ALTAFINI- CUCCUREDDU, INTER ALLE CORDE di Giovanni Arpino

ALTAFINI- CUCCUREDDU, INTER ALLE CORDE Alla distanza la Juve-jet ha visto premiata la sua miglior condizione ALTAFINI- CUCCUREDDU, INTER ALLE CORDE I nerazzurri ribattono con onore ai bianconeri nel primo tempo quando il gioco è stato spesso brillante - Nella ripresa i campioni d'Italia s'impongono a centrocampo - Passano in vantaggio con il solito José (punizione di Causio) e raddoppiano su penalty per fallo di Burgnich su Longobucco - Ad inizio del secondo tempo Spinosi ha lasciato il posto a Gentile per controllare Moro subentrato a Mariani - Dino Zoff e Lido Vieri rivaleggiano in bravura a difesa delle due porte Juventus Inter 2 0 JUVENTUS: Zoff; Spinosi (dal 58' Gentile), Longobucco; Furino, Morini, Salvadore; Causlo, Cuccureddu. Altarini, Capello, Bettega. INTER: Vieri; Giubertonl, Pacchetti; Orlali, Bellugl, Burgnich; Massa, Mazzola, Boninsegna, Bedin, Mariani (dal 46' Moro). ARBITRO: Serafini. RETI: Al taf ini al 73' e Cuccureddu, su rigore al 77'. I voti sono nelle pagelle a pagina 7. E' stata la Juve-jet a «riscaldarsi », dando tempo al tempo, cioè al suo don José e agli arrembaggi di un centrocampo ormai padrone delle trame di gioco. Onore all'Inter, diciamo. Perché? Non secondo il costume dei vari allenatori vittoriosi che esaltano i meriti dell'avversario per ingigantire i propri: ma perché questi nerazzurri, caricatissimi e in palla, hanno disputato al Comunale torinese i migliori cinquanta minuti del loro campionato. Poi hanno dovuto cedere, presi e stretti nel fiato, nella morsa della manovra bianconera, via via superati come lucidità ed impeto. Il « mago bauscia » torna a casa con due pere che sarebbero state anche tre o quattro se un grandissimo Vieri non avesse sfoderato tutti i suoi numeri durante il primo tempo. O si crede alle statistiche o no: e allora dal quaderno ricaviamo dati inoppugnabili. Questi: undici (gol compresi) sono state le azioni da rete sviluppate dalla Juventus, cinque quelle condotte dall'Inter. Nella ripresa, Dino Zoff ha dovuto parare un pallone solo, esattamente a un minuto e mezzo dalla fine, su fucilata di Massa da venti metri, quando i nerazzurri erano già sotto di due reti. Anche HH, sempreché creda nell'aritmetica, non può smentire simili dati. Il gitano si difende (ai microfoni) con queste ragioni: la Juve è passata su punizione prima e su rigore poi. Come se la cosa sminuisse il lavoro bianconero, come se non ci ricordassimo tutti che la «grande Inter» degli Anni Sessanta fruiva, giustamente o meno, di venti-trenta punizioni dal limite. Significò, per la squadra nerazzurra d'allora, il frut¬ to di affondi e pressioni, significava oggi, per il «jet» juventino, il volume più robusto di manovra d'attacco. Quando una roccia forgiata nella pura lealtà, qual è Burgnich, commette fallo da penalty, ciò significa che non esiste altro rimedio. La vittoria juventlna non fa una grinza, anche se mette in lutto la beneamata meneghina. Gli inviati dei giornali romani domandavano durante l'intervallo: è più valida questa partita o quella di domenica scorsa tra Lazio e Milan? Mi è venuto di rispondere: questa, perché non vedo un giocatore sotto la media del « sei » nelle famose pagelle, qualcuno anzi oscilla tra il « sette » e un « otto » (rarissimo), mentre a Roma più di uno scade nell'insufficienza. Spigolando Spigolando tra ia cronaca, sarebbero infinite le cose da dire. L'Inter parte bene, con la nota « verve » dei singoli seppur dimostrando subito la casualità del suo gioco: Mazzola un tempo si integrava con Corso, oggi è piuttosto solo, talora brillante talora renitente. Boninsegna ha pochissimi palloni da sfruttare, Bedin corre ma non ha autentici lumi di regìa, i magnifici tre sono ancora Giacinto, Burgnich, Vieri. La Juve risponde con alcune esitazioni in difesa, con un centrocampo sornione e attento, con un Bettega che manovra talora in modi egregi. Il ritmo sembra voler sussussare: peccato che non vi sia Anastasi, sarebbe la sua gara, per velocità esecutiva, capovolgimenti scatti. José è obbligato a far da sponda, sulle fasce laterali il gioco bianconero non è brillante: a sinistra vi è quasi un vuoto ove si proiettano a turno Furino e Longobucco, a destra v'è un Causio addirittura soggiogato da Facchetti. Non è il «barone» marcato da Giacinto ma il possente nerazzurro a gettarsi in avanti, costringendo l'ala juventlna a dispendiosi e confusi recuperi. Serie di azioni da raccontare: al T, fuga di « Longo » sulla sinistra, tocco a Furino, cross immediato per Bobby che di testa devia a fil d'incrocio. Risponde l'Inter al 13°: da Mazzola a Bedin, fuga sulla destra e cross per Boninse¬ gna, che ruotando in volo tocca di grazia a rete, ma Zoff è diabolico a bloccare il pallone a terra. E annotiamo: ottimi i disimpegni interisti, con un Mazzola che recupera e spazza in area (si vede che ci tengono al pareggio) ma Juve più quadrata. Para ancora Zoff al 21° su tiro di Boninsegna, ribatte Vieri volando su una bordata di Furino lanciatosi in contropiede al 22°. E ancora Furino, al 26°, batte prontissimo al volo un servizio di Causio (finalmente). Poco prima una combinazione Cuccu-JoséBettega, con tocco morbido smarcante di Altafini per Bobby vede quest'ultimo scivolare al momento decisivo sull'erba. Nel gioco di « botta-e-risposta », si affaccia Facchetti, con un ottimo tiro-cross al 27" che Zoff devia oltre la traversa. Contate i minuti trascorsi in queste azioni: sono pochissimi. A significare il ritmo, il senso di « opera aperta » dato alla gara. Magnifica la « combinata » Cuccu-Capello-Cuccu sulla destra al 29°: la testa del sardo è così regolare da consentire a Vieri una prodezza. Perché anche nei colpi di cranio (da Puricelli a Altafini) non è la linearità, ma l'improvvisa astuzia deviante che conta. Per un'azione ispirata da Boninsegna al 40° (serve Mazzola, anticipato da Cuccù in scivolata) la Juve oppone' due arrembaggi egregi: con un triangolo José-BettegaCuccu ancora parato da Vieri (38°) e con un allungo Bettega-José-Longobucco che entra in area, dribbla, si defila per il tiro, ancora Vieri riesce ad opporgli un piede (42°). Poco fiato Ripresa: l'Inter avrà ancora tanto fiato? Il mago sostiene di sì. Il campo dirà di no. La Juve sembra più blanda, e diciamo in molti: ha paura di vincere. Perché certe titubanze ai limiti dell'area interista (da parte di Capello, Bettega, Longobucco intorno al 18°) dimostrano le notevoli smagliature nerazzurre e che il « jet » può farcela, anche agevolmente. Infatti: puniziodal lato destro di Causio, José sta aggirandosi come una pantera pigra tra cinque difensori, spiove il pallone, è lui « nonno » (chiamatemi zio, ci ha detto l'altro giorno, sempreché nel football italiano ce ne possa essere un altro dopo Ferruccio...) a opporre la parte superiore del corpo, faccia spalla fronte mento. E' gol, e così liberatorio che l'Inter si liquefa come una cassata, malgrado sussulti rispettabili di forcing, mentre la Juve avverte di poter passare ancora.. José al 28" e Cuccù al 32", finisce qui: un minuto prima del rigore Furino sfiora la traversa dopo una generosissima fuga e tiro (ma poteva servire un Bettega quasi libero, il bel « Furia »), quindi si avventa Longobucco, salta due avversari, è in area, si torce su se stesso alla ricerca del sinistro (piede buono). Burgnich non può esimersi e lo abbatte. Bomba deflagrante di Cuccù dal dischetto, due a zero e anche Serafini, arbitro che non ha ripetuto al Comunale la bella prestazione del derby milanese, può salvare la faccia e le penne. L'Inter è ormai disintegrata e nervosa, la Juve si concede una larva di melina. Il campionato ricomincia per la terza o quarta volta, dall'autostrada Milano-Torino passando a quella del Sole. E i Re Magi della tradizione consigliano al quarto « maghetto » un'ulteriore dose di silenzi. Giovanni Arpino Uno dei tanti duelli fra Morini e Boninsegna (Foto