una sola idea che ci possa sembrare falsa o una distorsione della verità, qualora essa sia in pittura, scultura, fotografia, scienza o musica. — Non citeremo fuori dal contesto, sia oralmente che per iscritto, una sola citazione per far piacere a qualcuno, per portare acqua al suo mulino, per avere successo nel lavoro, se questa citazione non riflette fedelmente il problema. — JVon ci permetteremo di essere costretti a partecipare a dimostrazioni, incontri se essi sono contrari al nostro desiderio o alla nostra volontà, né prenderemo in mano o alzeremo in aria un manifesto o uno slogan che non accettiamo completamente. — JVon alzeremo la mano per votare una proposta se non la condividiamo sinceramente, non voteremo né apertamente, né segretamente per una persona che consideriamo indegna o delle cui abilità dubitiamo. — Non permetteremo che ci conducano con la forza a riunioni dove possiamo aspettarci una forzata o distorta discussione. — Abbandoneremo immediatamente una riunione, incontro, conferenza, un film o una rappresentazione se udiremo il conferenziere raccontare menzogne, o diffondere sciocchezze ideologiche o vergognosa propaganda. — Non ci abboneremo, né compreremo giornali o riviste nelle quali l'informazione sia distorta e dove gli avvenimenti vengano ignorati. Codificando questo comportamento, Solzenicyn ha anche tracciato un quadro di quella che è oggi la realtà politica sovietica. E' un altro gesto di grande coraggio dello scrittore, ma egli si rende conto che il suo programma non sarà facile da realizzare. | «Anche questo sentiero — scrive nella conclusione — che è il più modesto sentiero della resistenza, non sarà facile per noi. Ma esso è più facile dell'auto-immolazione o dello sciopero della fame: le fiamme non avvilupperanno il nostro corpo, le nostre pupille non bruceranno per il calore, e pane nero e acqua pura saranno sempre disponibili per le nostre famiglie. Un grande popolo europeo, il cecoslovacco, che noi abbiamo tradito e deluso, non ci ha forse mostrato come anche un petto vulnerabile possa opporsi perfino ai carri armati se dentro batte un cuore degno?». Il «testamento» termina con una profezia: se il popolo sovietico non sarà capace di arrivare neppure a questo «piccolo passo» sulla via della ricerca della verità, esso meriterà il disprezzo di Pushkin: «Perché la marmaglia deve avere il dono della libertà?». Paolo Garimberti (Il poeta Evtushenko difende Solzenicyn ed è censurato, servizio a pagina 3).

Persone citate: Aleksandr Solzenicyn, Evtushenko, Pushkin, Solzenicyn

Luoghi citati: Mosca, Russia