Arrestato il portavaluta dell'Anonima sequestri?
Arrestato il portavaluta dell'Anonima sequestri? Alla frontiera, forse con i soldi del Bolis Arrestato il portavaluta dell'Anonima sequestri? Il denaro sarà controllato con il filmato dei biglietti di banusati per pagare il riscatto - Ottimismo negli inquirenti ca (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 10 febbraio. La trappola per l'«Anonima sequestri» è scattata. Tutta la Lombardia è in allarme: Monza, Milano, Bergamo, Vigevano, grandi e piccoli centri sono sotto controllo. Polizia e carabinieri collaborano agli ordini del dottor Recupero, procuratore capo della Repubblica di Monza, che ha nelle mani la direzione dell'inchiesta. Un uomo — il primo aggancio sicuro — è stato arrestato ieri alla frontiera francese con una forte somma di denaro. Sarebbero i soldi del riscatto di Pierangelo Bolis. Anche questa volta, come per gli altri casi, il denaro versato ai rapitori era stato filmato e ora si tratta di controllare i numeri di serie. Occorreranno alcuni giorni per avere la certezza che si tratti del prezzo dì Pierangelo e non del «carico» di un qualunque corriere di valuta. Dovrà entrare in azione il cervello elettronico dell'Istituto di polizia di Castro Pretorio, a Roma, lo stesso che ha «studiato a memoria» i soldi di Paul Getty e che ne ha riconosciuti una parte nelle banconote trovate in casa di Giuseppe La Manna. Intanto si cercano i basisti. E' convinzione degl'inquirenti che i rapitori di Bolis facciano parte della stessa organizzazione — l'Anonima sequestri — che ha compiuto i rapimenti di Mirko Panattoni, Piero Torielli e, adesso, anche quello di Aldo Cannavale, l'architetto di Milano il cui sequestro è durato soltanto nove giorni. L'« Anonima », con questo giro di quattro operazioni, avrebbe messo insieme un capitalo di circa quattro miliardi, un miliardo e mezzo circa Torielli, 300 milioni Panattoni, 600 milioni Bolis, una somma imprecisata, pare un miliardo di lire, per Cannavale. Il rapimento di Cannavale viene messo in relazione con gli altri in quanto questi aveva una succursale della sua società a Trezzano sul Naviglio ed a Trezzano, sul Naviglio, aveva lavorato per un lungo periodo anche il Torielli. Sempre qui c'è una delle nuove cosche l'ormatesi per il trasferimento di mafiosi dal Sud. Di queste cosche al Nord ce ne sono un po' dappertut- to: a Pianezza, dov'è stato rapito Rossi di Montelera, per fare un esempio, a Vigevano dov'è stato rapito Torielli, in Brianza ed a Bergamo dove sono stati rapiti Panattonì e Bolis. Che l'Anonima sequestri sia un'organizzazione mafiosa è ormai certo, ma questa volta, con il Bolis, ha compiuto un passo falso. C'è chi sostiene addirittura che il ragazzo sappia chi sono i suoi rapitori e l'abbia confidato al padre e che questi, atterrito dal nuovo pericolo che incombe, par questa scoperta, sul figlio, gli abbia imposto il silenzio. E' difficile trovare una conferma d'una « voce » del genere. Qual è stato allora l'errore? E' vero che la « 124 » dei rapitori è stata notata sul posto dove è stato versato il prezzo del riscatto di Bolis? Che la «600» è stata vista da una prostituta accanto alla baracca dov'è stato liberato e la donna ne ha rilevato la targa? Si parlava di una « 132 » anche, ma si sarebbe trattato di un equivoco. Intanto a Bergamo è stata compiuta una perquisizione in casa di un professionista. Il massimo riserbo circonda questa operazione riservatissima. Bolis, com'è noto, pare sia stato sottoposto più volte al trattamento a base di tranquillanti, trattamento che gli ha procurato veri e propri vuoti di memoria, come avrebbe accertato il « cheec up » praticatogli subito dopo la liberazione. Nelle indagini per il rapimento di Bolis — ma la notizia non ha trovato fino a questo momento conferma — s'inserirebbero anche le indagini riaperte da polizia e carabinieri su un delitto che pareva archiviato come omicidio colposo. A Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni XXIII, il 23 dicembre '73 è avvenuto un fatto di sangue non ancora ben chiaro. A tutto questo si aggiunge il particolare che la famiglia di Mirko Panattoni aveva ricevuto telefonate secondo le quali il bambino sarebbe stato segregato proprio a Sotto il Monte. Ed anche ai Bolis era giunta un'analoga telefonata. Mario Bariona Pierangelo