Moisio) ALTAFINI- CUCCUREDDU, INTER ALLE CORDE Alla distanza la Juve-jet ha visto premiata la sua miglior condizione ALTAFINI- CUCCUREDDU, INTER ALLE CORDE I nerazzurri ribattono con onore ai bianconeri nel primo tempo quando il gioco è stato spesso brillante - Nella ripresa i campioni d'Italia s'impongono a centrocampo - Passano in vantaggio con il solito José (punizione di Causio) e raddoppiano su penalty per fallo di Burgnich su Longobucco - Ad inizio del secondo tempo Spinosi ha lasciato il posto a Gentile per controllare Moro subentrato a Mariani - Dino Zoff e Lido Vieri rivaleggiano in bravura a difesa delle due porte Juventus Inter 2 0 JUVENTUS: Zoff; Spinosi (dal 58' Gentile), Longobucco; Furino, Morini, Salvadore; Causlo, Cuccureddu. Altarini, Capello, Bettega. INTER: Vieri; Giubertonl, Pacchetti; Orlali, Bellugl, Burgnich; Massa, Mazzola, Boninsegna, Bedin, Mariani (dal 46' Moro). ARBITRO: Serafini. RETI: Al taf ini al 73' e Cuccureddu, su rigore al 77'. I voti sono nelle pagelle a pagina 7. E' stata la Juve-jet a «riscaldarsi », dando tempo al tempo, cioè al suo don José e agli arrembaggi di un centrocampo ormai padrone delle trame di gioco. Onore all'Inter, diciamo. Perché? Non secondo il costume dei vari allenatori vittoriosi che esaltano i meriti dell'avversario per ingigantire i propri: ma perché questi nerazzurri, caricatissimi e in palla, hanno disputato al Comunale torinese i migliori cinquanta minuti del loro campionato. Poi hanno dovuto cedere, presi e stretti nel fiato, nella morsa della manovra bianconera, via via superati come lucidità ed impeto. Il « mago bauscia » torna a casa con due pere che sarebbero state anche tre o quattro se un grandissimo Vieri non avesse sfoderato tutti i suoi numeri durante il primo tempo. O si crede alle statistiche o no: e allora dal quaderno ricaviamo dati inoppugnabili. Questi: undici (gol compresi) sono state le azioni da rete sviluppate dalla Juventus, cinque quelle condotte dall'Inter. Nella ripresa, Dino Zoff ha dovuto parare un pallone solo, esattamente a un minuto e mezzo dalla fine, su fucilata di Massa da venti metri, quando i nerazzurri erano già sotto di due reti. Anche HH, sempreché creda nell'aritmetica, non può smentire simili dati. Il gitano si difende (ai microfoni) con queste ragioni: la Juve è passata su punizione prima e su rigore poi. Come se la cosa sminuisse il lavoro bianconero, come se non ci ricordassimo tutti che la «grande Inter» degli Anni Sessanta fruiva, giustamente o meno, di venti-trenta punizioni dal limite. Significò, per la squadra nerazzurra d'allora, il frut¬ to di affondi e pressioni, significava oggi, per il «jet» juventino, il volume più robusto di manovra d'attacco. Quando una roccia forgiata nella pura lealtà, qual è Burgnich, commette fallo da penalty, ciò significa che non esiste altro rimedio. La vittoria juventlna non fa una grinza, anche se mette in lutto la beneamata meneghina. Gli inviati dei giornali romani domandavano durante l'intervallo: è più valida questa partita o quella di domenica scorsa tra Lazio e Milan? Mi è venuto di rispondere: questa, perché non vedo un giocatore sotto la media del « sei » nelle famose pagelle, qualcuno anzi oscilla tra il « sette » e un « otto » (rarissimo), mentre a Roma più di uno scade nell'insufficienza. Spigolando Spigolando tra ia cronaca, sarebbero infinite le cose da dire. L'Inter parte bene, con la nota « verve » dei singoli seppur dimostrando subito la casualità del suo gioco: Mazzola un tempo si integrava con Corso, oggi è piuttosto solo, talora brillante talora renitente. Boninsegna ha pochissimi palloni da sfruttare, Bedin corre ma non ha autentici lumi di regìa, i magnifici tre sono ancora Giacinto, Burgnich, Vieri. La Juve risponde con alcune esitazioni in difesa, con un centrocampo sornione e attento, con un Bettega che manovra talora in modi egregi. Il ritmo sembra voler sussussare: peccato che non vi sia Anastasi, sarebbe la sua gara, per