Male oscuro all'Eliseo di Alberto Cavallari
Male oscuro all'Eliseo La malattia di Pompidou spaventa la Francia Male oscuro all'Eliseo La Borsa e la società politica francese reagiscono come davanti a un cataclisma (Dal nostro corrispondente) Parigi, 10 febbraio. 11 presidente Pompidou, malato di grippe infettiva, non ha fatto annullare il pranzo già fissato per domani all'Eliseo, in onore dei membri del governo. Non è prevista la diffusione d'altri bollettini medici, salvo gravi complicazioni. Il suo eventuale ritorno all'attività verrà amministrato dal suo servizio stampa. Ma intorno a questa grippe (che non sarebbe un problema se davvero è una grippe) c'è il problema della sua notizia. Perché ha spaventato e spaventa la Francia? Tra il fatto e le ripercussioni del fatto c'è una sproporzione impressionante. Il Presidente ha la grippe, e va bene. Ma per la prima volta l'Eliseo diffonde un bollettino medico, invece del solito comunicato della segreteria, tipico in casi irrilevanti. E' quindi evidente che l'Eliseo crede opportuno di fare ufficializzare la grippe da un bollettino medico per garantire scientificamente che non si tratta di un «male misterioso». Prima constatazione: l'Eliseo sa di non essere più credibile, dopo le molte voci, le fotografie di Pompidou mutato e irriconoscibile, se usa il linguaggio delle sue segreterie. Secondo fatto: la stampa, la società politica, la Borsa, reagiscono come davanti a un cataclisma, l'influenza va sulle prime pagine. La tendenza generale è di non credere all'Eliseo, nemmeno alla sua scientifica garanzia sulla semplice grippe. Si pensa al «male misterioso», a una sua svolta drammatica, a una conferma delle voci sulla possibile e imminente abdicazione del Presidente. Simultaneamente, infatti, è corsa voce che l'Eliseo avrebbe chiesto al Consiglio costituzionale lumi sulle regole da seguire nel caso di «impedimento». Seconda constatazione: la stampa riflette un Eliseo non credibile, una società politica che pensa solo alla successione. La conseguenza di tutto è che la Francia continua a vivere nella nevrosi dell'~<enigma dell'Eliseo», che dura da quasi un anno, e che tutte queste cose riflettono una situazione generale di crisi. Da tempo esiste il problema di un governo che la stampa ritiene defunto anche se sopravvive alla sua debolezza. Da tempo la sinistra «soffia sul collo» di una maggioranza esigua e disunita, creando tensioni nelle vecchie certezze di un gollismo garante di «eterna stabilità». La politica estera è poi in frantumi, solamente impegnata in brillanti battaglie di retroguardia, mentre la politica monetaria ha registrato le convulsioni che si sanno. Tutto questo, fatalmente, forma una somma di tensioni che porta — dopo la grandeur — a una endemica debolezza. La conferma che la Francia attraversa un momento difficile sta nella constatazione che basta una grippe di Pompidou (se davvero è grippe) perché tutta la Francia si metta a letto. Gasi on Palewski, presidente del Consiglio costituzionale, ha solennemente smentito oggi che l'Eliseo abbia chiesto pareri sulla procedura da seguire in caso di «impedimento» e sulla interpretazione da dare all'articolo sette della Costituzione. Si tratta di un vecchio tema, che a tratti viene a galla nella vita della Quinta Repubblica, perché già De Gaulle pretese che fosse l'intero governo a gestire l'interinato e le elezioni anticipate, non il presidente del Senato che ne trarrebbe vantaggio. Ma come sempre le smentite servono solo ad alimentare alcune ipotesi di crisi a medio o a lungo termine. Si mette agli atti, infatti, (come anche scrive il Figaro), che l'Eliseo «amministrando il mistero», e mantenendo il segreto sulle reali intenzioni di un Presidente visibilmente stanco e mutato (e che recentemente ebbe un malore a Poitiers), afferma la sua volontà di restare padrone di un gioco difficile e delicato imperniato sui problemi di successione e di governo. Alberto Cavallari Male oscuro all'Eliseo La malattia di Pompidou spaventa la Francia Male oscuro all'Eliseo La Borsa e la società politica francese reagiscono come davanti a un cataclisma (Dal nostro corrispondente) Parigi, 10 febbraio. 