I petrolieri avevano un piano per "drammatizzare" la crisi di Giulio Anselmi

I petrolieri avevano un piano per "drammatizzare" la crisi Forse oggi ci saranno altri mandati di cattura I petrolieri avevano un piano per "drammatizzare" la crisi Oltre all'imboscamento, una campagna di stampa avrebbe dovuto "ammorbidire" l'opinione pubblica per poter ottenere nuovi aumenti di prezzo di benzina e gasolio (Dal nostro corrispondente) Genova, 10 febbraio. I pretori genovesi, Mario Almerighi, Adriano Sansa e Carlo Brusco, avrebbero messo le mani sul piano preparato nei mesi scorsi dai petrolieri, per drammatizzare la crisi energetica e provocare un aumento dei prezzi del gasolio e della benzina. Secondo i documenti ritrovati, parallelamente all'imboscamento del grezzo, una campagna di stampa avrebbe dovuto convincere gli italiani che, nel nostro Paese, la situazione era critica, nonostante la buona volontà delle aziende di distribuzione e raffinazione. Resa più morbida l'opinione pubblica, sarebbe stato più facile ottenere dai politici la concessione di nuovi aumenti dei prezzi. I magistrati starebbero ora mettendo a fuoco alcuni episodi del colossale aggiotaggio. Ciò fa credere che, con ogni probabilità, il mandato d'arresto contro l'ex presidente della Esso e dell'Unione petrolifera Vincenzo Cazzaniga, firmato da Sansa, non resterà solo. Per domani sera sono attese «novità importanti»: probabilmente esploderanno gli ultimi fuochi artificiali di questa fase genovese dell'inchiesta, che ha permesso ai magistrati di raccogliere una vastissima documentazione sulle manovre di imprenditori e politici. Poi, tutti gli atti saranno trasmessi alla procura della Repubblica di Roma, che i pretori genovesi hanno riconosciuto competente per materia e territorio. Come è noto, la documentazione relativa alle somme pagate dall'Unione petrolifera a uomini politici per «convincere» l'Enel a costruire centrali termoelettriche anziché nucleari, è stata consegnata ieri al procuratore Siotto. Stasera, una seconda parte del voluminoso dossier raccolto dagli inquirenti, ha preso la strada della capitale, scortato dal pretore di Roma Gianfranco Amendola e da guardie di Finanza. Il magistrato era giunto a Genova questa mattina, per incontrarsi con i colleghi liguri. Il dottor Sansa ha comunque definito l'arrivo di Amen¬ dola «una visita personale, non connessa alle indagini in corso». Anche oggi gli inquirenti si sono trincerati dietro al segreto istruttorio, commentando negativamente le fughe cU notizie che hanno accompagnato la mancata esecuzione del mandato di arresto contro Cazzaniga, il quale potrebbe così rimanere a Washington — dove attualmente si troverebbe — per sottrarsi alla cattura. Sulle fughe di notizie ha preso posizione oggi anche il vicesegretario del partito liberale Alfredo Biondi, che è consigliere di amministrazione dell'Enel. L'uomo politico si è lagnato del fatto che «anticipazioni coinvolgano discriminatamente enti e uomini, come se tutti dovessero essere avvolti nella stessa calìgine di sospetto e di denigrazione». « Per quel che mi riguarda — ha proseguito Biondi — pur facendo parte del consiglio di amministrazione dell'Enel solo dal marzo del '73 ho subito chiesto e chiederò ancora che, indipendentemen- te da ogni indagine giudiziaria, sia fatta luce sulla responsabilità, se c'è, di chiunque. Non è tollerabile che nel calderone siano compresi uomini e partiti che da anni si battono contro la corruzione, i carrozzoni e i loro promotori, ì loro sostenitori palesi e occulti». Giulio Anselmi I petrolieri avevano un piano per "drammatizzare" la crisi Forse oggi ci saranno altri mandati di cattura I petrolieri avevano un piano per "drammatizzare" la crisi Oltre all'imboscamento, una campagna di stampa avrebbe dovuto "ammorbidire" l'opinione pubblica per poter ottenere nuovi aumenti di prezzo di benzina e gasolio (Dal nostro corrispondente) Genova, 10 febbraio. I pretori genovesi, Mario Almerighi, Adriano Sansa e Carlo Brusco, avrebbero messo le mani sul piano preparato nei mesi scorsi dai petrolieri, per drammatizzare la crisi energetica e provocare un aumento dei prezzi del gasolio e della benzina. Secondo i documenti ritrovati, parallelamente all'imboscamento del grezzo, una campagna di stampa avrebbe dovuto convincere gli italiani che, nel nostro Paese, la situazione era critica, nonostante la buona volontà delle aziende di distribuzione e raffinazione. Resa più morbida l'opinione pubblica, sarebbe stato più facile ottenere dai politici la concessione di nuovi aumenti dei prezzi. I magistrati starebbero ora mettendo a fuoco alcuni episodi del colossale aggiotaggio. Ciò fa credere che, con ogni probabilità, il mandato d'arresto contro l'ex presidente della Esso e dell'Unione petrolifera Vincenzo Cazzaniga, firmato da Sansa, non resterà solo. Per domani sera sono attese «novità importanti»: probabilmente esploderanno gli ultimi fuochi artificiali di questa fase genovese dell'inchiesta, che ha permesso ai magistrati di raccogliere una vastissima documentazione sulle manovre di imprenditori e politici. Poi, tutti gli atti saranno trasmessi alla procura della Repubblica di Roma, che i pretori genovesi hanno riconosciuto competente per materia e territorio. Come è noto, la documentazione relativa alle somme pagate dall'Unione petrolifera a uomini politici per «convincere» l'Enel a costruire centrali termoelettriche anziché nucleari, è stata consegnata ieri al procuratore Siotto. Stasera, una seconda parte del voluminoso dossier raccolto dagli inquirenti, ha preso la strada della capitale, scortato dal pretore di Roma Gianfranco Amendola e da guardie di Finanza. Il magistrato era giunto a Genova questa mattina, per incontrarsi con i colleghi liguri. Il dottor Sansa ha comunque definito l'arrivo di Amen¬ dola «una visita personale, non connessa alle indagini in corso». Anche oggi gli inquirenti si sono trincerati dietro al segreto istruttorio, commentando negativamente le fughe cU notizie che hanno accompagnato la mancata esecuzione del mandato di arresto contro Cazzaniga, il quale potrebbe così rimanere a Washington — dove attualmente si troverebbe — per sottrarsi alla cattura. Sulle fughe di notizie ha preso posizione oggi anche il vicesegretario del partito liberale Alfredo Biondi, che è consigliere di amministrazione dell'Enel. L'uomo politico si è lagnato del fatto che «anticipazioni coinvolgano discriminatamente enti e uomini, come se tutti dovessero essere avvolti nella stessa calìgine di sospetto e di denigrazione». « Per quel che mi riguarda — ha proseguito Biondi — pur facendo parte del consiglio di amministrazione dell'Enel solo dal marzo del '73 ho subito chiesto e chiederò ancora che, indipendentemen- te da ogni indagine giudiziaria, sia fatta luce sulla responsabilità, se c'è, di chiunque. Non è tollerabile che nel calderone siano compresi uomini e partiti che da anni si battono contro la corruzione, i carrozzoni e i loro promotori, ì loro sostenitori palesi e occulti». Giulio Anselmi

Luoghi citati: Genova, Roma, Washington