Referendum sui divorzio Cominciata la campagna di Alberto RapisardaGiulio Anselmi

Referendum sui divorzio Cominciata la campagna Ieri, giornata di propaganda elettorale Referendum sui divorzio Cominciata la campagna Gedda ha mobilitato i comitati civici e Almirante i missini contro la legge sul divorzio Comizio dei radicali - Intervento di altri partiti - Un gruppo di riviste cattoliche si schiera per mantenere il divorzio: è assurdo voler imporre le nostre regole agli altri (Nostro servizio particolare) Roma. 20 gennaio. E' in pieno svolgimento la campagna elettorale per il referendum sul divorzio. Ormai nessuno più spera di evitare il confronto, ora si tratta solo di sapere quando si dovrà votare: l'ultima domenica di aprile o la prima di maggio? Il segretario della de, Fanfani, aveva chiesto sabato al governo di fissare la celebrazione del referendum «più sollecitamente possibile». Anche il socialdemocratico Preti preferirebbe «ta prima domenica utile». Dopo le prime precisazioni di Fanfani a proposito dell'orientamento dei democristiani sul divorzio (i parlamentari de «hanno sempre espresso in materia di indissolubilità del matrimonio civile fermi convincimenti », mentre, naturalmente, non si discute neanche di divorzio per i matrimoni religiosi), ha aperto la campagna elettorale per gli antidivorzisti oltranzisti il msi-destra nazionale, con un discorso del segretario Almirante. Ha parlato anche contro il divorzio il presidente dei «Comitati civici», Luigi Gedda, che mobilita nello scontro 5000 attivisti in tutt'Italia ed ha imponenti disponibilità finanziarie (due miliardi e mezzo secondo Panorama). Tra i sostenitori del divorzio, il partito radicale ha aperto la campagna elettorale oggi a Roma con una affollatissima riunione al teatro «Adriano». Manifestazioni analoghe si terranno a Milano il 17 febbraio e a Torino il 3 marzo. Alle manifestazioni romane hanno partecipato l'onorevole Fortuna (psi), i giovani repubblicani, il gruppo del Manifesto; sono giunti messaggi dell'onorevole Basimi (pli), firmatario con Fortuna della legge che istituisce il divorzio in Italia, e del sindacalista Giorgio Benvenuto, entrambi impegnati in riunioni di lavoro. «Certamente dopo il referendum, comunque vada — ha detto l'onorevole Fortuna — contrariamente a quanto alcuni politici interessati vanno dicendo in questi giorni, le cose non rimarranno come prima». Gli ha fatto eco Marco Pannella, della direzione radicale: «La risposta che verrà fuori da questa consultazione non potrà essere indolore, così come vorrebbe il segretario della de, proprio per la natura stessa del pronunciamento popolare». Il fronte divorzista ha guadagnato oggi un piccolo gruppo di alleati: sono serie riviste di ispirazione cristiana (Il Regno, Nuovi tempi. Testimonianze, Com, Idoc, Il tetto). I responsabili delle riviste sostengono in un comunicato che «la democrazia cristiana ha mostrato una grave debolezza di fronte alle tendenze integralistiche, antidemocratiche e antipluralistiche dei set- tori di destra della società italiana e delle istituzioni ecclesiastiche» e «dichiarano che va contrastato e battuto il disegno di chi ha promosso questo "referendum", che è un fatto decisamente negativo per la democrazia in Italia». Aggiungono che i cattolici non possono e non debbono imporre le loro regole religiose agli altri. La prima domenica di campagna elettorale sul referendum, malgrado gli inviti alla calma e al «civile confronto». che democristiani, comunisti, socialisti, socialdemocratici si scambiano, si è conclusa male: ci sono stati infatti disordini a Milano e Cagliari, dopo comizi di esponenti dell'estrema destra. Almirante, per la destra nazionale, ha fatto capire come la lotta contro il divorzio sia la via per una «scelta drastica che non è più tra centro-sinistra e centrismo variamente articolato, ma è tra "compromesso storico" e svolta a destra». La settimana scorsa Almirante aveva invitato i suoi a prepararsi anche all'eventualità di elezioni anticipate dopo il referendum. Per isolare «le forze neofasciste e le spinte conservatrici che dal referendum intendono trarre strumentalmente altro alimento per i loro fini », ha detto il socialista Querci, «il governo deve potenziare il suo impegno antifascista anche durante la preparazione del referendum». Alberto Rapisarda (Il divorzio negli altri Paesi di cultura cristiana e nel resto del mondo: servizio di Giulio Anselmi