Bolis Arrestato il portavaluta dell'Anonima sequestri? Alla frontiera, forse con i soldi del Bolis Arrestato il portavaluta dell'Anonima sequestri? Il denaro sarà controllato con il filmato dei biglietti di banusati per pagare il riscatto - Ottimismo negli inquirenti ca (Dal nostro inviato speciale) Bergamo, 10 febbraio. La trappola per l'«Anonima sequestri» è scattata. Tutta la Lombardia è in allarme: Monza, Milano, Bergamo, Vigevano, grandi e piccoli centri sono sotto controllo. Polizia e carabinieri collaborano agli ordini del dottor Recupero, procuratore capo della Repubblica di Monza, che ha nelle mani la direzione dell'inchiesta. Un uomo — il primo aggancio sicuro — è stato arrestato ieri alla frontiera francese con una forte somma di denaro. Sarebbero i soldi del riscatto di Pierangelo Bolis. Anche questa volta, come per gli altri casi, il denaro versato ai rapitori era stato filmato e ora si tratta di controllare i numeri di serie. Occorreranno alcuni giorni per avere la certezza che si tratti del prezzo dì Pierangelo e non del «carico» di un qualunque corriere di valuta. Dovrà entrare in azione il cervello elettronico dell'Istituto di polizia di Castro Pretorio, a Roma, lo stesso che ha «studiato a memoria» i soldi di Paul Getty e che ne ha riconosciuti una parte nelle banconote trovate in casa di Giuseppe La Manna. Intanto si cercano i basisti. E' convinzione degl'inquirenti che i rapitori di Bolis facciano parte della stessa organizzazione — l'Anonima sequestri — che ha compiuto i rapimenti di Mirko Panattoni, Piero Torielli e, adesso, anche quello di Aldo Cannavale, l'architetto di Milano il cui sequestro è durato soltanto nove giorni. L'« Anonima », con questo giro di quattro operazioni, avrebbe messo insieme un capitalo di circa quattro miliardi, un miliardo e mezzo circa Torielli, 300 milioni Panattoni, 600 milioni Bolis, una somma imprecisata, pare un miliardo di lire, per Cannavale. Il rapimento di Cannavale viene messo in relazione con gli altri in quanto questi aveva una succursale della sua società a Trezzano sul Naviglio ed a Trezzano, sul Naviglio, aveva lavorato per un lungo periodo anche il Torielli. Sempre qui c'è una delle nuove cosche l'ormatesi per il trasferimento di mafiosi dal Sud. Di queste cosche al Nord ce ne sono un po' dappertut- to: a Pianezza, dov'è stato rapito Rossi di Montelera, per fare un esempio, a Vigevano dov'è stato rapito Torielli, in Brianza ed a Bergamo dove sono stati rapiti Panattonì e Bolis. Che l'Anonima sequestri sia un'organizzazione mafiosa è ormai certo, ma questa volta, con il Bolis, ha compiuto un passo falso. C'è chi sostiene addirittura che il ragazzo sappia chi sono i suoi rapitori e l'abbia confidato al padre e che questi, atterrito dal nuovo pericolo che incombe, par questa scoperta, sul figlio, gli abbia imposto il silenzio. E' difficile trovare una conferma d'una « voce » del genere. Qual è stato allora l'errore? E' vero che la « 124 » dei rapitori è stata notata sul posto dove è stato versato il prezzo del riscatto di Bolis? Che la «600» è stata vista da una prostituta accanto alla baracca dov'è stato liberato e la donna ne ha rilevato la targa? Si parlava di una « 132 » anche, ma si sarebbe trattato di un equivoco. Intanto a Bergamo è stata compiuta una perquisizione in casa di un professionista. Il massimo riserbo circonda questa operazione riservatissima. Bolis, com'è noto, pare sia stato sottoposto più volte al trattamento a base di tranquillanti, trattamento che gli ha procurato veri e propri vuoti di memoria, come avrebbe accertato il « cheec up » praticatogli subito dopo la liberazione. Nelle indagini per il rapimento di Bolis — ma la notizia non ha trovato fino a questo momento conferma — s'inserirebbero anche le indagini riaperte da polizia e carabinieri su un delitto che pareva archiviato come omicidio colposo. A Sotto il Monte, paese natale di Papa Giovanni XXIII, il 23 dicembre '73 è avvenuto un fatto di sangue non ancora ben chiaro. A tutto questo si aggiunge il particolare che la famiglia di Mirko Panattoni aveva ricevuto telefonate secondo le quali il bambino sarebbe stato segregato proprio a Sotto il Monte. Ed anche ai Bolis era giunta un'analoga telefonata. Mario Bariona Pierangelo Bolis
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