Soclà si arrende all'Ignis
Soclà si arrende all'Ignis Nel basket le tre "grandi,, sempre al comando Soclà si arrende all'Ignis Per 12' torinesi in vantaggio - Poi dominano i campioni d'Italia, vittoriosi alla fine per 76-46 - Cinquemila spettatori al Palasport Le tre «grandi» del basket restano dov'erano, tutte insieme al comando della classifica. Nessun problema per l'Innocenti nel derby milanese e per la Forst contro la Canon; problemini di portata e di durata assai ridotta per l'Ignis, che a Torino ha dovuto aspettare per dare il via al suo «show» di canestri soltanto dodici minuti. Tanto è durata la «resistenza» del Saclà, che addirittura conduceva nel punteggio sino al 16-15 e poi si è arreso inevitabilmente ad un'Ignis strapotente, non brillante — come spesso le succede dopo un doppio impegno di rilievo, campionato e Coppa —, ma sufficientemente centrata nel tiro per scavare subito un abisso di punti contro un avversario che si trova senza fiato e senza penetrazione di fronte alla super-difesa dei campioni d'Italia. 76 a 46 per l'Ignis il risultato finale, un divario magari impensabile nella fase iniziale ma certamente esatto in una giornata che ha visto il Saclà letteralmente smarrirsi in attacco dopo un avvio molto promettente: le percentuali di tiro spiegano tutta la crisi di realizzazione del Saclà, che ha avuto un Laing capace di segnare soltanto negli ultimi minuti (6 centri su 23 tentativi la sua media, davvero disastrosa per un americano), un Caglieris che ha realizzato il primo canestro al 13' della ripresa (media 3 su 10), un Riva e un Frediani che hanno dovuto dedicare troppo ossigeno alla marcatura di Morse per non risentirne poi in fase di tiro (ottenendo così rispettivamente 4 su 11 e 2 su 12). Alla fine il Saclà aveva realizzato, in complesso, 20 canestri su 75 tiri (contro 33 su 68 dell'Ignis). Una percentuale decisamente insufficiente, che trova però ampia giustificazione nella solidità difensiva dell'Ignis abituata proprio nel lavoro della retroguardia a porre le basi dei suoi successi: Meneghin e Morse e Bisson dominano sotto canestro. Ossola e Rusconi (o Zanatta) controllano la fase iniziale della manovra e sono pronti a scattare in contropiede sul rimbalzo inevitabilmente catturato dai loro «giganti» compagni di squadra. Contro una difesa così non ci sono varchi per le entrate, il tiro da fuori è disagevole sempre: e quando gli arbitri non fischiano nemmeno i falli più evidenti — come è successo nel primo tempo di ieri, con il Saclà che non ha tirato nemmeno un «libero», neppure quando Merlati si è sentito «strapazzare» sotto canestro — è impossibile andare avanti nel punteggio. Il Saclà ha preso atto della situazione e si è arreso, continuando a sbagliare più del lecito in attacco, e a subire un passivo che è cresciuto sino a 38 punti nel finale dell'incontro (27-65). Antonio Tavarozzi Caccia al pallone per Frediani (da sinistra), Rosa e Ossola; Zanatta e Meneghin osservano la confusa azione (Moisio) Soclà si arrende all'Ignis Nel basket le tre "grandi,, sempre al comando Soclà si arrende all'Ignis Per 12' torinesi in vantaggio - Poi dominano i campioni d'Italia, vittoriosi alla fine per 76-46 - Cinquemila spettatori al Palasport Le tre «grandi» del basket restano dov'erano, tutte insieme al comando della classifica. Nessun problema per l'Innocenti nel derby milanese e per la Forst contro la Canon; problemini di portata e di durata assai ridotta per l'Ignis, che a Torino ha dovuto aspettare per dare il via al suo «show» di canestri soltanto dodici minuti. Tanto è durata la «resistenza» del Saclà, che addirittura conduceva nel punteggio sino al 16-15 e poi si è arreso inevitabilmente ad un'Ignis strapotente, non brillante — come spesso le succede dopo un doppio impegno di rilievo, campionato e Coppa —, ma sufficientemente centrata nel tiro per scavare subito un abisso di punti contro un avversario che si trova senza fiato e senza penetrazione di fronte alla super-difesa dei campioni d'Italia. 76 a 46 per l'Ignis il risultato finale, un divario magari impensabile nella fase iniziale ma certamente esatto in una giornata che ha visto il Saclà letteralmente smarrirsi in attacco dopo un avvio molto promettente: le percentuali di tiro spiegano tutta la crisi di realizzazione del Saclà, che ha avuto un Laing capace di segnare soltanto negli ultimi minuti (6 centri su 23 tentativi la sua media, davvero disastrosa per un americano), un Caglieris che ha realizzato il primo canestro al 13' della ripresa (media 3 su 10), un Riva e un Frediani che hanno dovuto dedicare troppo ossigeno alla marcatura di Morse per non risentirne poi in fase di tiro (ottenendo così rispettivamente 4 su 11 e 2 su 12). Alla fine il Saclà aveva realizzato, in complesso, 20 canestri su 75 tiri (contro 33 su 68 dell'Ignis). Una percentuale decisamente insufficiente, che trova però ampia giustificazione nella solidità difensiva dell'Ignis abituata proprio nel lavoro della retroguardia a porre le basi dei suoi successi: Meneghin e Morse e Bisson dominano sotto canestro. Ossola e Rusconi (o Zanatta) controllano la fase iniziale della manovra e sono pronti a scattare in contropiede sul rimbalzo inevitabilmente catturato dai loro «giganti» compagni di squadra. Contro una difesa così non ci sono varchi per le entrate, il tiro da fuori è disagevole sempre: e quando gli arbitri non fischiano nemmeno i falli più evidenti — come è successo nel primo tempo di ieri, con il Saclà che non ha tirato nemmeno un «libero», neppure quando Merlati si è sentito «strapazzare» sotto canestro — è impossibile andare avanti nel punteggio. Il Saclà ha preso atto della situazione e si è arreso, continuando a sbagliare più del lecito in attacco, e a subire un passivo che è cresciuto sino a 38 punti nel finale dell'incontro (27-65). Antonio Tavarozzi Caccia al pallone per Frediani (da sinistra), Rosa e Ossola; Zanatta e Meneghin osservano la confusa azione (Moisio)
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