a pagina 3) Referendum sui divorzio Cominciata la campagna Ieri, giornata di propaganda elettorale Referendum sui divorzio Cominciata la campagna Gedda ha mobilitato i comitati civici e Almirante i missini contro la legge sul divorzio Comizio dei radicali - Intervento di altri partiti - Un gruppo di riviste cattoliche si schiera per mantenere il divorzio: è assurdo voler imporre le nostre regole agli altri (Nostro servizio particolare) Roma. 20 gennaio. E' in pieno svolgimento la campagna elettorale per il referendum sul divorzio. Ormai nessuno più spera di evitare il confronto, ora si tratta solo di sapere quando si dovrà votare: l'ultima domenica di aprile o la prima di maggio? Il segretario della de, Fanfani, aveva chiesto sabato al governo di fissare la celebrazione del referendum «più sollecitamente possibile». Anche il socialdemocratico Preti preferirebbe «ta prima domenica utile». Dopo le prime precisazioni di Fanfani a proposito dell'orientamento dei democristiani sul divorzio (i parlamentari de «hanno sempre espresso in materia di indissolubilità del matrimonio civile fermi convincimenti », mentre, naturalmente, non si discute neanche di divorzio per i matrimoni religiosi), ha aperto la campagna elettorale per gli antidivorzisti oltranzisti il msi-destra nazionale, con un discorso del segretario Almirante. Ha parlato anche contro il divorzio il presidente dei «Comitati civici», Luigi Gedda, che mobilita nello scontro 5000 attivisti in tutt'Italia ed ha imponenti disponibilità finanziarie (due miliardi e mezzo secondo Panorama). Tra i sostenitori del divorzio, il partito radicale ha aperto la campagna elettorale oggi a Roma con una affollatissima riunione al teatro «Adriano». Manifestazioni analoghe si terranno a Milano il 17 febbraio e a Torino il 3 marzo. Alle manifestazioni romane hanno partecipato l'onorevole Fortuna (psi), i giovani repubblicani, il gruppo del Manifesto; sono giunti messaggi dell'onorevole Basimi (pli), firmatario con Fortuna della legge che istituisce il divorzio in Italia, e del sindacalista Giorgio Benvenuto, entrambi impegnati in riunioni di lavoro. «Certamente dopo il referendum, comunque vada — ha detto l'onorevole Fortuna — contrariamente a quanto alcuni politici interessati vanno dicendo in questi giorni, le cose non rimarranno come prima». Gli ha fatto eco Marco Pannella, della direzione radicale: «La risposta che verrà fuori da questa consultazione non potrà essere indolore, così come vorrebbe il segretario della de, proprio per la natura stessa del pronunciamento popolare». Il fronte divorzista ha guadagnato oggi un piccolo gruppo di alleati: sono serie riviste di ispirazione cristiana (Il Regno, Nuovi tempi. Testimonianze, Com, Idoc, Il tetto). I responsabili delle riviste sostengono in un comunicato che «la democrazia cristiana ha mostrato una grave debolezza di fronte alle tendenze integralistiche, antidemocratiche e antipluralistiche dei set- tori di destra della società italiana e delle istituzioni ecclesiastiche» e «dichiarano che va contrastato e battuto il disegno di chi ha promosso questo "referendum", che è un fatto decisamente negativo per la democrazia in Italia». Aggiungono che i cattolici non possono e non debbono imporre le loro regole religiose agli altri. La prima domenica di campagna elettorale sul referendum, malgrado gli inviti alla calma e al «civile confronto». che democristiani, comunisti, socialisti, socialdemocratici si scambiano, si è conclusa male: ci sono stati infatti disordini a Milano e Cagliari, dopo comizi di esponenti dell'estrema destra. Almirante, per la destra nazionale, ha fatto capire come la lotta contro il divorzio sia la via per una «scelta drastica che non è più tra centro-sinistra e centrismo variamente articolato, ma è tra "compromesso storico" e svolta a destra». La settimana scorsa Almirante aveva invitato i suoi a prepararsi anche all'eventualità di elezioni anticipate dopo il referendum. Per isolare «le forze neofasciste e le spinte conservatrici che dal referendum intendono trarre strumentalmente altro alimento per i loro fini », ha detto il socialista Querci, «il governo deve potenziare il suo impegno antifascista anche durante la preparazione del referendum». Alberto Rapisarda (Il divorzio negli altri Paesi di cultura cristiana e nel resto del mondo: servizio di Giulio Anselmi a pagina 3)

Luoghi citati: Cagliari, Gedda, Italia, Milano, Roma, Torino