Il divorzio nel mondo

Il divorzio nel mondo DOVE E COME È AMMESSO SCIOGLIERE IL MATRIMONIO Il divorzio nel mondo Molte diversità nei Paesi di cultura cristiana - Dall'estremo dei pochi che lo vietano a tutti o ai soli cattolici a quelli che ne fanno una fortunata industria - La grandissima maggioranza però lo concede con serietà e in casi precisi - Le differenze tra gli Stati occidentali e comunisti - Presso le casi eccezionali nazioni arabe e asiatiche talvolta il ripudio è un autentico divorzio che può essere chiesto dall'uno o dall'altro coniuge - Ad Haiti è ormai un'industria, in molti Paesi occidentali una «pratica» che richiede pochi minuti. Da noi è il principale problema politico sul tappeto, minaccia la stabilità e la «pace religiosa». Il divorzio, rivendicato da alcuni come patente di civiltà, bollato da altri come causa di eterna dannazione, è ormai un nodo della nostra vita associata. I termini della questione, le ragioni addotte dai campi opposti, i giochi di potere mascherati con motivazioni etico-filosofiche sono noti. Giorno dopo giorno ci vengono riproposti in un estenuante confronto di posizioni. Trascuriamo quindi di esaminarli. Vediamo, invece, in che modo gii altri Paesi hanno risolto il problema. Come si sono regolate Nazioni tradizionalmente cattoliche, la Francia, la Spagna e il Portogallo? Che legislazione familiare si sono data gli altri Stati? L'esame delle norme straniere alla ricerca di una soluzione che consenta di mantenere il divorzio in Italia, salvaguardando i principi religiosi del coniuge credente, è stato suggerito nei giorni scorsi: nel vano tentativo di eludere il referendum è stata avanzata la proposta di modificare la legge FortunaBaslini, prendendo a modello il codice polacco. La ricetta non ha avuto successo: la maggiore severità, in tema di divorzio, dell'ordinamento di Varsavia rispetto alle norme italiane, non è bastata a conciliare posizioni opposte. Poco inclini alle finezze del diritto comparato, gli operatori politici non hanno apprezzato l'ambiguità della legge evocata, ideale per una soluzione di compromesso. Sul divorzio ì Paesi di cultura cristiana sono divisi: alcuni lo vietano, altri lo negano solo ai cattolici, altri ancora lo permettono a tutti, purché ricorrano determinate condizioni. 1 - ANTIDIVORZISTI — Lo sparuto campo antidivorzista allinea la Spagna, l'Irlanda, le minuscole repubbliche di Andorra e San Marino, ed, un pugno di dittature sudamericane: Brasile, Colombia, Paraguay. Questi Paesi, a popolazione quasi interamente cattolica, hanno esteso al matrimonio civile la indissolubilità del sacramento e riconoscono, come cause di scioglimento del vincolo coniugale, quelle riconosciute dai canoni ecclesiastici. La possibilità dell'introduzione del divorzio sembra remota: i regimi che reggono questi Stati non desiderano guastare ì propri buoni rapporti con la gerarchia ecclesiastica. Sophia Loren e Carlo Ponti, una delle coppie che più hanno fatto discutere sul problema del divorzio Il divorzio nel mondo DOVE E COME È AMMESSO SCIOGLIERE IL MATRIMONIO Il divorzio nel mondo Molte diversità nei Paesi di cultura cristiana - Dall'estremo dei pochi che lo vietano a tutti o ai soli cattolici a quelli che ne fanno una fortunata industria - La grandissima maggioranza però lo concede con serietà e in casi precisi - Le differenze tra gli Stati occidentali e comunisti - Presso le casi eccezionali nazioni arabe e asiatiche talvolta il ripudio è un autentico divorzio che può essere chiesto dall'uno o dall'altro coniuge - Ad Haiti è ormai un'industria, in molti Paesi occidentali una «pratica» che richiede pochi minuti. Da noi è il principale problema politico sul tappeto, minaccia la stabilità e la «pace religiosa». Il divorzio, rivendicato da alcuni come patente di civiltà, bollato da altri come causa di eterna dannazione, è ormai un nodo della nostra vita associata. I termini della questione, le ragioni addotte dai campi opposti, i giochi di potere mascherati con motivazioni etico-filosofiche sono noti. Giorno dopo giorno ci vengono riproposti in un estenuante confronto di posizioni. Trascuriamo quindi di esaminarli. Vediamo, invece, in che modo gii altri Paesi hanno risolto il problema. Come si sono regolate Nazioni tradizionalmente cattoliche, la Francia, la Spagna e il Portogallo? Che legislazione familiare si sono data gli altri Stati? L'esame delle norme straniere alla ricerca di una soluzione che consenta di mantenere il divorzio in Italia, salvaguardando i principi religiosi del coniuge credente, è stato suggerito nei giorni scorsi: nel vano tentativo di eludere il referendum è stata avanzata la proposta di modificare la legge FortunaBaslini, prendendo a modello il codice polacco. La ricetta non ha avuto successo: la maggiore severità, in tema di divorzio, dell'ordinamento di Varsavia rispetto alle norme italiane, non è bastata a conciliare posizioni opposte. Poco inclini alle finezze del diritto comparato, gli operatori politici non hanno apprezzato l'ambiguità della legge evocata, ideale per una soluzione di compromesso. Sul divorzio ì Paesi di cultura cristiana sono divisi: alcuni lo vietano, altri lo negano solo ai cattolici, altri ancora lo permettono a tutti, purché ricorrano determinate condizioni. 1 - ANTIDIVORZISTI — Lo sparuto campo antidivorzista allinea la Spagna, l'Irlanda, le minuscole repubbliche di Andorra e San Marino, ed, un pugno di dittature sudamericane: Brasile, Colombia, Paraguay. Questi Paesi, a popolazione quasi interamente cattolica, hanno esteso al matrimonio civile la indissolubilità del sacramento e riconoscono, come cause di scioglimento del vincolo coniugale, quelle riconosciute dai canoni ecclesiastici. La possibilità dell'introduzione del divorzio sembra remota: i regimi che reggono questi Stati non desiderano guastare ì propri buoni rapporti con la gerarchia ecclesiastica. Sophia Loren e Carlo Ponti, una delle coppie che più hanno fatto discutere sul problema del divorzio

Persone citate: Carlo Ponti, Sophia Loren