L'Edera alla fine
L'Edera alla fine LA CRONACA DELLA TELEVISIONE L'Edera alla fine Si è concluso il teleromanzo da Grazia Deledda - Stasera il film di Clouzot "Il corvo" con Pierre Fresnay e Ginette Ledere Punto e basta iersera all'Edera., che ha diluito in oltre tre ore, e altrettante trist' domeniche, una vicenda riassunta a suo tempo dal cinema, con ben maggiore efficacia, in 90 minuti. Anche sintetizzato dallo schermo, il romanzo deleddiano non ebbe allora successo e non ri comprende perché la tv abbia voluto ritentar la prova con uno sceneggiato al quale gli indugi in funzione di approfondimenti psicologici noi hanno recato vantaggio. La triste e amara storia si è conclusa, si può esserne certi, senza lasciare rimpianti: dispiace tuttavia che la brava attrice Nicoletta Rizzi, sulla quale gravava il peso soffocante d'un personaggio come Annesa la serva omicida, non abbia potuto mettere meglio in luce le sue eccellenti doti. In carattere con l'austerità domenicale, ampio spazio ha dedicato il regista Fina (ottimo professionista anche lui, da attendersi a più lucide e meno arcaiche fatiche) alla sepoltura di Zuà Decherchi accompagnata da lamentose nenie isolane. Dopo il funerale, un mese fa del pittore scapigliato Andrea Tagliaferri che lasciava vedova inconsolabile Eleonora, vorremmo dire che con cerimonie del genere è ora di smetterla in tv. Invece no: stasera, nel Corvo, il video ci mostrerà di nuovo un camposanto. Coraggio, telespettatori... ★ ★ Un film di Henri-Georges Clouzot, Il corvo, va in onda alle 20,40 sul Nazionale. Molti ne hanno sentito parlare senza conoscerlo direttamente: presentato in versione italiana nel 1948, « Le corbeau » non ebbe poi sui nostri schermi il clamoroso successo incontrato dall'altro celebre film dello stesso regista. Legittima difesa (« Quai des Orfèvres »), apparso non molto tempo fa anche in tv. Il corvo, in Italia, per ragioni che sfuggono, sparì presto anche dalle riedizioni estive, le copie andarono disperse, tant'è vero che la Rai, per mandarlo in onda stasera, è stata obbligata a procurarsi in cineteca l'originale francese allo scopo di approntare su di esso un nuovo doppiaggio. E' un'operazione che valeva la pena di compiere. Chi vide, ventisei ani fa. Il corvo lo ricorda come un film tra i più importanti, anche se discutibili, dell'autore di Manon e Vite vendute. Egli lo girò, trentaseienne, nel 1942, in quella Francia di Pétain alla mercé degli occupanti nazisti, ma nella quale i maquisards quotidianamente animavano la valida resistenza alle croci uncinate. Pertanto Clouzot i venne accusato d'aver diretto Il corvo per una casa produttrice, la Continental, sostenuta dalle baionette hitleriane: dopo la Liberazione il film restò fermo per due anni, vietato dall'indignatissimo De Gaulle, mentre il regista e l'interprete principale (il grande Pierre Fresnay) furono «epurati» e sospesi per sei mesi. A Clouzot, reo d'aver esposto una visione parziale e calunniosa della provincia francese alla mercé di funzionari imbelli, preti corrotti, politici poco onesti, non fu difficile rispondere che la vicenda l'aveva attinta a un fatto di cronaca d'anteguerra (le lettere anonime di Tulle) e che i cupi e torbidi fatti narrati non si staccavano dalla squallida realtà di certi angoli della sperduta provincia francese, per sua natura sonnolenta e crudele, a. vald. L'Edera alla fine LA CRONACA DELLA TELEVISIONE L'Edera alla fine Si è concluso il teleromanzo da Grazia Deledda - Stasera il film di Clouzot "Il corvo" con Pierre Fresnay e Ginette Ledere Punto e basta iersera all'Edera., che ha diluito in oltre tre ore, e altrettante trist' domeniche, una vicenda riassunta a suo tempo dal cinema, con ben maggiore efficacia, in 90 minuti. Anche sintetizzato dallo schermo, il romanzo deleddiano non ebbe allora successo e non ri comprende perché la tv abbia voluto ritentar la prova con uno sceneggiato al quale gli indugi in funzione di approfondimenti psicologici noi hanno recato vantaggio. La triste e amara storia si è conclusa, si può esserne certi, senza lasciare rimpianti: dispiace tuttavia che la brava attrice Nicoletta Rizzi, sulla quale gravava il peso soffocante d'un personaggio come Annesa la serva omicida, non abbia potuto mettere meglio in luce le sue eccellenti doti. In carattere con l'austerità domenicale, ampio spazio ha dedicato il regista Fina (ottimo professionista anche lui, da attendersi a più lucide e meno arcaiche fatiche) alla sepoltura di Zuà Decherchi accompagnata da lamentose nenie isolane. Dopo il funerale, un mese fa del pittore scapigliato Andrea Tagliaferri che lasciava vedova inconsolabile Eleonora, vorremmo dire che con cerimonie del genere è ora di smetterla in tv. Invece no: stasera, nel Corvo, il video ci mostrerà di nuovo un camposanto. Coraggio, telespettatori... ★ ★ Un film di Henri-Georges Clouzot, Il corvo, va in onda alle 20,40 sul Nazionale. Molti ne hanno sentito parlare senza conoscerlo direttamente: presentato in versione italiana nel 1948, « Le corbeau » non ebbe poi sui nostri schermi il clamoroso successo incontrato dall'altro celebre film dello stesso regista. Legittima difesa (« Quai des Orfèvres »), apparso non molto tempo fa anche in tv. Il corvo, in Italia, per ragioni che sfuggono, sparì presto anche dalle riedizioni estive, le copie andarono disperse, tant'è vero che la Rai, per mandarlo in onda stasera, è stata obbligata a procurarsi in cineteca l'originale francese allo scopo di approntare su di esso un nuovo doppiaggio. E' un'operazione che valeva la pena di compiere. Chi vide, ventisei ani fa. Il corvo lo ricorda come un film tra i più importanti, anche se discutibili, dell'autore di Manon e Vite vendute. Egli lo girò, trentaseienne, nel 1942, in quella Francia di Pétain alla mercé degli occupanti nazisti, ma nella quale i maquisards quotidianamente animavano la valida resistenza alle croci uncinate. Pertanto Clouzot i venne accusato d'aver diretto Il corvo per una casa produttrice, la Continental, sostenuta dalle baionette hitleriane: dopo la Liberazione il film restò fermo per due anni, vietato dall'indignatissimo De Gaulle, mentre il regista e l'interprete principale (il grande Pierre Fresnay) furono «epurati» e sospesi per sei mesi. A Clouzot, reo d'aver esposto una visione parziale e calunniosa della provincia francese alla mercé di funzionari imbelli, preti corrotti, politici poco onesti, non fu difficile rispondere che la vicenda l'aveva attinta a un fatto di cronaca d'anteguerra (le lettere anonime di Tulle) e che i cupi e torbidi fatti narrati non si staccavano dalla squallida realtà di certi angoli della sperduta provincia francese, per sua natura sonnolenta e crudele, a. vald.
Persone citate: Andrea Tagliaferri, Corvo, De Gaulle, Grazia Deledda, Manon, Pierre Fresnay, Vite
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