Fermi in Inghilterra 300 mila minatori di Mario Ciriello
Fermi in Inghilterra 300 mila minatori È cominciato il grande sciopero Fermi in Inghilterra 300 mila minatori Si è aperta una delle più gravi crisi del dopoguerra - Dilagherà la disoccupazione - Heath favorito nei sondaggi pre-elettorali (Dal nostro corrispondente) Londra, 10 febbraio. E' cominciato il grande sciopero dei 269 mila minatori, e si è aperta così in Gran Bretagna una delle più gravi crisi economiche dalla fine della guerra. Se le miniere resteranno chiuse più di un mese la settimana lavorativa, ora di tre giorni, dovrà essere forse ridotta a due, le acciaierie sospenderanno la produzione, molte aziende dovranno ricorrere alle tanche per restare in vita e la disoccupazione dilagherà. E' su questo minaccioso sfondo che si svolge la campagna elettorale per la votazione del 28 febbraio, quando si saprà se la maggioranza degl'inglesi ha fiducia nel premier «tory» Edward Heath o se preferisce un ritorno al potere dei laboristi guidati da Harold Wilson. I sondaggi della pubblica opinione danno per probabile una vittoria conservatrice, ma indicano pure che una notevole percentuale degli elettori — fra VII e il 15 per cento — non ha ancora deciso a chi dare il proprio suffragio. Sembra un paradosso, ma se Heath vincerà lo dovrà in non modesta misura ai minatori. Giovedì, nell'annunciare le elezioni, il premier invitò il sindacato a sospendere lo sciopero per la durata della campagna elettorale affinché i cittadini potessero riflettere e votare «in un'atmosfera indisturbata». Il giorno successivo, l'esecutivo deH'«Union» si pronunciò sulla richiesta e, con venti voti contro sei, la respinse. La voce dei moderati fu soffocata da quella degli oltranzisti. Per Heath, è stato un regalo: i «duri» gli hanno permesso di scendere nell'arena elettorale in un clima da «national emergency» e di presentarsi come il leader che vuole proteggere il Paese e i sindacati stessi dagli «estremisti antidemocratici». Mario Ciriello Fermi in Inghilterra 300 mila minatori È cominciato il grande sciopero Fermi in Inghilterra 300 mila minatori Si è aperta una delle più gravi crisi del dopoguerra - Dilagherà la disoccupazione - Heath favorito nei sondaggi pre-elettorali (Dal nostro corrispondente) Londra, 10 febbraio. E' cominciato il grande sciopero dei 269 mila minatori, e si è aperta così in Gran Bretagna una delle più gravi crisi economiche dalla fine della guerra. Se le miniere resteranno chiuse più di un mese la settimana lavorativa, ora di tre giorni, dovrà essere forse ridotta a due, le acciaierie sospenderanno la produzione, molte aziende dovranno ricorrere alle tanche per restare in vita e la disoccupazione dilagherà. E' su questo minaccioso sfondo che si svolge la campagna elettorale per la votazione del 28 febbraio, quando si saprà se la maggioranza degl'inglesi ha fiducia nel premier «tory» Edward Heath o se preferisce un ritorno al potere dei laboristi guidati da Harold Wilson. I sondaggi della pubblica opinione danno per probabile una vittoria conservatrice, ma indicano pure che una notevole percentuale degli elettori — fra VII e il 15 per cento — non ha ancora deciso a chi dare il proprio suffragio. Sembra un paradosso, ma se Heath vincerà lo dovrà in non modesta misura ai minatori. Giovedì, nell'annunciare le elezioni, il premier invitò il sindacato a sospendere lo sciopero per la durata della campagna elettorale affinché i cittadini potessero riflettere e votare «in un'atmosfera indisturbata». Il giorno successivo, l'esecutivo deH'«Union» si pronunciò sulla richiesta e, con venti voti contro sei, la respinse. La voce dei moderati fu soffocata da quella degli oltranzisti. Per Heath, è stato un regalo: i «duri» gli hanno permesso di scendere nell'arena elettorale in un clima da «national emergency» e di presentarsi come il leader che vuole proteggere il Paese e i sindacati stessi dagli «estremisti antidemocratici». Mario Ciriello
Persone citate: Edward Heath, Harold Wilson
Luoghi citati: Gran Bretagna, Inghilterra, Londra
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