velocità esecutiva, capovolgimenti scatti. José è obbligato a far da sponda, sulle fasce laterali il gioco bianconero non è brillante: a sinistra vi è quasi un vuoto ove si proiettano a turno Furino e Longobucco, a destra v'è un Causio addirittura soggiogato da Facchetti. Non è il «barone» marcato da Giacinto ma il possente nerazzurro a gettarsi in avanti, costringendo l'ala juventlna a dispendiosi e confusi recuperi. Serie di azioni da raccontare: al T, fuga di « Longo » sulla sinistra, tocco a Furino, cross immediato per Bobby che di testa devia a fil d'incrocio. Risponde l'Inter al 13°: da Mazzola a Bedin, fuga sulla destra e cross per Boninse¬ gna, che ruotando in volo tocca di grazia a rete, ma Zoff è diabolico a bloccare il pallone a terra. E annotiamo: ottimi i disimpegni interisti, con un Mazzola che recupera e spazza in area (si vede che ci tengono al pareggio) ma Juve più quadrata. Para ancora Zoff al 21° su tiro di Boninsegna, ribatte Vieri volando su una bordata di Furino lanciatosi in contropiede al 22°. E ancora Furino, al 26°, batte prontissimo al volo un servizio di Causio (finalmente). Poco prima una combinazione Cuccu-JoséBettega, con tocco morbido smarcante di Altafini per Bobby vede quest'ultimo scivolare al momento decisivo sull'erba. Nel gioco di « botta-e-risposta », si affaccia Facchetti, con un ottimo tiro-cross al 27" che Zoff devia oltre la traversa. Contate i minuti trascorsi in queste azioni: sono pochissimi. A significare il ritmo, il senso di « opera aperta » dato alla gara. Magnifica la « combinata » Cuccu-Capello-Cuccu sulla destra al 29°: la testa del sardo è così regolare da consentire a Vieri una prodezza. Perché anche nei colpi di cranio (da Puricelli a Altafini) non è la linearità, ma l'improvvisa astuzia deviante che conta. Per un'azione ispirata da Boninsegna al 40° (serve Mazzola, anticipato da Cuccù in scivolata) la Juve oppone' due arrembaggi egregi: con un triangolo José-BettegaCuccu ancora parato da Vieri (38°) e con un allungo Bettega-José-Longobucco che entra in area, dribbla, si defila per il tiro, ancora Vieri riesce ad opporgli un piede (42°). Poco fiato Ripresa: l'Inter avrà ancora tanto fiato? Il mago sostiene di sì. Il campo dirà di no. La Juve sembra più blanda, e diciamo in molti: ha paura di vincere. Perché certe titubanze ai limiti dell'area interista (da parte di Capello, Bettega, Longobucco intorno al 18°) dimostrano le notevoli smagliature nerazzurre e che il « jet » può farcela, anche agevolmente. Infatti: puniziodal lato destro di Causio, José sta aggirandosi come una pantera pigra tra cinque difensori, spiove il pallone, è lui « nonno » (chiamatemi zio, ci ha detto l'altro giorno, sempreché nel football italiano ce ne possa essere un altro dopo Ferruccio...) a opporre la parte superiore del corpo, faccia spalla fronte mento. E' gol, e così liberatorio che l'Inter si liquefa come una cassata, malgrado sussulti rispettabili di forcing, mentre la Juve avverte di poter passare ancora.. José al 28" e Cuccù al 32", finisce qui: un minuto prima del rigore Furino sfiora la traversa dopo una generosissima fuga e tiro (ma poteva servire un Bettega quasi libero, il bel « Furia »), quindi si avventa Longobucco, salta due avversari, è in area, si torce su se stesso alla ricerca del sinistro (piede buono). Burgnich non può esimersi e lo abbatte. Bomba deflagrante di Cuccù dal dischetto, due a zero e anche Serafini, arbitro che non ha ripetuto al Comunale la bella prestazione del derby milanese, può salvare la faccia e le penne. L'Inter è ormai disintegrata e nervosa, la Juve si concede una larva di melina. Il campionato ricomincia per la terza o quarta volta, dall'autostrada Milano-Torino passando a quella del Sole. E i Re Magi della tradizione consigliano al quarto « maghetto » un'ulteriore dose di silenzi. Giovanni Arpino Uno dei tanti duelli fra Morini e Boninsegna (Foto Moisio)

Luoghi citati: Italia, Lazio, Massa, Milano, Roma, Torino