11 presidente Pompidou, malato di grippe infettiva, non ha fatto annullare il pranzo già fissato per domani all'Eliseo, in onore dei membri del governo. Non è prevista la diffusione d'altri bollettini medici, salvo gravi complicazioni. Il suo eventuale ritorno all'attività verrà amministrato dal suo servizio stampa. Ma intorno a questa grippe (che non sarebbe un problema se davvero è una grippe) c'è il problema della sua notizia. Perché ha spaventato e spaventa la Francia? Tra il fatto e le ripercussioni del fatto c'è una sproporzione impressionante. Il Presidente ha la grippe, e va bene. Ma per la prima volta l'Eliseo diffonde un bollettino medico, invece del solito comunicato della segreteria, tipico in casi irrilevanti. E' quindi evidente che l'Eliseo crede opportuno di fare ufficializzare la grippe da un bollettino medico per garantire scientificamente che non si tratta di un «male misterioso». Prima constatazione: l'Eliseo sa di non essere più credibile, dopo le molte voci, le fotografie di Pompidou mutato e irriconoscibile, se usa il linguaggio delle sue segreterie. Secondo fatto: la stampa, la società politica, la Borsa, reagiscono come davanti a un cataclisma, l'influenza va sulle prime pagine. La tendenza generale è di non credere all'Eliseo, nemmeno alla sua scientifica garanzia sulla semplice grippe. Si pensa al «male misterioso», a una sua svolta drammatica, a una conferma delle voci sulla possibile e imminente abdicazione del Presidente. Simultaneamente, infatti, è corsa voce che l'Eliseo avrebbe chiesto al Consiglio costituzionale lumi sulle regole da seguire nel caso di «impedimento». Seconda constatazione: la stampa riflette un Eliseo non credibile, una società politica che pensa solo alla successione. La conseguenza di tutto è che la Francia continua a vivere nella nevrosi dell'~<enigma dell'Eliseo», che dura da quasi un anno, e che tutte queste cose riflettono una situazione generale di crisi. Da tempo esiste il problema di un governo che la stampa ritiene defunto anche se sopravvive alla sua debolezza. Da tempo la sinistra «soffia sul collo» di una maggioranza esigua e disunita, creando tensioni nelle vecchie certezze di un gollismo garante di «eterna stabilità». La politica estera è poi in frantumi, solamente impegnata in brillanti battaglie di retroguardia, mentre la politica monetaria ha registrato le convulsioni che si sanno. Tutto questo, fatalmente, forma una somma di tensioni che porta — dopo la grandeur — a una endemica debolezza. La conferma che la Francia attraversa un momento difficile sta nella constatazione che basta una grippe di Pompidou (se davvero è grippe) perché tutta la Francia si metta a letto. Gasi on Palewski, presidente del Consiglio costituzionale, ha solennemente smentito oggi che l'Eliseo abbia chiesto pareri sulla procedura da seguire in caso di «impedimento» e sulla interpretazione da dare all'articolo sette della Costituzione. Si tratta di un vecchio tema, che a tratti viene a galla nella vita della Quinta Repubblica, perché già De Gaulle pretese che fosse l'intero governo a gestire l'interinato e le elezioni anticipate, non il presidente del Senato che ne trarrebbe vantaggio. Ma come sempre le smentite servono solo ad alimentare alcune ipotesi di crisi a medio o a lungo termine. Si mette agli atti, infatti, (come anche scrive il Figaro), che l'Eliseo «amministrando il mistero», e mantenendo il segreto sulle reali intenzioni di un Presidente visibilmente stanco e mutato (e che recentemente ebbe un malore a Poitiers), afferma la sua volontà di restare padrone di un gioco difficile e delicato imperniato sui problemi di successione e di governo. Alberto Cavallari
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